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Revocati i provvedimenti cautelari contro alcuni attivisti torinesi a distanza di anni dai fatti contestati

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Revocati i provvedimenti cautelari per attivisti torinesi dopo anni. - Unita.tv
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L’iniziativa della procura di Torino ha portato alla richiesta di misure cautelari contro attivisti di vari gruppi politici e sociali, sollevando contestazioni da parte delle difese circa la tempistica e la fondatezza delle accuse. La vicenda si è sviluppata attorno a episodi risalenti a diversi anni fa, durante manifestazioni e contestazioni pubbliche che coinvolgono i comitati Pro Pal, centri sociali e collettivi studenteschi. Le opposizioni legali si concentrano soprattutto sull’assenza di motivi concreti per le limitazioni della libertà personale ancora a distanza di tempo.

La procura di Torino e le misure restrittive richieste

Nel corso delle ultime indagini, i pubblici ministeri di Torino hanno avanzato al tribunale domande per l’applicazione della custodia cautelare, tra arresti in carcere e domiciliari, nei confronti di sette attivisti ritenuti protagonisti di episodi verificatisi durante manifestazioni di protesta. Oltre a questi provvedimenti più pesanti, sono stati chiesti anche dieci divieti di dimora e obblighi di firma per altre persone coinvolte. La procura motiva le misure con presunte responsabilità legate a momenti di tensione e scontri, con l’obiettivo di prevenire azioni future giudicate pericolose.

Tuttavia questa richiesta arriva a distanza di un tempo prolungato dai fatti contestati, un particolare che ha elevato le perplessità soprattutto dei legali, i quali sostengono che l’urgenza e la necessità di tale provvedimento sono deboli o addirittura inesistenti.

Le contestazioni delle difese sulle accuse e sulla ricostruzione degli eventi

I legali degli indagati hanno sollevato dubbi sull’intera ricostruzione dei fatti condotta dagli investigatori: molte delle situazioni riportate non risulterebbero provocate direttamente dai manifestanti, né configurerebbero episodi di violenza tali da giustificare sanzioni restrittive così gravi. Si evidenzia come in alcuni casi non sussista nemmeno una chiara prova della responsabilità personale degli attivisti chiamati in causa.

Le difese hanno sottolineato anche che non emergono esigenze di custodia cautelare, cioè ragioni che facciano temere il reiterarsi di comportamenti simili o forme di inquinamento probatorio. L’assenza di questi presupposti rappresenta uno degli elementi chiave contestati per ridimensionare le misure restrittive proposte.

Gli interrogatori preliminari e l’evoluzione della vicenda giudiziaria a Torino

Gli interrogatori preventivi previsti per chiarire le posizioni degli indagati hanno avuto inizio da poco, e sono destinati a proseguire nei prossimi giorni. Questi momenti sono decisivi per approfondire i dettagli delle accuse e consentire alle difese di esporre le proprie argomentazioni più direttamente ai magistrati.

Questa fase processuale potrebbe incidere sulle decisioni che riguardano l’applicazione o meno delle misure cautelari. La complessità della situazione, unita agli elementi cronologici legati alla longevità delle indagini, sta attirando l’attenzione sull’equilibrio tra esigenze preventive e tutela delle libertà personali. Nelle prossime settimane si attendono ulteriori sviluppi che chiariranno la strada da seguire in questo caso ancora aperto.

Ultimo aggiornamento il 29 Luglio 2025 da Davide Galli

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Davide Galli

Davide Galli scrive per capire, non solo per raccontare. Blogger dallo stile asciutto e riflessivo, attraversa i temi di cronaca, politica, attualità, spettacolo, cultura e salute con uno sguardo mai convenzionale. Nei suoi articoli c’è sempre una domanda aperta, un invito a leggere tra le righe e a non fermarsi alla superficie.

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