Un bambino di tre anni di origine moldava è stato soccorso nelle scorse ore a Omegna, sul lago d’Orta, dopo essere stato rinvenuto in fondo alla piscina di un bed and breakfast dove alloggiava con la famiglia durante una vacanza. Il piccolo è stato trasferito all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, dove si trova ancora sotto osservazione. Al momento, i medici escludono un pericolo imminente per la vita del bimbo, ma la situazione resta delicata e si attendono ulteriori accertamenti per chiarire l’entità dei danni riportati dall’incidente.
Ricostruzione dettagliata dell’incidente alla piscina di omegna
L’episodio è accaduto ieri all’interno di una struttura ricettiva a Omegna, in provincia del Verbano-Cusio-Ossola. La famiglia moldava si trovava lì in visita a parenti che alloggiavano nello stesso bed and breakfast. Mentre i genitori erano impegnati a tavola, i piccoli si sono allontanati per giocare vicino alla piscina. Al momento del richiamo, il bambino di tre anni risultava scomparso. È scattato immediatamente un controllo serrato, sia all’interno della struttura che negli spazi esterni.
Dopo pochi minuti, il padre ha individuato il bambino sul fondo della piscina e si è tuffato per tirarlo fuori dall’acqua. Il piccolo non dava segni vitali evidenti e il padre ha praticato subito le manovre di rianimazione. Non è ancora chiaro quanti minuti esatti il bimbo sia rimasto immerso né quanto tempo sia stato privo di battito e respiro.
I carabinieri di zona, intervenuti sul posto per chiarire la dinamica dell’incidente, hanno raccolto testimonianze anche tramite un interprete, vista la nazionalità della famiglia coinvolta. Al momento non è stata aperta alcuna indagine formale, ma le autorità seguono con attenzione gli sviluppi clinici del bambino.
Condizioni di salute e ricovero al regina Margherita Di Torino
Il piccolo è stato trasportato d’urgenza all’ospedale infantile Regina Margherita di Torino, una struttura specializzata nella cura di bambini in situazioni critiche. Al suo arrivo, era già attaccato a macchinari per supportare la respirazione. I medici del reparto di terapia intensiva pediatrica stanno ora monitorando la situazione per valutare l’impatto dell’immersione prolungata sull’organismo, in particolare sul sistema nervoso e cardiaco.
La prognosi resta riservata ma la direzione sanitaria ha rassicurato sulle condizioni generali: il bambino non sarebbe in pericolo di vita. Nei prossimi giorni sarà fondamentale osservare la risposta ai trattamenti e individuare eventuali danni neurologici o altre complicanze derivate dall’incidente.
L’ospedale Regina Margherita ha spesso gestito casi simili grazie alla consolidata esperienza nel trattamento dell’annegamento infantile, in cui la rapidità d’intervento gioca un ruolo chiave nel salvare vite e limitare gli effetti a lungo termine.
Contesto familiare e ruolo dei parenti nella gestione dell’emergenza
La famiglia moldava stava trascorrendo le vacanze estive a Omegna con alcuni parenti, ospitati nello stesso bed and breakfast. Durante il pranzo, i genitori hanno momentaneamente perso di vista i bambini, che si erano allontanati per giocare vicino alla piscina. Questo ha creato la condizione che ha permesso l’incidente.
Il padre si è reso autore del salvataggio, lanciandosi senza indugi in acqua appena ha individuato il figlio. È stata questa prontezza a evitare il peggio. Subito dopo, è scattata la chiamata ai soccorsi; i carabinieri hanno assistito alla ricostruzione dell’episodio con l’aiuto di un interprete, per superare la barriera linguistica nel colloquio con i parenti presenti.
Al momento, non si segnalano responsabilità o indagini sul bed and breakfast, che ha messo a disposizione le informazioni richieste dalle forze dell’ordine. L’attenzione ora si concentra tutta sul recupero del bambino e sul monitoraggio dei suoi progressi.
Ultimo aggiornamento il 24 Agosto 2025 da Andrea Ricci