Un’indagine recente del Centro Studi di Confindustria Cuneo ha preso in esame la situazione delle imprese nella provincia, concentrandosi su temi legati all’abitare e alle previsioni economiche per i prossimi mesi. L’analisi, basata sulle risposte di circa 300 aziende, evidenzia come la carenza di case influisca sull’attività produttiva e sulle esigenze di personale in alcuni settori.
Il disagio abitativo tra i dipendenti pesa sulle imprese locali
L’indagine ha rivelato che il 13,8% delle aziende coinvolte rileva problemi di alloggio tra i propri collaboratori, in particolare difficoltà nel trovare o conservare abitazioni adeguate sul territorio. Questa situazione non è trascurabile: l’11,6% degli intervistati ha collegato direttamente la scarsità di abitazioni al proprio fabbisogno di personale, sottolineando come il problema immobiliare condizioni la capacità di assumere e mantenere i dipendenti.
Nonostante questo impatto, solo una minoranza, pari al 3,6% delle imprese, ha indicato di aver avviato iniziative dirette o collaborazioni per affrontare il problema abitativo. Ciò suggerisce un gap tra la consapevolezza degli effetti e l’attivazione di risposte concrete a livello aziendale o territoriale. Le difficoltà abitative quindi emergono come un fattore non solo sociale ma con riverberi significativi sul mondo produttivo.
Trend negativi e speranze nell’industria manifatturiera cuneese
Analizzando le aspettative per il trimestre imminente, la situazione del manifatturiero mostra segnali di frenata. Il saldo tra imprese ottimiste e pessimiste sulla produzione, che era positivo al 5,6% nel periodo precedente, scende attorno a un -1,3%, confermando un clima più prudente o incerto nel settore. Questa inversione si inserisce in un contesto di difficoltà legate anche al quadro economico generale.
Il dato occupazionale però offre qualche motivo di fiducia. L’11% delle aziende del manifatturiero prevede di ampliarsi dal punto di vista del personale, mentre solo il 7,1% pensa a una riduzione dell’organico. Questi numeri indicano una stabilità, se non una lieve crescita, nei livelli di impiego, a dispetto delle condizioni meno favorevoli sul piano produttivo.
Miglioramenti e conferme nel comparto dei servizi
Nel settore servizi, invece, la fotografia è diversa. Il clima economico si rafforza ulteriormente: il saldo positivo tra le imprese che riportano un aumento dell’attività e quelle che segnalano una diminuzione sale al 22,5% dal 9,1% del precedente trimestre. Anche i nuovi ordini crescono con un saldo del 15,5%, in crescita di oltre 13 punti percentuali.
Sul fronte dell’occupazione, si mantiene una situazione di crescita contenuta ma stabile, con un saldo pari al 12,7%. Un segnale importante riguarda il ricorso alla cassa integrazione, che si azzera dopo aver toccato l’1,2%, segnalando una riduzione delle tensioni sul lavoro. Lungo questa dinamica si colloca anche il rafforzamento della propensione degli operatori dei servizi a investire, fattore che può contribuire a consolidare i trend positivi nel medio termine.
Ultimo aggiornamento il 24 Luglio 2025 da Andrea Ricci