Operaio cade da sette metri a san biagio di callalta e perde la vita sul lavoro
Un operaio è morto a San Biagio di Callalta dopo una caduta da sette metri, evidenziando l’aumento allarmante delle morti sul lavoro in Veneto e le criticità nella sicurezza nei cantieri.

Un operaio è morto cadendo da sette metri a San Biagio di Callalta (Treviso), evidenziando il preoccupante aumento delle morti sul lavoro in Veneto e la necessità di rafforzare la sicurezza nei cantieri. - Unita.tv
Questa mattina a San Biagio di Callalta, in provincia di Treviso, un operaio è morto cadendo da un’altezza di sette metri mentre lavorava sul tetto di un edificio. L’incidente ha riportato l’attenzione sul preoccupante aumento delle morti sul lavoro in Veneto, una regione che fino a poco tempo fa sembrava aver contenuto il numero degli infortuni gravi. Il caso riporta alla luce le criticità che persistono sul fronte della sicurezza negli ambienti lavorativi.
Incidente mortale sul tetto a san biagio di callalta
L’evento è avvenuto stamani, nell’area di San Biagio di Callalta, un comune in provincia di Treviso. L’operaio stava eseguendo lavori di manutenzione sul tetto di un edificio quando è precipitato da un’altezza stimata di sette metri. Il crollo non gli ha lasciato scampo, nonostante l’intervento degli operatori di emergenza.
Le circostanze dell’incidente restano oggi oggetto di accertamento da parte delle autorità competenti. Non è ancora chiaro se mancanze nelle misure di sicurezza o fattori esterni abbiano contribuito alla caduta. Fonti sindacali, tra cui la Uil del Veneto, hanno subito dato notizia del tragico episodio, denunciando come questi incidenti siano simili a un bollettino di guerra.
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Questa tragedia ha colpito una realtà lavorativa che, negli ultimi anni, sembrava migliorare nelle condizioni di sicurezza. La caduta da un’altezza rilevante rappresenta ancora uno dei rischi maggiori per gli operai nelle costruzioni e nelle manutenzioni edilizie.
Il preoccupante aumento delle morti sul lavoro in veneto
Il segretario regionale della Uil, Roberto Toigo, ha commentato il fatto con durezza, affermando che la situazione in Veneto è tornata a peggiorare drasticamente. Secondo le sue parole, le morti sul lavoro stanno crescendo in modo allarmante, tornando a livelli simili a quelli di periodi particolarmente critici della storia recente.
Toigo ha ricordato il caso del giovane Durbala, morto pochi giorni fa in Trentino, sottolineando come gli incidenti mortali nel Nordest siano triplicati solo nell’ultimo periodo. Questi dati indicano un’inversione di tendenza rispetto agli anni scorsi, durante i quali si era osservato un contenimento sia degli infortuni che delle morti negli ambienti di lavoro.
Il dato preoccupante è che il peggioramento riguarda anche le aziende che rispettano le regole e seguono le procedure di sicurezza. Questo fa capire che il problema è radicato, non facilmente risolvibile con misure standard e richiede un intervento più profondo sulla cultura della prevenzione e sui controlli.
Le cause della recrudescenza e i rischi nelle aziende
La Uil segnala che non ci sono ancora certezze sulle cause precise di questa nuova ondata di incidenti mortali. Comprendere questi motivi è fondamentale per intervenire con misure mirate e modifiche urgenti alle pratiche di sicurezza.
Anche nelle aziende più attente a rispettare le normative, il pericolo di incidenti gravi è presente. Questo potrebbe dipendere da vari fattori: condizioni di lavoro stressanti, momenti di disattenzione, carenze tecniche o altri elementi imprevisti che rendono difficile evitare cadute e infortuni.
Sicurezza e vigilanza nei cantieri edili
La situazione richiede un’intensificazione dei controlli e un ripensamento complessivo delle procedure operative. Nelle costruzioni, come nel caso della manutenzione dei tetti, ogni errore o mancata precauzione può avere conseguenze fatali. Serve una vigilanza maggiore a tutti i livelli, e una diffusione costante di comportamenti sicuri fra i lavoratori.
Gli incidenti recenti toccano tutti i comparti della manodopera manuale. Il dato veneto segnala invece una crisi particolare nel Nordest, un’area che aveva mostrato in passato risultati migliori nella prevenzione. Lo stato di allerta si deve tradurre in un impegno concreto sia da parte delle aziende sia da parte delle istituzioni competenti.
Le testimonianze sono amare perché affrontano vite spezzate e famiglie colpite. Questi episodi ribadiscono che la sicurezza sul lavoro resta un obiettivo da perseguire senza cedimenti, con pratiche rigorose e aggiornate, sul campo e nei cantieri.