Il gruppo scout della provincia di Cuneo, composto da 22 ragazzi tra cui diversi minorenni, ha vissuto un momento difficile durante un’escursione in Val di Faè. Partiti da Auronzo la mattina, si sono trovati in difficoltà mentre affrontavano un sentiero reso insidioso dal fango e dalla pendenza. L’intervento del Soccorso alpino del Centro Cadore ha permesso di riportare in sicurezza i giovani nel cuore delle Dolomiti.
Il percorso scout e la difficoltà del sentiero in Val Di Faè
La comitiva scout era partita da Auronzo e, dopo una tappa al Cason di Ciampediei, si è diretta verso Vigo di Cadore seguendo un itinerario montano. Mentre attraversavano la Val di Faè, il sentiero mostrava condizioni particolarmente sfavorevoli: il terreno fangoso e ripido rendeva difficile mantenere l’equilibrio. Alcuni tratti presentavano pendenze tali da costringere anche camminatori esperti a procedere con estrema attenzione.
Il gruppo, composto in maggioranza da minorenni, ha incontrato difficoltà a garantire la sicurezza di tutti i partecipanti. L’imprevedibilità del percorso e il rischio di scivolamenti crescevano, diventando evidente la necessità di un supporto esterno. Per evitare incidenti, è stato richiesto l’intervento del Soccorso alpino.
L’intervento dei soccorritori e le tecniche di assistenza messe in campo
Una volta localizzato il gruppo, i soccorritori del Centro Cadore hanno raggiunto rapidamente i ragazzi in difficoltà. L’area impervia e i rischi concreti di cadute hanno reso necessario un approccio prudente e preparato. La squadra di soccorso ha impiegato corde fisse su tratti particolarmente ripidi e scivolosi, permettendo ai ragazzi di superare gli ostacoli con una presa stabile.
Gli operatori hanno guidato il gruppo lungo un percorso alternativo a quello dell’andata, valutato più sicuro in quelle condizioni. Il ritorno è stato quindi organizzato passo dopo passo senza forzare i ritmi, assicurandosi che nessuno restasse indietro o incontrasse difficoltà. Questo tipo di assistenza diretta su terreni pericolosi richiede esperienza e calma, caratteristiche rispettate dai soccorritori durante tutte le fasi dell’operazione.
Il supporto logistico e l’alloggio notturno organizzato per il gruppo
Arrivati in prossimità dei mezzi di soccorso, i volontari hanno constatato che i ragazzi erano completamente bagnati a causa delle condizioni atmosferiche e del terreno umido. Per garantire un riparo adeguato, il Soccorso alpino ha collaborato con la Pro loco di Lorenzago, che ha messo a disposizione un tendone per il pernottamento.
Per facilitare il trasporto, i mezzi hanno effettuato più viaggi da Tre Ponti fino a Lorenzago, dove il gruppo ha potuto passare la notte fuori dal freddo e dall’umidità. Il coordinamento tra soccorritori e organizzazioni locali ha dimostrato attenzione alle esigenze immediate dei giovani, assicurando un’accoglienza temporanea confortevole e sicura.
Le tempistiche dell’operazione e il rientro delle squadre di soccorso
L’intervento del Soccorso alpino si è svolto nella serata di ieri. Dopo il primo contatto e il raggiungimento del gruppo, il ritorno e il trasferimento si sono protratti fino a notte inoltrata. Le squadre hanno completato tutte le operazioni di assistenza e trasporto verso mezzanotte, momento in cui hanno iniziato il rientro nelle basi operative.
L’efficacia dell’intervento si è basata su una tempestiva localizzazione e l’adozione di misure di sicurezza idonee all’ambiente montano. In casi come questo, la rapidità e la preparazione del soccorso sono decisive per evitare conseguenze più gravi, specie quando si tratta di minori impegnati in escursioni.
Ultimo aggiornamento il 25 Luglio 2025 da Andrea Ricci