Home Problemi e ritardi nella manutenzione stradale a roma: il caso di via principe eugenio tra rifacimenti e degrado veloce

Problemi e ritardi nella manutenzione stradale a roma: il caso di via principe eugenio tra rifacimenti e degrado veloce

La manutenzione stradale a Roma è caratterizzata da interventi inefficaci e rapidi deterioramenti, come evidenziato dal caso di via Principe Eugenio, sollevando preoccupazioni sulla gestione pubblica e la partecipazione dei cittadini.

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L’articolo denuncia l’inefficiente gestione delle manutenzioni stradali a Roma, evidenziando come interventi superficiali e controlli insufficienti causino il rapido deterioramento delle strade, con via Principe Eugenio come esempio emblematico. - Unita.tv

La gestione delle manutenzioni stradali a Roma continua a mostrare falle evidenti. Nonostante i grandi annunci e le promesse di cambiamento, molti tratti di strada si deteriorano rapidamente dopo i lavori, lasciando i cittadini con strade rovinate e servizi scadenti. Il caso di via Principe Eugenio rappresenta un esempio lampante di questa situazione, con rifacimenti di asfalto che durano poche settimane prima di tornare a mostrarsi fessurati o rovinati. Questo articolo approfondisce il tema della manutenzione urbana a Roma, concentrando l’attenzione sulle criticità della gestione attuale che, nel 2025, non accenna a migliorare.

La situazione della manutenzione stradale a roma e le cause dei problemi persistenti

Roma da anni vive un problema noto agli abitanti: la manutenzione delle strade è frammentata e spesso approssimativa. Tradizionalmente, i lavori vengono affidati attraverso appalti per piccoli tratti, generando interventi a singhiozzo, che non permette una visione complessiva della città nel lungo periodo. Questo metodo favorisce interventi tampone, con rattoppi che si deteriorano velocemente, senza risolvere le cause strutturali dei danni.

Dal 2018 si è parlato di appalti unici, più estesi nel tempo e nello spazio, che obbligherebbero gli incaricati a prendersi cura di intere zone per periodi pluriennali. Una modalità che porterebbe i concessionari a ridurre interventi inutili o ripetuti, dato che ciò comporterebbe costi maggiori a loro carico. A Roma però, nonostante le proposte e i vari annunci, questo cambiamento stenta a consolidarsi. L’inefficienza emerge anche dai controlli deboli e dall’assenza di responsabilità piena da parte di chi dovrebbe vigilare e garantire la qualità degli interventi.

Errore del sindaco come simbolo di inefficienza

L’errore del sindaco Roberto Gualtieri, che in un suo tweet di fine 2024 ha mostrato un link errato associato alla pagina dei lavori pubblici, è diventato simbolo di questa inconsistenza nei cantieri e degli annunci che restano parole spesso senza riscontro reale. La cosiddetta “romanella” indica proprio questa gestione sciatta e poco rigorosa, dove la riparazione a rate si sostituisce a un piano organico e duraturo.

Via principe eugenio: un esempio emblematico della scarsa qualità dei lavori

Nella parte nord di Roma, via Principe Eugenio emerge come un esempio emblematico di una manutenzione a metà. Nell’autunno del 2024, l’asfalto mostrava crepe profonde, soprattutto in corrispondenza dei binari dei tram, con parti mancanti del manto e molteplici rattoppi su una distanza non estesa. Le fotografie scattate in quei giorni ne evidenziavano un degrado apparso anche nei rilevamenti satellitari.

Il 30 novembre 2024 è stato effettuato un rifacimento dell’asfalto, apparentemente completo, grazie anche a uno stop temporaneo del servizio tramviario. Il tratto intervenuto è piuttosto breve perché i lavori sono limitati agli incroci più critici. Alla prima occhiata, la strada appare rinnovata, con nuovo asfalto uniforme e senza evidenti difetti.

Ma questa situazione è durata pochissimo. Dopo appena 20 giorni, già si vedevano nuove crepe negli stessi punti dove l’asfalto era stato steso. In questo breve intervallo nessun tram è passato, solo bus e veicoli ordinari, segno che il problema non dipende solo dal passaggio dei mezzi pesanti su binari o dalle vibrazioni dei tram. Una delle possibili cause può risiedere nella qualità dei materiali o nella tecnica di posa, ma anche nella preparazione del sottofondo, spesso trascurata o mal realizzata.

Rapido deterioramento e analisi delle cause

Il degrado del manto stradale nell’area di via Principe Eugenio non si è fermato con la ricomparsa delle prime crepe: pochi giorni dopo, il 26 dicembre, l’asfalto mostrava distacchi e si stavano riaprendo le fessure tra i binari, con la formazione di vere e proprie fosse, difficili da ignorare tanto sono visibili.

A inizio gennaio 2025, a poco più di un mese dalla conclusione dei lavori, i danni erano chiaramente evidenti agli estremi del tratto rifatto, con una superficie compromessa e bucherellata, quasi come se quei lavori non fossero mai stati fatti. Il lento ma inesorabile degrado ha portato, dopo quasi sei mesi, a uno stato del manto quasi identico a quello osservato prima del rifacimento, come testimoniano le foto di maggio 2025.

Implicazioni sulla gestione pubblica e controllo

Questo scenario solleva molti dubbi sulla qualità dei lavori e sull’efficienza di chi avrebbe dovuto controllare. Il Comune di Roma sembra mancare di una supervisione puntuale e rigorosa, e i conti pubblici pagano con spese che non producono benefici duraturi. È necessario chiedersi chi risponderà di questi interventi fallimentari e come verranno recuperate risorse sprecate con interventi che non danno risultati tangibili.

Le sfide politiche e la mancanza di partecipazione dei cittadini

Nonostante la pressione di una popolazione stanca di strade rotte e lavori inefficaci, il sistema politico romano non ha ancora mostrato un reale salto di qualità. Molte promesse restano sulla carta e chi governa tende a ripetere schemi consolidati ormai da decenni.

Tra gli elettori, inoltre, si percepisce spesso una certa rassegnazione e assenza di partecipazione critica, che impedisce di esercitare una pressione efficace sulle istituzioni. La partecipazione attiva della cittadinanza sarebbe fondamentale per sollecitare risposta e vigilanza su questi temi, trasformando i cittadini in interlocutori utili per le amministrazioni.

Nel contesto attuale, Roma sembra piegata a vecchi modi di fare politica dove il voto non si traduce quasi mai in cambiamenti reali. I cantieri della città si aprono e si chiudono lasciando dietro di sé strade presto viziate da nuovo degrado. A pagare il prezzo sono i cittadini, chiamati a convivere con infrastrutture fragili e servizi pubblici spesso inefficienti.