Una discussione accesa si è sviluppata attorno a una serie di immagini condivise su Instagram da Agnese Tumicelli, studentessa iscritta all’università di Trento e membro del consiglio studentesco. Le foto mostrano magliette con simboli legati alle Brigate Rosse, suscitando reazioni forti sia in ambito politico che accademico. Il caso ha raggiunto il parlamento grazie all’intervento del deputato Alessandro Urzì, che ha chiesto all’ateneo provvedimenti precisi.
La denuncia politica e la richiesta di intervento al parlamento
Alessandro Urzì, deputato e coordinatore regionale per il Trentino Alto Adige del partito Fratelli d’Italia, ha portato alla luce le immagini pubblicate dalla studentessa definendole inaccettabili. Secondo Urzì, le magliette indossate riportano la sigla delle Brigate Rosse e altri simboli come la stella a cinque punte usata storicamente come marchio degli attentati terroristici. Tra gli elementi più controversi c’è anche l’immagine della Renault 4 rossa che rimanda direttamente al rapimento e omicidio del presidente Aldo Moro nel 1978.
Oltre a questi riferimenti espliciti al terrorismo degli anni Settanta, nelle fotografie compaiono anche una pistola, un piede di porco e un passamontagna: oggetti associati alle azioni violente delle Brigate Rosse. Un dettaglio ancora più inquietante è lo schermo televisivo stilizzato dove si intravede il profilo dell’ostaggio Moro prima della sua esecuzione.
Urzì ha sottolineato l’urgenza di una risposta da parte dell’università perché simili messaggi non possono essere tollerati in un contesto educativo né rappresentare chi ricopre ruoli istituzionali nel campus. La denuncia parlamentare mira a ottenere chiarimenti ufficiali dall’ateneo riguardo ai comportamenti della studentessa.
Reazione dell’università di trento e incontro con il rettore deflorian
Il rettore Flavio Deflorian è intervenuto dopo aver appreso dai media quanto accaduto sui social network. Ha definito i contenuti pubblicati dalla giovane «non accettabili», soprattutto considerando la posizione istituzionale che ricopre nel consiglio studentesco dell’università. Deflorian ha evidenziato come tali atteggiamenti siano incompatibili con i valori fondamentali promossi dall’ateneo trentino.
Nel corso della giornata Agnese Tumicelli ha incontrato personalmente il rettore per un confronto diretto sulla questione aperta dalle immagini controverse. Durante questo colloquio sono state ribadite le aspettative riguardo alla responsabilità personale nei confronti della comunità universitaria.
Il rettore ha inoltre richiesto alla studentessa una presa d’atto formale dei fatti accompagnata da scuse pubbliche verso l’intera università: un gesto necessario per ristabilire rispetto reciproco tra studenti e istituzioni accademiche.
Scuse ufficiali di agnese tumicelli attraverso il consiglio studentesco
Poco dopo l’incontro col rettore è arrivata una nota ufficiale diffusa dal consiglio studentesco stesso nella quale Agnese Tumicelli prende «completa responsabilità» per quanto apparso sui social media ed esprime «profondo rammarico» verso tutta la comunità universitaria coinvolta indirettamente dal caso.
Nella dichiarazione si precisa che quel tipo di ironia – anche se manifestata superficialmente – nasce da una condanna netta senza eccezioni nei confronti delle azioni terroristiche estremiste vissute durante quegli anni bui della storia italiana recente. Si sottolinea quindi uno scarto netto tra i valori personali della ragazza ed ogni forma ideologica legata al terrorismo o alla violenza politica estrema.
La nota invita inoltre ad osservare quanto fatto finora dalla stessa Tumicelli nell’ambiente universitario: attività quotidiane coerenti con principi opposti ai disvalori evocati dalle immagini incriminate sulle magliette indossate nelle fotografie diffuse online.
Precedenti tensioni politiche nell’università di trento legate ad associazioni giovanili
Non è questa la prima volta negli ultimi tempi che l’ateneo trentino finisce sotto i riflettori per questioni politiche interne agli ambienti studenteschi o giovanili collegati all’università. Solo poche settimane fa infatti erano emersi contenuti controversi provenienti dalle chat private degli studenti appartenenti ad Azione Universitaria, gruppo vicino alla destra locale.
Le conversazioni finite sulla stampa locale contenevano messaggi omofobi insieme a riferimenti nostalgici alla Repubblica Sociale Italiana, provocando indignazione nella città. Tra gli interessati spiccava Giacomo Mason, neo eletto consigliere comunale a Trento per Fratelli d’Italia.
Questi episodi contribuiscono a delineare uno scenario complesso dove ideologie contrastanti trovano spazio negli ambienti universitari locali generando frequenti polemiche. L’attenzione resta alta su ogni comportamento pubblico o privato riconducibile agli studenti impegnati in ruoli rappresentativi dentro atenei italiani.