Home Otto arresti a lamezia terme per mafia, estorsione e controllo occulto di una società

Otto arresti a lamezia terme per mafia, estorsione e controllo occulto di una società

Otto arresti a Lamezia Terme per associazione mafiosa, estorsione e usura. La cosca Lannazzo continua a operare nonostante le operazioni antimafia, mantenendo il controllo del territorio tramite prestanomi.

Otto_arresti_a_lamezia_terme_p

Una retata a Lamezia Terme ha portato all’arresto di otto persone legate alla cosca Lannazzo, accusate di associazione mafiosa, estorsione, usura e altri reati, confermando il controllo criminale sul territorio nonostante le precedenti operazioni antimafia. - Unita.tv

Una retata a lamezia terme ha portato all’arresto di otto persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, usura e altri reati. L’operazione delle forze dell’ordine ha evidenziato come la cosca lannazzo, nonostante una precedente pesante stretta giudiziaria, continui a gestire attività illegali nel territorio, sfruttando prestanomi e canali illeciti per mantenere il potere.

Dettagli sugli arresti e i provvedimenti

Lo scorso febbraio, a lamezia terme, carabinieri e polizia di stato hanno eseguito un’ordinanza firmata dal gip di catanzaro. Otto persone sono finite in manette: sei sono in carcere, mentre due sono state poste ai domiciliari. Le accuse variano dall’associazione mafiosa all’estorsione. Ci sono anche ipotesi su usura e intestazione fittizia di beni, oltre alla detenzione illegale di armi da fuoco e accesso illecito a dispositivi di comunicazione da parte di detenuti. Contestualmente, è stato sequestrato un autonoleggio nell’area aeroportuale, insieme a quasi ottomila euro ritenuti proventi illeciti.

Indagine dalla dda di catanzaro

Il quadro investigativo nasce da un’indagine partita nel giugno 2020 e andata avanti fino a settembre 2023. È stata curata dal nucleo investigativo di lamezia terme sotto la diretta regia della dda di catanzaro. Dai numerosi accertamenti è emerso un tessuto criminale che ha continuato a muovere i fili anche dopo le operazioni antimafia del 2015 e del 2017, che avevano colpito duramente la stessa cosca lannazzo.

La cosca lannazzo e il controllo del territorio

La cosca in questione opera principalmente nei quartieri di sambiase e sant’eufemia di lamezia terme, includendo anche la zona industriale. Nonostante molti soggetti siano in carcere, il gruppo, pur più ridotto, ha mantenuto la presa con modalità diverse. A veicolare la rete criminale è stata la moglie del capocosca, che ha svolto un ruolo chiave nel gestire e organizzare le attività illecite in città.

I reati ricostruiti indicano un controllo capillare che va dall’estorsione alle tensioni tra privati, con la cosca che si propone come garante di “protezione”. In questo modo, evita che rivalità sfocino in violenza, assicurando però una sorta di dominio sul territorio e sulle attività economiche locali. Beni e capitali provenienti dalle attività illegali sono stati reinvestiti in società di facciata, il cui reale controllo resta nelle mani della cosca tramite prestanomi.

Il ruolo dell’intestazione fittizia

Uno degli aspetti emersi riguarda la società di autonoleggio vicino all’aeroporto di lamezia terme. Formalmente intestata a un prestanome, l’impresa era gestita in realtà dai veri proprietari nascosti dietro la struttura formale. Il prestanome e sua moglie, impiegata nell’azienda, si occupavano di amministrare l’attività ma rispondevano agli ordini dei criminali che, in modo occulto, incassavano i profitti mensili.

La scelta del prestanome serve a nascondere il legame diretto tra cosca ed imprenditoria, impedendo così interventi giudiziari immediati. Questo sistema di intestazione fittizia protegge i beni dal sequestro o da altre procedure penali, consentendo alla cosca di conservare un controllo economico saldo sul territorio, dove il racket continua a espandersi.

Gestione familiare e comunicazioni illecite dal carcere

Un elemento particolare riguarda la gestione degli affari anche dall’interno del carcere. Il figlio del boss detenuto avrebbe usato un cellulare nascosto in cella per impartire ordini e dettare le scelte strategiche alla rete esterna. Questi contatti clandestini sono stati fondamentali per mantenere un legame tra i diversi livelli della cosca e governarne le attività.

La continuità familiare nella gestione della cosca conferma quanto siano radicati certi meccanismi tra le famiglie mafiose calabresi. Le figure centrali restano al comando anche pur dietro le sbarre, evitando vuoti di potere e permettendo la prosecuzione di attività illegali. Il caso di lamezia terme fotografa la realtà di un sistema ancora capace di riorganizzarsi ed adattarsi molto dopo colpi giudiziari forti, con ramificazioni che interessano tanto la città quanto le sue periferie.