La polizia locale di milano ha bloccato nove siti web che vendevano capi d’abbigliamento falsamente presentati come prodotti italiani di alta qualità. Le indagini hanno portato alla denuncia di altrettante persone per frode in commercio, dopo aver scoperto che i capi erano contraffatti e provenivano da confezioni cinesi, ma venivano spacciati con nomi e immagini richiamanti il made in italy.
L’indagine del gruppo operativo anti contraffazione
Il gruppo operativo anti contraffazione della polizia locale di milano ha condotto le verifiche partendo dalla segnalazione di una cliente insoddisfatta. La donna aveva acquistato un maglione pubblicizzato come realizzato a mano con filati pregiati come cachemire o seta, ma al ricevimento si è trovata davanti un capo mal confezionato, informe e con etichette tagliate grossolanamente. Questo episodio ha fatto scattare gli accertamenti sul funzionamento dei siti coinvolti.
Gli agenti hanno monitorato le piattaforme online scoprendo che i negozi virtuali sfruttavano il cosiddetto “italian sounding”, cioè utilizzavano denominazioni commerciali, immagini evocative e indicazioni ingannevoli per far credere ai clienti che i prodotti fossero autentici articoli italiani. Per aumentare la fiducia dei consumatori veniva persino impiegato il marchio “TrustPilot” accompagnato da recensioni false create ad arte.
Caratteristiche delle truffe online smascherate
I siti sequestrati proponevano abbigliamento presentato attraverso fotografie curate: modelle e modelli eleganti mettevano in mostra maglie descritte come pregiate grazie a tessuti nobili quali cachemire o seta. I prezzi apparivano competitivi ed erano giustificati da promozioni ingannevoli tipo liquidazioni o svendite per chiusura attività.
In realtà le confezioni arrivavano dalla cina mentre le società intestatarie delle vendite risultavano registrate in vari paesi europei. Questa struttura complicava l’identificazione degli autori della truffa ma non ha impedito agli investigatori del Goac di ricostruire la rete fraudolenta dietro queste operazioni illegali.
Conseguenze legali per gli indagati
Le nove persone denunciate sono accusate a piede libero del reato di frode in commercio perché responsabili della vendita online di prodotti non conformi alle descrizioni pubblicizzate. L’operazione dimostra quanto sia importante vigilare sulle piattaforme digitali dove spesso si nascondono attività illegali mascherate da offerte vantaggiose.
Il sequestro dei portali rappresenta un passo concreto nella lotta contro la contraffazione commerciale soprattutto quando questa sfrutta l’immagine dell’artigianalità italiana senza alcun rispetto delle norme né tutela reale del consumatore finale.