Un dramma familiare ha scosso nei giorni scorsi il quartiere intorno a piazza Carolina, nel cuore di Napoli. Un uomo di 80 anni ha tolto la vita al fratello di 76, per poi togliersi la propria. I vicini raccontano una storia segnata da solitudine, malattie e tensioni crescenti tra i due anziani.
Franco Poce, ex sagrestano noto nel quartiere, viveva in condizioni precarie all’interno del suo appartamento. Secondo chi lo conosceva bene, era una persona sola e affetta da problemi di salute che ne limitavano l’autonomia. Il fratello maggiore Raffaele Poce si occupava della sua assistenza quotidiana.
I litigi tra i due erano frequenti e spesso legati proprio alle difficoltà della convivenza forzata. Ad aprile scorso un incendio scoppiato nella casa aveva aggravato ulteriormente la situazione: Franco riportò ustioni alle gambe ed entrambi dovettero fare fronte a disagi materiali come mancanza d’acqua corrente, luce e gas.
Questi elementi hanno contribuito a creare un clima pesante nell’abitazione dove si consumava una convivenza difficile fatta anche di rancori mai risolti.
I vicini sostengono che Raffaele Poce avrebbe deciso il gesto estremo dopo aver scoperto lui stesso problemi gravi alla salute. La paura di non poter più assistere il fratello malato potrebbe aver spinto l’ex guardia giurata ad agire con disperazione.
La dinamica dell’accaduto sembra confermare questa ipotesi: quella mattina Raffaele citofonò ad una vicina chiedendo che gli aprisse la porta del palazzo dove abitava Franco. La donna ricorda che appariva tranquillo e non dava segni evidenti di agitazione o turbamento.
Dopo l’omicidio però intervenne anche la moglie dell’uomo; entrata nell’appartamento chiamò subito aiuto uscendo in fretta dalla casa per cercare soccorsi.
Chi abita vicino ai Poce parla con tristezza ma senza sorpresa dell’accaduto; definiscono questa tragedia “una storia annunciata” vista la lunga serie di tensioni accumulate negli ultimi mesi tra i due anziani uomini soli nel loro isolamento sociale.
Il caso ha portato alla luce situazioni drammatiche legate alla gestione delle cure familiari nelle fasce più fragili della popolazione urbana partenopea. Le condizioni materiali precarie unite allo stato psicologico compromesso hanno creato uno scenario difficile da gestire per chiunque fosse coinvolto direttamente o indirettamente nella loro vita quotidiana.
La morte dei due fratelli lascia aperti interrogativi sul supporto sociale disponibile nelle aree urbane dove emergono casi simili fatti spesso passare sotto silenzio fino al momento del tragico epilogo.
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