La Regione Piemonte ha adottato un nuovo Piano socio sanitario, strumento fondamentale per definire obiettivi e risorse dedicate alla salute pubblica. Questo aggiornamento arriva dopo tre decenni, segnando un cambiamento significativo nella programmazione regionale. L’iniziativa punta a rispondere ai bisogni reali dei cittadini, eliminando barriere economiche, geografiche e organizzative che fino ad oggi hanno limitato l’accesso alle cure.
Un piano che ridefinisce priorità e strategie per la sanità piemontese
Il nuovo documento programmatico si propone di tracciare un percorso chiaro per la sanità nel Piemonte. Gli interventi previsti riguardano sia aspetti organizzativi sia la distribuzione delle risorse, con l’obiettivo di superare le difficoltà accumulate negli anni. La mancanza di un piano aggiornato ha impedito di affrontare con continuità sfide cruciali come l’invecchiamento della popolazione e le disuguaglianze nell’accesso ai servizi. Il presidente della Regione, Alberto Cirio, ha sottolineato il valore storico di questa decisione, evidenziando la volontà di costruire una visione a lungo termine per la cura e l’assistenza sanitaria.
Il piano affronta temi chiave come il rafforzamento della medicina territoriale, la riduzione dei tempi di attesa e il potenziamento delle strutture pubbliche. Ciò richiede un impiego mirato delle risorse economiche, oltre a nuove modalità di coordinamento tra enti locali e servizi. La programmazione intende inoltre promuovere l’innovazione nell’erogazione delle prestazioni, garantendo qualità e continuità assistenziale.
Focus sull’universalità dell’assistenza: tornare a garantire cure a tutti i cittadini
L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha evidenziato il principio guida del piano: la sanità deve essere universale. Molti piemontesi infatti rinunciano alle cure per difficoltà economiche o per la lontananza dai centri sanitari. Il documento impegna la Regione a rimuovere queste barriere sociali e logistiche, favorendo l’accesso di chi ora è escluso o marginalizzato.
Il piano prevede interventi specifici per ridurre le disparità territoriali e sociali. Sono in programma servizi mobili e una riorganizzazione degli appuntamenti per abbattere i tempi di attesa. La scelta di riportare nelle strutture pubbliche quel pubblico che si sposta verso il privato nasce dalla convinzione che una sanità efficace non possa escludere nessuno. Tutto passa attraverso la verifica puntuale delle esigenze locali, per calibrare le risposte e dare continuità alle cure.
La visione dell’assessore Riboldi sottolinea anche l’importanza di agire con concretezza e immediatezza, rilanciando un sistema che negli ultimi anni ha mostrato segni di stanchezza soprattutto nei territori più isolati. La centralità del cittadino e delle sue necessità si traduce in un impegno concreto, scritto “nero su bianco” per guidare ogni azione futura.
Sanità sociale e integrazione: l’attenzione ai soggetti fragili e marginalizzati
L’assessore alle Politiche sociali, Maurizio Marrone, ha posto l’accento sul carattere sociale della riforma. Il piano raccoglie le esigenze di chi spesso è stato ignorato nella programmazione regionale. Persone con disabilità, anziani soli, cittadini con redditi bassi o che vivono in aree decentrate rappresentano il fulcro delle nuove strategie.
Il documento introduce misure volte a creare una migliore integrazione tra servizi sociali e sanitari, cercando di eliminare le separazioni che in passato hanno complicato l’accesso a prestazioni coordinate. L’approccio tende a fornire un percorso assistenziale che copra tutte le dimensioni del bisogno, da quella medica a quella sociale.
Si prevede un potenziamento delle reti territoriali, con figure professionali dedicate e strutture più vicine ai cittadini. Particolare attenzione viene dedicata alle situazioni di fragilità, con programmi su misura e supporti dedicati. Questo avvicinamento tra mondo sociale e sanitario vuole evitare che le condizioni di disagio si aggravino a causa della mancanza di cure o assistenza adeguata.
Le politiche integrate serviranno anche a ridurre il ricorso improprio agli ospedali e favorire percorsi di prevenzione e cura più efficaci, calibrati sulle specificità dei territori e delle comunità locali. Il piano non si concentra solo sulle emergenze ma punta a costruire un sistema in grado di sostenere il cittadino nel suo percorso di salute.
Il varo del Piano socio sanitario del Piemonte segna dunque un passo cruciale. Il documento ordina le risorse e le decisioni per rispondere alle sfide emerse negli ultimi anni. La scelta di mettere al centro i bisogni concreti dei cittadini indica una direzione precisa. Il piano dovrà ora tradursi in azioni tangibili, capaci di migliorare nel quotidiano la vita di chi vive in Piemonte.
Ultimo aggiornamento il 30 Luglio 2025 da Rosanna Ricci