Polizia di stato arresta quattro uomini per assalti con esplosivi agli atm di milano l’8 agosto 2024
Quattro uomini arrestati dalla polizia di stato di Milano per assalti ai bancomat di Poste Italiane, utilizzando esplosivi. Indagini rivelano dettagli su modalità operative e collegamenti tra i sospettati.

La polizia di Milano ha arrestato quattro uomini responsabili di tentati assalti esplosivi a bancomat di Poste Italiane, avvenuti l'8 agosto 2024, grazie a indagini basate su video e intercettazioni. - Unita.tv
La polizia di stato di milano ha portato a termine un’operazione dopo una serie di assalti con esplosivi ai bancomat poste italiane, avvenuti la notte dell’8 agosto 2024. Quattro uomini sono stati raggiunti da misure cautelari, con accuse che vanno dal tentato furto pluriaggravato al porto di esplosivi in luogo pubblico. I dettagli dell’indagine rivelano come le forze dell’ordine abbiano ricostruito le dinamiche degli attacchi attraverso intercettazioni, analisi di video e dati telefonici.
La notte degli assalti agli atm di poste italiane a milano
Il 8 agosto 2024, in diverse zone di milano, è scattato un piano di colpi coordinati ai danni degli sportelli automatici di poste italiane. In un breve arco di tempo, tre bancomat situati in via carlo marx, via caldera e via freikofel sono stati presi di mira. Gli autori hanno scelto una tecnica particolare: dopo aver effettuato un prelievo di piccola entità con una carta bancomat, hanno approfittato dell’apertura del bocchettone erogatore per inserire un ordigno rudimentale chiamato “marmotta“. L’obiettivo era far esplodere il dispositivo e portare via il denaro all’interno della cassa automatica.
Le esplosioni però non hanno raggiunto l’effetto sperato: in alcuni casi il congegno non è esploso, in altri l’esplosione non ha rotto la cassa. Nonostante il fallimento materiale, i tentativi hanno messo in allerta la polizia e gli investigatori della squadra mobile di milano. Il fatto che i colpi siano avvenuti uno dopo l’altro, in un lasso di tempo molto breve, ha spinto ad aprire subito un’indagine approfondita.
Le indagini della polizia e gli strumenti tecnici impiegati
Le forze dell’ordine hanno messo in campo vari strumenti per risalire agli autori degli assalti. Hanno analizzato i filmati delle telecamere di videosorveglianza piazzate nelle zone degli sportelli automatici, riuscendo a identificare movimenti sospetti e comportamenti anomali nelle ore immediatamente precedenti e successive agli eventi. Le immagini hanno fornito indizi utili sui soggetti coinvolti e sulla strategia adottata.
L’attività tecnica si è allargata all’intercettazione delle comunicazioni telefoniche. Gli investigatori hanno raccolto tabulati e registrazioni che hanno evidenziato contatti ravvicinati tra i sospettati prima e dopo gli assalti. Queste tracce hanno consentito di ricostruire la rete di rapporti e le modalità operative del gruppo. I dati raccolti hanno convinto il gip del tribunale di milano a emettere quattro misure cautelari, tre in carcere e una con obbligo di presentazione, nei confronti dei quattro cittadini italiani ritenuti responsabili.
Profilo degli indagati e accuse contestate
Le persone coinvolte nell’indagine hanno un’età che varia dai 31 ai 46 anni. Sono tutte cittadini italiani. A ognuno vengono imputati reati diversi ma collegati: tentato furto pluriaggravato e porto in luogo pubblico di esplosivi. Una delle accuse riguarda anche il furto di un’autovettura, che pare sia stata utilizzata nel corso delle operazioni.
La procedura adottata dal gruppo è stata giudicata aggravata per l’uso dell’esplosivo e per la cooperazione tra più persone nel tentativo di furto. I colpi agli sportelli automatici, anche se andati a vuoto, sono configurati come tentativi pluriaggravati, proprio a causa della pericolosità delle esplosioni e dell’azione coordinata.
L’obbligo di presentazione impone a uno dei quattro indagati di comparire regolarmente davanti alla polizia giudiziaria, mentre gli altri tre sono stati portati dietro le sbarre. Questo fa pensare a un ruolo differente nell’organizzazione e nell’esecuzione degli assalti, differenza che gli investigatori sono ancora impegnati a chiarire in fase di indagine.
Il metodo di azione e i rischi legati all’uso di esplosivi
Il modus operandi adottato dagli arrestati aveva un primo passaggio preciso: la carta bancomat veniva usata per far aprire il vano erogatore dei contanti, così da inserire l’ordigno esplosivo. L’ordigno, noto come marmotta, è un tipo di bomba artigianale capace di scopi distruttivi significativi. È un’esca per danneggiare il bancomat e accedere al denaro, senza alcuna garanzia di successo.
L’utilizzo di esplosivi in zone pubbliche espone a gravi rischi per la sicurezza dei cittadini e degli agenti. Anche la semplice detonazione può provocare danni a persone e strutture vicine. Proprio per questo tipo di reati la magistratura interviene con misure restrittive molto dure per scoraggiare la diffusione di questa pratica criminale.
Nonostante i tentativi, la mancata esplosione o il mancato sfondamento del bancomat ha impedito il furto concreto, ma ha dimostrato comunque un’aggressione sistematica e pericolosa ai beni pubblici. Gli investigatori proseguono ora nel monitoraggio per evitare altri episodi simili nel territorio milanese.