Papa Leone XIV chiede una chiesa unita e aperta all’amore di Dio nel suo discorso di inizio pontificato
Il papa Leone XIV inizia il suo pontificato con un messaggio di unità e servizio, invitando la Chiesa a essere un segno di riconciliazione e apertura verso tutte le diversità.

Papa Leone XIV inaugura il suo pontificato con un messaggio di unità, amore e servizio, invitando la Chiesa ad aprirsi al mondo, promuovendo dialogo, fraternità e pace. - Unita.tv
Il nuovo papa Leone XIV ha scelto parole di unità e servizio per segnare l’inizio del suo pontificato nel corso della messa celebrata a Roma. Il suo messaggio ha sottolineato l’importanza di camminare insieme nella fede, ponendo l’amore di Dio come fulcro del cammino comune. Un appello a una Chiesa che non si chiude in se stessa, ma che apre le braccia al mondo intero, accogliendo diversità e sofferenze.
Un servo della fede con umiltà e rispetto per la comunità cristiana
Durante la celebrazione di inizio pontificato, papa Leone XIV ha espresso un sentimento di umiltà, definendosi scelto «senza alcun merito». Lo ha fatto rivolgendosi ai fedeli come un fratello, pronto a farsi servitore della loro fede e della loro gioia. Questo approccio ha ricevuto un forte apprezzamento, segnato da un lungo applauso dei presenti.
Amore e unità come colonne portanti
Le sue parole hanno voluto mettere l’accento sull’amore e l’unità come le due colonne portanti della missione che Gesù ha affidato a Pietro, primo Papa. Per Leone XIV, non si tratta di una chiamata al potere o al comando ma a un servizio continuo e discreto.
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Ha ricordato che Cristo è la pietra su cui si fonda la Chiesa e che Pietro, come suo successore, deve pascere il gregge «senza cedere alla tentazione di essere un condottiero solitario o un capo sopra gli altri». Il Papa ha invitato a camminare insieme nella fede, riconoscendo che ogni battezzato è una “pietra viva”, parte integrante dell’edificio spirituale.
Questa concezione respinge ogni forma di autoritarismo e invita la comunità a costruire «nella convivenza delle diversità», perché diversi ma uniti nello Spirito.
La chiesa come segno di riconciliazione e fraternità in un mondo diviso
Il Pontefice ha poi posto sotto i riflettori le divisioni e le ferite che ancora segnano il mondo contemporaneo. Ha fatto riferimento all’odio, alla violenza, ai pregiudizi, alla paura del diverso e a un modello economico che esclude molti, sfruttando le risorse naturali senza scrupoli.
A quel punto, ha indicato la Chiesa come un piccolo ma importante «lievito» in questa massa difficile. Questa immagine serve a mostrare la volontà di lavorare in profondità per portare unità e fraternità, anche dove manca.
Leone XIV ha sottolineato la necessità di farsi portatori di un messaggio di pace e comunione. Una comunità che non serve solo a sé stessa ma diventi stimolo per il mondo a riconciliarsi e a vivere insieme nel rispetto reciproco.
La sua messa ha evocato uno sforzo corale per realizzare questo sogno, partendo dal basso, in mezzo a ferite ancora aperte, con un “piccolo lievito” capace di far germogliare qualcosa di nuovo.
Apertura e dialogo con tutte le religioni e persone di buona volontà
Uno dei punti più forti del discorso riguarda l’apertura che deve avere la Chiesa. Papa Leone XIV ha invitato cristiani e non, fedeli di altre religioni o anche persone semplicemente in ricerca spirituale, a camminare insieme per costruire un futuro di pace.
Ha spiegato che l’unità non significa cancellare differenze o culture, ma valorizzarle come parte di un disegno più ampio di convivenza. È importante riconoscere le storie personali e le diversità culturali senza uniformare tutto.
Secondo il Papa, la Chiesa deve porsi come una realtà missionaria, che non si chiude nel proprio gruppo ma si lascia “inquietare dalla storia”. È chiamata a portare la Parola in mezzo agli uomini, senza sentirsi superiore o distante da chi vive situazioni difficili.
Il suo invito coinvolge quindi non solo credenti, ma tutti coloro che hanno a cuore la pace e la giustizia, per creare insieme un mondo nuovo, fondato sulla fraternità e l’amore.
Fede e amore, la spinta per costruire una comunità mondiale
Nella parte finale del suo intervento, papa Leone XIV ha scandito con forza che “questa è l’ora dell’amore” per la Chiesa. Ha richiamato la necessità di lasciarsi guidare dalla luce e dalla forza dello Spirito Santo per costruire una comunità solida, fondata sull’amore di Dio.
Il Papa ha descritto la Chiesa come un segno tangibile di unità e comunione, capace di aprire le porte al mondo intero, accogliendo e accendendo la speranza. La missione indicata da Leone XIV tende a trasformare la fede in azione, portando riconciliazione e pace.
Ha poi sottolineato come il cammino debba essere condiviso, come un unico popolo, fratelli e sorelle chiamati a camminare insieme verso Dio, amandosi reciprocamente. Una strada che non si compie da soli ma nella comunità, dove le differenze diventano punti di forza e non occasione di divisione.
Lo spazio aperto a diverse voci e culture nel discorso di Leone XIV segna un modo di intendere la Chiesa che accoglie e sostiene, puntando a creare una famiglia grande e inclusiva, radicata nell’amore e nel rispetto.