Tecnomodulo è il prototipo che porta nuova linfa al mondo dell’edilizia, introducendo un modello di architettura ibrida modulare. Questo sistema consente di modificare completamente la funzione e la distribuzione degli spazi interni di un edificio, trasformando la casa da struttura rigida a spazio dinamico e adattabile nel tempo. L’obiettivo è rinnovare il modo di costruire, rendendo gli ambienti più flessibili e pronti a rispondere alle esigenze che cambiano.
Il lancio del progetto è avvenuto a Verona, e segna un passo avanti notevole grazie al lavoro dell’ecosistema Proxima. Questa iniziativa, promossa da Confartigianato Imprese Verona assieme alla rete di imprese Crea Ecoliving, con il supporto di Confartigianato Imprese Veneto ed Ebav, mira a rivoluzionare l’edilizia con uno sguardo tecnologico e ambientale.
Tecnomodulo: una rivoluzione nel concetto di spazio abitativo
Il cuore di questa innovazione è il concetto di “ibrida modulare”, che permette all’edificio di cambiare configurazione e utilizzo molte volte, anche dopo la costruzione. Non si tratta solo di una composizione flessibile: ogni modulo è stato progettato per adattarsi in modo reversibile, così da rispondere rapidamente alle nuove necessità abitative o funzionali.
A differenza di strutture tradizionali, dove gli spazi sono definiti e difficilmente modificabili, il tecnomodulo consente di ripensare gli ambienti durante tutto il ciclo di vita dell’edificio. Per fare un esempio pratico, una parete non è più un elemento fisso ma può spostarsi o sparire, consentendo di trasformare un soggiorno in un ufficio o di ampliare una stanza senza interventi invasivi.
Questo approccio nasce per incontrare le esigenze contemporanee legate alla dinamicità degli stili di vita, mantenendo però un’attenzione particolare all’ecosostenibilità. La capacità di adattare gli spazi fa ridurre la necessità di nuove costruzioni e il conseguente impatto sull’ambiente.
Ecosistema proxima e la partnership con imprese veronesi
La presentazione di tecnomodulo è stata organizzata da Confartigianato Imprese Verona insieme a Crea Ecoliving, rete di imprese impegnate nel campo dell’edilizia sostenibile. Questo ecosistema rappresenta un primo modello di collaborazione tra artigiani, produttori e progettisti per sperimentare soluzioni che puntano a una maggiore flessibilità e tecnologia negli spazi abitativi.
L’evento ha avuto luogo in un momento in cui il settore edilizio è chiamato a trasformarsi per rispettare normative ambientali più stringenti e rispondere a una crescente domanda di abitazioni intelligenti e versatili. Il coinvolgimento di Ebav – Ente Bilaterale Artigianato Veneto ha dato un ulteriore contributo al progetto, sottolineando l’importanza della sinergia tra realtà produttive locali e innovazione tecnologica.
Il progetto Proxima non è quindi solo un prototipo ma vuole creare un modello replicabile capace di avviare un processo di industrializzazione controllata dell’edilizia. In questo modo si può passare da un sistema artigianale tradizionale a una produzione più efficiente, in grado di contenere consumi e emissioni, pur garantendo qualità e personalizzazione.
Il ruolo del politecnico di milano e le caratteristiche tecnologiche del prototipo
Tecnomodulo nasce da una ricerca avviata nel 2017 al Politecnico di Milano, che ha sviluppato e brevettato questa tecnologia innovativa. Il progetto si basa su moduli prefabbricati, dotati di sistemi che ne permettono l’auto configurazione e la connessione in rete mediante dispositivi di controllo a distanza.
Questi moduli possono essere assemblati o disassemblati in modo semplice e rapido, grazie a meccanismi automatici che gestiscono il collegamento strutturale, impiantistico e anche quello digitale. In pratica, ogni unità dialoga con le altre per assicurare funzionalità ed efficienza, rendendo possibile un’ampia personalizzazione degli spazi con pochi interventi manuali.
L’impiego di sistemi di gestione remota offre anche la possibilità di monitorare costantemente le condizioni dell’edificio e intervenire tempestivamente sulle funzioni tecnologiche o impiantistiche. Questo facilita la manutenzione e permette di prolungare la vita utile della costruzione con interventi mirati.
Riduzione dell’impatto ambientale e prospettive future
La progettazione si concentra anche sulla riduzione dell’impatto ambientale, scegliendo materiali e processi in grado di minimizzare sprechi e consumi energetici. Lo sviluppo di tecnomodulo punta quindi a combinare flessibilità, innovazione tecnologica e sostenibilità in una soluzione alla portata di mercati diversi.
Ricevere a Verona il primo prototipo rappresenta una tappa significativa nell’evoluzione dell’edilizia, che potrebbe aprire nuovi scenari per abitazioni più adattabili e controllate, oltre a fornire un’alternativa concreta agli schemi tradizionali di costruzione.