L’intervento della polizia locale di roma ha posto fine all’occupazione abusiva di spazi abbandonati nell’area storica di campo testaccio. L’operazione è scattata dopo una segnalazione che ha evidenziato movimenti sospetti in una zona pubblica, rivelando un episodio che ha coinvolto due cittadini ucraini intenti a forzare e occupare edifici comunali dismessi.
La segnalazione e la pianificazione dell’intervento
Giovedì 26 giugno, il dipartimento grandi eventi, sport e salute del comune di roma ha ricevuto una comunicazione riguardante attività insolite nel vecchio impianto sportivo di campo testaccio. Questi movimenti hanno destato preoccupazioni sufficienti per allertare il primo gruppo centro storico della polizia locale capitolina, incaricato del controllo territoriale nella zona.
Gli agenti hanno organizzato l’intervento con attenzione ai dettagli logistici e operativi. Per facilitare le comunicazioni con i soggetti presenti sul posto è stato previsto l’accompagnamento di un interprete durante l’ispezione dell’area. Questa scelta si è rivelata importante per gestire correttamente la situazione senza fraintendimenti o escalation.
La pianificazione si è basata sulla conoscenza precisa degli spazi coinvolti: gli spogliatoi abbandonati vicino all’asilo nido comunale e una cabina ACEA vicina sono stati identificati come punti critici dove si concentravano le presenze sospette. Il piano operativo mirava a interrompere rapidamente qualsiasi attività illegale mantenendo al contempo la sicurezza degli agenti e dei residenti nelle vicinanze.
Lo svolgimento dell’operazione sul campo testaccio
Nella mattinata del 26 giugno, le pattuglie della polizia locale sono intervenute direttamente presso il sito segnalato nel quartiere centro storico romano. L’arrivo degli agenti ha portato alla scoperta immediata dei due uomini ucraini – rispettivamente quarantenne e cinquantenne – intenti ad occupare gli ex spogliatoi adiacenti alle strutture pubbliche citate nella segnalazione.
Durante l’ispezione è emerso che i due avevano forzato le chiusure: mattoni posti a bloccare l’ingresso agli spogliatoi erano stati abbattuti mentre la serratura della cabina ACEA era stata rotta con strumenti probabilmente artigianali o da scasso. Questi danni indicano chiaramente un tentativo non autorizzato di appropriazione degli immobili comunali.
L’intervento tempestivo delle forze dell’ordine ha impedito ulteriori danni o ampliamenti nell’invasione dei locali dismessi consentendo così al comune romano di tutelare un patrimonio pubblico già in uno stato precario per via del mancato utilizzo da anni.
Conseguenze legali per gli occupanti abusivi
I due uomini fermati sono stati denunciati secondo quanto previsto dagli articoli 633 e 639 bis del codice penale italiano, che disciplinano rispettivamente l’invasione arbitraria di terreni ed edifici pubblici oltre ai danneggiamenti aggravati contro beni appartenenti allo stato o enti pubblici territorialmente competenti.
Dopo l’arresto sul posto gli individui sono stati accompagnati presso gli uffici in via Macedonia dove sono state eseguite tutte le procedure standard tra cui fotosegnalamento ed accertamenti preliminari sull’identità personale dei soggetti coinvolti nell’invasione abusiva.
Successivamente i due ucraini sono stati trasferiti presso l’ufficio stranieri situato in via Teofilo Patini; qui si procederà con ulteriori verifiche relative alla loro posizione amministrativa sul territorio nazionale oltre agli eventuale provvedimenti previsti dalla normativa sull’immigrazione irregolare se riscontrata durante i controlli burocratici post arresto.
Un caso di controllo su aree urbane dismesse
Il caso sottolinea come sia cruciale mantenere sotto controllo anche aree urbane lasciate temporaneamente inutilizzate dal punto di vista funzionale ma comunque parte integrante dello spazio pubblico cittadino da preservare contro ogni forma d’illegalità.