Ottant’anni dalla strage di trecella, la memoria dei bambini nel ricordo di quel 7 maggio 1945

ottanta anni dopo la tragedia di trecella, il ricordo delle dodici vittime, tra cui sei bambini, viene rinnovato con una commemorazione che coinvolge le nuove generazioni e la comunità di pozzuolo martesana.
L’articolo ricorda la tragedia del 7 maggio 1945 a Trecella, dove un’esplosione di ordigni abbandonati dai tedeschi causò la morte di 12 persone, tra cui sei bambini, e celebra l’80° anniversario coinvolgendo la comunità e le scuole locali per preservarne la memoria. - Unita.tv

Otto decenni sono passati da quel 7 maggio 1945, una giornata segnata da una tragedia che ha inciso profondamente su trecella, frazione di Pozzuolo Martesana. Mentre l’Italia celebrava la fine della guerra e la liberazione dal nazifascismo, un’esplosione accidentale di ordigni abbandonati dai tedeschi trasformò l’aria di festa in lutto. Dodici persone persero la vita, tra cui sei bambini. Quest’anno, il ricordo ha coinvolto anche i piccoli studenti del paese, accompagnati dal sindaco e dalle autorità, affinché quella pagina dolorosa non venga dimenticata.

Il contesto storico: la liberazione e il carico pericoloso

Negli ultimi giorni di aprile 1945, i soldati tedeschi in ritirata lasciarono dietro di sé armi e munizioni nelle campagne intorno a trecella. In via per Albignano, i militari abbandonarono batterie per la contraerea e altri materiali esplosivi. A quel punto entrò in scena il Cln locale, che affidò al maggiore Franco Mangiagalli il compito di trasportare il carico in sicurezza presso la polveriera di Cassano d’Adda. Per aiutare Mangiagalli, cinque giovani del paese si offrirono volontari, assumendosi un rischio enorme dato lo stato instabile degli ordigni. Nel pomeriggio del 7 maggio fu caricata sull’autocarro l’ultima partita di armi, ma durante questa operazione si scatenò un’esplosione improvvisa.

Il terribile accaduto

L’esplosione trasformò il momento di lavoro in un inferno. Pari a un colpo di tuono devastante, l’onda d’urto divise la frazione e portò via la vita a sei ragazzi, tra loro anche il maggiore e i cinque giovani volontari. Quella presenza di bambini, accalcati a osservare le operazioni come si fa con i “grandi”, rese quel pomeriggio ancor più tragico. Roberto Brambilla, Aldo Brambilla, Giuseppe De Gaspari, Edoardo Grammatica, Augusto Invernizzi e Mario Oldani persero la vita subito, vittime innocenti di un incidente fatale mentre si trovavano poco distante dal camion.

La tragedia e il dolore di una comunità

La frazione di trecella si fermò quella domenica pomeriggio. Il boato dell’esplosione chiamò al soccorso genitori e vicini, che corsero verso il luogo della tragedia. Tra grida e lacrime si intrecciarono le scene di disperazione: padri e madri abbracciarono per l’ultima volta i propri figli, alcuni morti sul colpo, altri feriti in modo irreparabile. Le dodici vittime furono raccolte e temporaneamente deposte davanti alla chiesa di Sant’Anna, luogo scelto per rappresentare il lutto di tutta la comunità.

I funerali e la partecipazione della popolazione

I funerali si celebrarono pochi giorni dopo, con una partecipazione ampia e sentita. La popolazione di Pozzuolo Martesana si strinse attorno alle famiglie colpite dalla sventura, mettendo in evidenza la forza di un piccolo paese alle prese con un dolore immenso. La cerimonia ebbe una valenza pubblica, quasi a chiedere a chi era sopravvissuto di conservare la memoria di chi non c’era più, soprattutto dei bambini scomparsi senza poter capire quel che stava accadendo intorno a loro.

L’ottantesimo anniversario e il ricordo nelle scuole

L’80esimo anniversario della strage ha offerto un’occasione particolare: non solo il tradizionale incontro con le autorità e i rappresentanti dell’Anpi, ma anche un momento condiviso con le nuove generazioni. Alcune classi delle scuole locali sono state invitate a conoscere quella storia. Il sindaco, Angelo Caterina, ha spiegato ai bambini, con parole semplici, quel che avvenne quel pomeriggio: “Sono piccoli, ma è giusto raccontare”.

Questo gesto assume un valore importante perché lega presente e passato. Coinvolgere i più giovani nei ricordi significa far continuare un racconto che, altrimenti, rischierebbe di diventare un semplice evento lontano. I piccoli, in quel luogo simbolico dove avvenne la tragedia, sono diventati custodi di un pezzo doloroso della loro storia comune. Ricordare quei bambini vittime di quegli ultimi frammenti di guerra diventa così un impegno collettivo e una pagina che si rinnova ogni anno, per non lasciare tramontare il sacrificio di chi ha perso la vita mentre l’Italia cercava finalmente pace e libertà.