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Risarcimenti per i familiari di fumatori morti: la Cassazione riapre il caso di un uomo di Cuneo

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Familiari di un fumatore di Cuneo ottengono nuova chance di risarcimento dalla Cassazione. - Unita.tv
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La Corte di Cassazione ha riacceso la speranza per le famiglie di chi è scomparso a causa del fumo. Il caso riguarda G.V., un uomo di Cuneo morto nel 2013 per un tumore ai polmoni. La Suprema Corte ha stabilito che non si può escludere il risarcimento solo perché la vittima era fumatrice, tenendo conto del periodo storico in cui aveva iniziato a fumare e della scarsa consapevolezza dei rischi legati al tabacco. La causa torna ora a Torino per una nuova valutazione.

Cassazione ribalta la sentenza di Torino: nuova chance per gli eredi

A febbraio 2025, la terza sezione civile della Cassazione ha accolto il ricorso dei parenti di G.V. L’uomo, originario della provincia di Cuneo, era deceduto nel 2013 a causa di un tumore polmonare. La causa era iniziata con un no deciso dalla Corte d’Appello di Torino, che aveva rigettato la richiesta di risarcimento degli eredi. Secondo quel verdetto, la colpa era tutta del fumatore, considerato consapevole dei rischi.

Ma la Cassazione ha fatto un passo indietro. Nel 1968, quando G.V. iniziò a fumare a 15 anni, si sapeva solo in modo generico che il fumo poteva essere pericoloso. Non c’era ancora una chiara consapevolezza del legame diretto tra fumo e tumori o altre malattie gravi. Questo dettaglio, finora trascurato, cambia le carte in tavola. Così la Corte suprema ha annullato la sentenza di Torino, ordinando un nuovo esame del caso da parte di un altro collegio giudicante.

La storia di G.V. e il rischio fumare negli anni ’60

Dai dati raccolti emerge che G.V. ha fumato per quasi quarantacinque anni, consumando in media due pacchetti di Marlboro al giorno. Un’abitudine consolidata e duratura. Tuttavia, la Cassazione sottolinea che nel suo caso la scelta di fumare non può essere considerata una decisione pienamente consapevole e legata al piacere. Quando era adolescente, infatti, la relazione tra fumo e tumori non era ampiamente conosciuta.

Fino agli anni ’70 e buona parte degli anni ’80, i danni causati dal fumo venivano spesso sottovalutati o descritti in termini generici. Solo negli ultimi decenni campagne di informazione più aggressive hanno reso chiaro il nesso tra tabacco e malattie gravi, come il cancro ai polmoni. La Cassazione ha voluto evidenziare come la percezione del rischio cambi col tempo, e che questo deve essere preso in considerazione quando si valutano richieste di risarcimento dopo la morte di un fumatore.

Cosa cambia per i risarcimenti e quali effetti potrà avere la sentenza

Il Codacons ha definito questa decisione un punto di svolta nel dibattito sulle responsabilità legate al fumo. L’associazione sottolinea che d’ora in poi la presunta “consapevolezza” non potrà più essere usata come scusa per negare risarcimenti alle famiglie delle vittime. Il momento storico e il livello di informazione saranno elementi chiave nelle nuove valutazioni.

La causa torna ora alla Corte d’Appello di Torino, dove un nuovo collegio dovrà riesaminare la richiesta dei familiari di G.V. Questo passaggio è importante: l’esito potrà aprire la strada a casi simili in tutta Italia. Marco Maria Donzelli, presidente del Codacons, ha avvertito che “se queste richieste verranno accolte, si potrebbe scatenare una serie di cause da parte di altri parenti di vittime del fumo.” Il procedimento in corso potrebbe segnare un cambiamento importante nella giurisprudenza sulle responsabilità del tabacco nella salute pubblica.

Ultimo aggiornamento il 28 Luglio 2025 da Andrea Ricci

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Andrea Ricci

Andrea Ricci non cerca l’ultima notizia: cerca il senso. Blogger e osservatore instancabile, attraversa cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile essenziale, quasi ruvido. I suoi testi non addolciscono la realtà, la mettono a fuoco. Scrive per chi vuole capire senza filtri, per chi preferisce le domande alle risposte facili.

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