L’ex magistrato Vladimiro Zagrebelsky si è spento all’età di 85 anni nella sua residenza a Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta, lasciando un segno profondo nella giustizia italiana ed europea. Fratello maggiore dell’ex giudice costituzionale Gustavo Zagrebelsky, Vladimiro Zagrebelsky ha dedicato oltre cinquant’anni alla magistratura e agli organismi internazionali, trasformando la sua carriera in una testimonianza del diritto e dei diritti umani.
Vicenda della morte e luogo dell’ultimo addio
Nel tardo pomeriggio di ieri, Vladimiro Zagrebelsky è stato colto da un malore improvviso mentre si trovava nella casa di villeggiatura a Gressoney-La-Trinité, in Valle d’Aosta, una località apprezzata per la sua tranquillità e il paesaggio alpino. Nonostante i soccorsi immediati, il magistrato non ce l’ha fatta. La notizia del decesso, appresa rapidamente dagli ambienti giudiziari e giornalistici, ha suscitato reazioni di cordoglio in tutta Italia e nei circoli internazionali del diritto.
Gressoney-La-Trinité, comune montano noto per il turismo invernale e per la quiete delle sue valli, ha accolto l’ultima dimora di Zagrebelsky negli ultimi anni della sua vita. Qui aveva scelto di ritirarsi mantenendo però un legame forte con i temi della giustizia, a cui aveva dedicato una vita intera. La perdita del magistrato è stata segnalata da fonti vicine, anche se i dettagli sulle cause precise del malore non sono stati ancora divulgati.
Dagli esordi in magistratura fino al tribunale di Torino
Nato a Torino nel 1940, Zagrebelsky entrò in magistratura nel 1965 e ben presto iniziò a lavorare nel sistema giudiziario piemontese. Gran parte della sua carriera si sviluppò proprio a Torino, dove operò sia come giudice in tribunale, sia come procuratore presso la pretura. Questi ruoli gli permisero di affrontare da vicino i casi giudiziari più delicati della città e di costruire una solida reputazione all’interno della magistratura.
Durante gli anni Ottanta e Novanta, Zagrebelsky fu per due volte componente del Consiglio Superiore della Magistratura , l’organo che governa la carriera dei magistrati in Italia. In questi anni, oltre a occuparsi di questioni amministrative interne, partecipò attivamente al dibattito su riforme giuridiche, mostrando sempre attenzione ai diritti fondamentali e alla tutela dell’indipendenza della magistratura. La sua esperienza maturata a Torino rappresentò il nucleo di una lunga carriera all’insegna della giurisdizione e dell’etica professionale.
Impegno internazionale e ruolo nella corte europea dei diritti dell’uomo
L’impegno internazionale di Zagrebelsky prese forma soprattutto a partire dal 2000, quando fu nominato presidente della Commissione Onu per la prevenzione della criminalità. Un incarico di rilievo che lo portò a confrontarsi con i temi della criminalità organizzata e prevenzione in ambito globale, rappresentando l’Italia in un contesto multilaterale.
L’anno successivo, nel 2001, il magistrato venne scelto come giudice italiano nella Corte europea dei diritti dell’uomo, il più importante tribunale sotto l’egida del Consiglio d’Europa, incaricato di vigilare sul rispetto della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Zagrebelsky mantenne questa funzione fino al 2010, anno in cui cedette il posto per raggiunti limiti di età. In questa veste ha contribuito a decidere casi che hanno influito sulle libertà civili di milioni di persone, imprimendo la sua visione giuridica su temi come la libertà di espressione, il diritto a un processo equo e la tutela contro trattamenti inumani.
Attività letteraria e contributi al giornalismo
Oltre alla carriera giuridica, Vladimiro Zagrebelsky lasciò una traccia anche nel campo della scrittura e del commento giuridico. Autore di numerosi articoli e libri, approfondì questioni legate al diritto internazionale, ai diritti umani e alla magistratura, fornendo spunti di riflessione utili sia agli addetti ai lavori sia a un pubblico più ampio.
Il magistrato collaborò come commentatore per il quotidiano La Stampa, uno dei principali giornali italiani, dove forniva analisi e interpretazioni chiare sulle decisioni della Corte europea e sui principali avvenimenti giuridici nazionali e internazionali. Questo suo contributo giornalistico gli permise di raggiungere una platea più vasta e di rendere accessibili temi spesso complessi, sempre con un linguaggio diretto e preciso.
Ultimo aggiornamento il 6 Agosto 2025 da Serena Fontana