Dopo giorni di ricerche senza esito, le operazioni per ritrovare un escursionista di 70 anni disperso sulle montagne del Biellese sono state sospese. L’uomo era partito per un’escursione in una zona impervia. Diverse squadre specializzate si sono messe al lavoro, ma finora non è emersa alcuna traccia. La decisione di fermarsi è arrivata in attesa di nuovi elementi che possano far ripartire le ricerche.
Scomparso durante un’escursione verso Punta Del Cravile
Marino Rabolini, 70 anni, di Legnano, è sparito sabato scorso nei pressi di Punta del Cravile, un’area montuosa nel comune di Tavigliano, in provincia di Biella. Appassionato di escursionismo, aveva scelto di camminare da solo su sentieri noti ma isolati. Quando i familiari non hanno più avuto sue notizie per giorni, preoccupati soprattutto per il maltempo in arrivo, hanno avvisato le autorità.
L’ultima comunicazione dell’uomo indicava la sua intenzione di arrivare in vetta, ma non c’erano informazioni precise sul percorso seguito. L’assenza di segnali e la conformazione del territorio hanno subito complicato le ricerche.
I soccorsi in azione tra terra e aria
Le squadre di soccorso si sono subito messe in movimento, coinvolgendo il soccorso alpino, carabinieri, Guardia di finanza e vigili del fuoco. Le ricerche si sono concentrate intorno a Punta del Cravile, con squadre a piedi e mezzi aerei.
Gli elicotteri hanno perlustrato i sentieri e i dirupi dall’alto, mentre i droni hanno scandagliato le zone più impervie, difficili da raggiungere a piedi. Il terreno accidentato ha rallentato le squadre a terra, costrette a muoversi tra visibilità ridotta e spazi stretti. Nonostante una settimana di ricerche intense, non è stata trovata alcuna traccia.
Le ricerche si fermano, ma la speranza resta
La Prefettura ha deciso di sospendere temporaneamente le ricerche. Una scelta che si fa quando le operazioni non portano risultati e le condizioni meteo o ambientali diventano troppo difficili. Questa pausa serve a riorganizzare i soccorsi e a restare in attesa di nuove segnalazioni, magari da testimoni o grazie a nuove tecnologie di localizzazione.
Le squadre manterranno comunque un monitoraggio nella zona, pronte a intervenire appena arrivano segnali o informazioni utili. Intanto i familiari restano in attesa, sperando che qualcosa possa far ripartire le ricerche nelle prossime settimane.
Il caso resta aperto in una zona montana che, negli ultimi anni, ha visto altri episodi simili. Un promemoria delle difficoltà che si incontrano quando si cammina in luoghi poco accessibili e soggetti a cambiamenti improvvisi del tempo.
Ultimo aggiornamento il 19 Luglio 2025 da Andrea Ricci