Padre fidel purisaca vigil racconta il periodo di robert prevost come vescovo di chiclayo e le sue azioni sul territorio

La vita di Robert Prevost a Chiclayo, evidenziata da Padre Fidel Purisaca Vigil, rivela un vescovo impegnato nella comunità, attento alle emergenze sociali e con una routine semplice e umana.
L'articolo racconta l'impegno pastorale e sociale di Robert Prevost, ora Papa Leone XIV, durante il suo ministero a Chiclayo, Perù, evidenziando la sua vicinanza concreta alla comunità nelle emergenze e la gestione della diocesi. - Unita.tv

La figura di robert prevost, ora papa leone xiv, si lega da anni alla diocesi di chiclayo, in Perù, dove ha svolto il ministero episcopale prima di essere chiamato a Roma. Padre fidel purisaca vigil, 62 anni, direttore dei media sociali della diocesi, condivide dettagli inediti sulla quotidianità e l’impegno di prevost verso la comunità locale, focalizzandosi su momenti cruciali come l’emergenza delle alluvioni e la pandemia che hanno segnato profondamente il territorio.

Come era la quotidianità di robert prevost a chiclayo

Padre fidel purisaca vigil ha vissuto a stretto contatto con Robert Prevost nella casa episcopale, dove condividevano non solo spazi ma anche la gestione di molti impegni legati alla diocesi. Descrive Prevost come un uomo con una vita semplice e routine ben definite, che iniziavano con una colazione composta da latte e cereali. La dieta, precisa padre fidel, non escludeva le carni alla griglia, alimento molto gradito dal vescovo.

Nel narrare alcuni aspetti quotidiani, emerge la cura che Prevost metteva nelle relazioni con chi viveva con lui. Sempre attento ai bisogni degli altri, si preoccupava sinceramente della salute e del benessere di chi lo circondava, invitando al riposo chi mostrava segni di stanchezza o malessere. Questi dettagli evidenziano un lato umano e riservato del vescovo, spesso nascosto dietro la responsabilità istituzionale.

Un tratto importante era il suo modo concreto di vivere la vita episcopale. Non si limitava a gestire le attività pastorali dalla scrivania, ma interveniva direttamente nelle situazioni di difficoltà. Lo dimostra la sua presenza durante il fenomeno atmosferico del Niño, quando le alluvioni colpirono duramente la zona. Durante quei momenti, si mise gli stivali e uscì per strada, tra la gente in difficoltà, dimostrando un approccio deciso e solidale.

Gli interventi di robert prevost nelle emergenze sociali a chiclayo

L’esperienza di Padre Fidel durante la gestione delle crisi a Chiclayo racconta un vescovo in prima linea. Il periodo più critico fu il 2017, quando il fenomeno del Niño provocò danni pesanti con alluvioni diffuse, anche nei centri più piccoli. Robert Prevost non restò un osservatore distante. Spiava soluzioni pratiche e immediate, coordinandosi con il personale della diocesi, ma non esitava a intervenire direttamente.

Questo atteggiamento emergente si ripeté durante la pandemia da covid-19. Padre Fidel ricorda quando Prevost ottenne due bombole d’ossigeno per un malato che viveva in una località remota. Non si limitò a delegare la consegna, ma guidò personalmente il furgone fino al villaggio per portare l’aiuto necessario. Questi piccoli ma concreti gesti ribadiscono una vicinanza reale con la popolazione.

Gli interventi sociali promossi dalla diocesi durante il suo episcopato furono molteplici. Prevost rafforzò la Caritas locale con iniziative mirate, tra cui case rifugio per chi aveva perso la casa e mense parrocchiali per i più bisognosi. Una buona parte di questi interventi era rivolta ai migranti venezuelani, un consistente flusso presente a Chiclayo.

Una parrocchia che si distinse per l’accoglienza dei migranti fu quella di San Vicente de Pau, dotata di una casa dedicata proprio a questo scopo. L’attività solidale non fu solo un impegno passeggero, ma un progetto strutturato per rispondere alle esigenze create dal cambiamento sociale e dalle migrazioni.

L’organizzazione della diocesi di chiclayo e la rete pastorale

La diocesi di Chiclayo copre un’area piuttosto ampia, organizzata con 50 parrocchie e 2 settori pastorali. Padre Fidel spiega che all’interno vivono circa un milione e 250mila persone, di cui l’80% si dichiara cattolico. Questa massa umana è seguita da 115 sacerdoti, tra i quali si trovano maggiormente parroci e collaboratori vicini a Prevost.

La vita quotidiana nella casa episcopale ruotava intorno a un gruppo di sei sacerdoti, coordinati dal parroco principale che deteneva autorità diretta. Robert Prevost rispettava sempre questo ordine gerarchico, partecipando attivamente alle celebrazioni e alle attività pastorali senza mai usurpare ruoli altrui.

Questa organizzazione garantiva un contatto costante con il territorio e permetteva di affrontare le problematiche sociali o spirituali della popolazione con un approccio collettivo. Era un sistema che integrava la vicinanza alle persone e la gestione sistematica delle emergenze, soprattutto nei momenti di difficoltà estrema.

Aspetti più personali di robert prevost: hobby, salute e rapporti umani

Padre Fidel non tralascia di raccontare anche aspetti più intimi del vescovo Robert Prevost. La figura di un uomo semplice, che quotidianamente affrontava problemi comuni, comprese le preoccupazioni familiari e personali. Un elemento ricorrente era la sua puntualità, segno di rigore ma anche di rispetto verso chi gli stava accanto.

Per mantenersi attivo, Prevost praticava sport come il tennis e il ping pong, abitudini che gli permettevano di restare in forma anche tra impegni intensi. A casa erano disponibili alcuni strumenti per esercizi fisici, che utilizzava regolarmente.

La disponibilità di Prevost verso gli altri e l’approccio diretto emerge anche da aneddoti più leggeri, come la battuta di Padre Fidel su una possibile partita a tennis con il tennista italiano Jannik Sinner, che evidenzia una punta di simpatia e normalità in un uomo che oggi svolge il ruolo di papa.

Il racconto si ferma qui, ma lascia chiaramente intuire come l’esperienza vissuta a Chiclayo abbia contribuito a formare una figura capace di coniugare fede, impegno sociale e preparazione spirituale in un contesto non privo di difficoltà.