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Bambino cardiopatico dal bangladesh salvato a torino dopo un intervento chirurgico di sei ore

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Un neonato di otto mesi, affetto da una grave malformazione cardiaca congenita, è stato trasferito dal Bangladesh a Torino per un delicato intervento chirurgico al cuore. L’operazione, durata circa sei ore, si è svolta all’ospedale Regina Margherita ed ha permesso di migliorare significativamente le condizioni del piccolo paziente. Dietro questa complessa vicenda c’è una rete di medici e associazioni che hanno coordinato il viaggio e la cura.

Il viaggio dall’estero fino all’ospedale regina margherita

Il bambino proveniva dal Bangladesh con una cardiopatia congenita molto seria: aveva sviluppato solo uno dei due ventricoli del cuore. Questa condizione richiede normalmente tre interventi chirurgici distribuiti nel tempo per garantire la sopravvivenza e la funzionalità cardiaca. Nel suo caso però non era stato possibile effettuare il primo intervento subito dopo la nascita. La situazione clinica era critica e il trasporto aereo verso l’Italia ha rappresentato un rischio notevole.

L’organizzazione del trasferimento è stata affidata alla Flying Angels Foundation, che si occupa proprio di assistere bambini in condizioni gravi durante viaggi medici internazionali. All’arrivo a Torino i volontari dell’associazione Amici bambini cardiopatici hanno preso in carico la famiglia fornendo supporto logistico e umano durante tutta la permanenza nella città piemontese.

La scelta dell’ospedale Regina Margherita non è casuale: qui operano specialisti con esperienza consolidata in cardiochirurgia pediatrica capaci di affrontare casi complessi come questo. Il collegamento tra i medici locali in Bangladesh e l’équipe italiana si è stabilito grazie al dottor Alessio Pini Prato, direttore della Chirurgia pediatrica dell’ospedale di Alessandria, che ha fatto da tramite per attivare tutte le risorse necessarie.

Dettagli sull’intervento chirurgico eseguito a torino

L’intervento cui è stato sottoposto il piccolo paziente corrispondeva al secondo step previsto dalla terapia standard per chi presenta solo un ventricolo funzionante nel cuore. Normalmente infatti si eseguono tre operazioni: subito dopo la nascita, intorno ai sei mesi ed infine intorno ai quattro anni.

Nel suo caso però l’impossibilità ad intervenire precocemente ha richiesto una procedura più complessa fin da subito. Durante l’intervento i chirurghi hanno deconnesso una delle vene principali che porta sangue al cuore indirizzando quel flusso direttamente nei polmoni così da permettere all’ossigeno di entrare nel sangue senza mescolarsi con quello arterioso già ossigenato nel cuore stesso.

Parallelamente hanno rimosso parte del tessuto interno al cuore per facilitare il passaggio sanguigno nelle cavità rimaste attive ed evitare ostacoli alla circolazione interna residua.

Per mantenere stabile il bimbo durante questa fase delicata gli specialisti hanno utilizzato la macchina per circolazione extracorporea che sostituisce temporaneamente le funzioni del cuore permettendo agli organi vitali di ricevere ossigeno mentre viene eseguita l’operazione sul muscolo cardiaco stesso.

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L’intervento si è protratto per circa sei ore ma si è concluso con successo senza complicazioni immediate rilevanti; questo risultato rappresenta un traguardo importante vista anche l’età molto giovane e lo stato iniziale critico del paziente.

Assistenza post operatoria e follow-up ambulatoriale

Dopo alcuni giorni trascorsi sotto osservazione intensiva presso reparti specializzati dell’ospedale Regina Margherita, il bambino ha mostrato segnali positivi legati alla ripresa post operatoria. È stato dimesso in condizioni stabili, potendo così iniziare un percorso ambulatoriale programmato.

Questo tipo di monitoraggio serve a controllare costantemente lo sviluppo delle funzioni cardiovascolari rimaste attive, verificando eventuali complicanze o necessità future. In particolare sarà fondamentale valutare quando sarà possibile procedere col terzo intervento previsto dalla terapia standard intorno ai quattro anni.

La famiglia ora potrà tornare in Bangladesh consapevole che qui sono state messe le basi perché quel bimbo possa crescere con maggior qualità della vita rispetto alle premesse iniziali. Gli specialisti continueranno quindi ad accompagnarli anche da lontano seguendo ogni aggiornamento clinico.

Collaborazione e solidarietà internazionale

Questa storia evidenzia come collaborazioni internazionali fra medici, associazioni umanitarie e strutture ospedaliere possano fare davvero la differenza salvando vite fragili oltre confine.

Written by
Matteo Bernardi

Matteo Bernardi è un blogger versatile che racconta con passione e precisione temi legati a cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute. La sua scrittura unisce rigore informativo e attenzione per i dettagli, con l’obiettivo di offrire ai lettori contenuti aggiornati, accessibili e mai banali. Ogni suo articolo è pensato per informare e stimolare il pensiero critico.

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