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In crescita la cassa integrazione in Piemonte: +68% nel primo semestre 2025 rispetto al 2024

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Cassa integrazione in Piemonte, forte aumento nel primo semestre 2025. - Unita.tv
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L’andamento della cassa integrazione in Piemonte continua a mostrare segni di aumento nel 2025. I dati dell’Inps indicano un balzo significativo delle ore autorizzate nei primi sei mesi dell’anno, che superano di molto quelle registrate nel 2024. Questo fenomeno interessa soprattutto il settore manifatturiero e coinvolge più della metà delle province regionali, con effetti evidenti sul mercato del lavoro e sull’economia locale.

Aumento marcato delle ore di cassa integrazione in Piemonte da gennaio a giugno 2025

Tra gennaio e giugno 2025, le ore di cassa integrazione autorizzate in Piemonte hanno raggiunto circa 37 milioni, registrando una crescita del 68,4% rispetto al primo semestre del 2024, quando erano state 22 milioni. Questo incremento conferma un trend già emerso nella differenza tra il 2023 e il 2024, evidenziando una pressione crescente sulle aziende e i lavoratori della regione. L’incremento misura quindi la ripresa di situazioni di difficoltà e fatica nel mantenimento dei livelli occupazionali.

Il dato rappresenta un segnale importante del contesto economico attuale, soprattutto alla luce delle difficoltà nello stabilizzare i posti di lavoro nel settore industriale. Le ore di cassa integrazione diventano la misura concreta delle ore di lavoro perse o ridotte per motivi legati alla crisi produttiva o organizzativa delle imprese. Questo aumento non riguarda solo un singolo ambito ma coinvolge un’ampia fetta del tessuto economico piemontese.

Il ruolo del settore manifatturiero e le province più colpite dall’aumento della cassa integrazione

Il settore che trascina il numero delle ore di cassa integrazione in Piemonte è il manifatturiero, che da solo contribuisce circa al 90% delle ore autorizzate nella regione. Questo dato sottolinea quanto la struttura industriale del Piemonte, tradizionalmente legata all’industria pesante e manifatturiera, stia soffrendo problemi produttivi capaci di tradursi in riduzioni del lavoro.

Tra le otto province piemontesi, cinque mostrano un aumento delle ore di cassa integrazione. Le variazioni più significative si registrano ad Asti , Cuneo e Vercelli . In termini assoluti, Torino si conferma al primo posto rilevando quasi 24 milioni di ore, rendendola la provincia più colpita d’Italia. Questo primo posto riflette la concentrazione industriale e le criticità persistenti nel capoluogo e nella sua area metropolitana dove la cassa integrazione da evento temporaneo sembra essersi trasformata in un fenomeno ordinario.

Il commento della CGIL Piemonte sulla situazione industriale e occupazionale

Giorgio Airaudo, segretario generale della Cgil Piemonte, definisce la situazione della cassa integrazione “una costante” che indebolisce i salari dei lavoratori e l’economia di scambio commerciale. Secondo il suo punto di vista la crisi attuale non riceve risposte adeguate e viene sottovalutata da chi dovrebbe occuparsene. L’aumento della cassa integrazione emerge come sintomo di problemi profondi, non più circoscritti a emergenze temporanee.

Airaudo parla di una “rimozione psicologica” che sembra far negare l’urgenza di affrontare una crisi diffusa e radicata. L’assenza di politiche strutturali e di visioni a lungo termine, secondo il sindacalista, ostacola il rilancio della regione. Torino, definita come “capitale della cassa integrazione”, incarna questa difficoltà, con una congiuntura che richiede strumenti straordinari e continui, non soluzioni temporanee. La sua idea punta a una revisione delle strategie di sviluppo e sostegno al lavoro per il Piemonte.

Impatto sociale ed economico della crescita della cassa integrazione in Piemonte

L’aumento delle ore di cassa integrazione ha conseguenze dirette su redditi familiari, potere d’acquisto e attività commerciali negli ambiti coinvolti. La riduzione del lavoro regolare si traduce in una compressione economica che colpisce non solo i lavoratori ma anche le imprese locali che dipendono dai consumi e dalla stabilità dei salari. Questo crea un circolo vizioso che rallenta ulteriormente la ripresa.

I numeri registrati mostrano come la cassa integrazione in Piemonte abbia perso la natura di misura straordinaria e diventi una presenza frequente e diffusa nel tessuto produttivo. Il fenomeno interessa soprattutto imprese di piccole e medie dimensioni nelle province più coinvolte, aggravando le difficoltà di interi territori e comunità. Le istituzioni e le organizzazioni sociali seguono da vicino questo fenomeno, ponendo l’accento su una necessità di interventi permanenti per evitare il deterioramento del mercato del lavoro regionale.

Le conferme dai dati Inps spiegano infine quanto la gestione della crisi economica, soprattutto per il comparto industriale piemontese, richieda un approccio più strutturato. L’obiettivo sarà quello di superare questa fase, ma dato l’andamento attuale il rischio è quello di una permanenza stabile della cassa integrazione, con un impatto che si estende oltre le singole aziende.

Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2025 da Serena Fontana

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Serena Fontana

Serena Fontana è una blogger e redattrice digitale specializzata in cronaca, attualità, spettacolo, politica, cultura e salute. Con uno sguardo attento e una scrittura diretta, racconta ogni giorno ciò che accade in Italia e nel mondo, offrendo contenuti informativi pensati per chi vuole capire davvero ciò che succede.

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