Un elicottero ha rotto il silenzio dell’alba nei quartieri di Giardinetti, Torre Spaccata e Quarticciolo, segnalando l’avvio di una vasta operazione contro il traffico di droga nel quadrante sud-est di Roma. Il rumore delle pale è stato avvertito anche a Centocelle, Don Bosco e lungo la Tuscolana, dove le forze dell’ordine hanno concentrato i loro sforzi per smantellare un gruppo criminale specializzato nello spaccio di cocaina e hashish. L’intervento è stato condotto dalla Guardia di Finanza in collaborazione con la Direzione Distrettuale Antimafia della capitale.
La struttura dell’organizzazione criminale e i suoi legami con la ‘ndrangheta
Le indagini hanno rivelato una rete ben articolata guidata da due italiani che controllavano il traffico illecito nella zona sud-est della città. La banda si approvvigionava principalmente con ingenti quantitativi provenienti dal Nord Europa e dalla Calabria, dove erano presenti contatti diretti con una cosca della ‘ndrangheta. Questo collegamento ha permesso al gruppo romano di garantire continuità nelle forniture e mantenere alti volumi nelle attività illegali.
Compiti specifici all’interno del gruppo
All’interno del gruppo ogni membro aveva compiti specifici: alcuni gestivano la contabilità delle entrate derivanti dallo spaccio; altri amministravano una “cassa comune” destinata a coprire le spese operative necessarie per mantenere attive le attività criminali. Questa organizzazione interna ha consentito alla banda non solo di aumentare i profitti ma anche di consolidare il controllo sul territorio.
Metodi operativi: comunicazioni criptate e logistica del traffico
L’organizzazione utilizzava appartamenti come depositi per gli stupefacenti, mentre veicoli dotati di doppifondi venivano impiegati per trasportare cocaina e hashish senza destare sospetti durante i movimenti sulle strade cittadine o extraurbane. Un elemento chiave era l’uso sistematico delle piattaforme criptate per comunicazioni sicure tra gli affiliati.
Questi strumenti tecnologici permettevano ai trafficanti non solo scambi riservati ma anche l’eliminazione degli intermediari tradizionali nel commercio della droga. Attraverso connessioni dirette con network internazionali si riducevano costi logistici incrementando così i margini economici del giro illecito; ciò rendeva più competitiva la sostanza venduta sul mercato romano rispetto ad altre offerte illegali presenti nella capitale.
Tecnologie usate nel traffico
L’uso di piattaforme criptate e veicoli con doppifondi rappresentava un sofisticato sistema di occultamento e protezione delle comunicazioni e dei trasporti, difficile da intercettare per le forze dell’ordine.
Quantitativi sequestrati durante le indagini e dettagli sull’arresto dei membri
Nel corso delle indagini sono stati documentati numerosi episodi relativi al traffico complessivo pari a circa 90 chili tra cocaina pura ed oltre 40 chili tra hashish pronti allo smercio locale o destinazioni limitrofe. Questi numeri testimoniano l’entità dell’attività criminale che gravava sulla sicurezza pubblica in diverse zone periferiche romane.
Il blitz mattutino ha portato all’arresto immediato dei nove soggetti ritenuti responsabili; tutti sono stati posti in custodia cautelare presso strutture carcerarie su disposizione dell’autorità giudiziaria capitolina con accuse pesanti quali associazione finalizzata allo spaccio illecito su larga scala. Le operazioni proseguono ora nell’ambito degli accertamenti tecnici volti ad approfondire ulteriormente dinamiche interne ed eventuali complicità esterne emerse dalle intercettazioni raccolte durante mesi d’indagine intensiva sulle piazze romane interessate dal fenomeno dello spaccio organizzato.
