L’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007 a Garlasco, entra in una nuova fase investigativa. Dopo quasi due decenni, la procura ha aperto un incidente probatorio che potrebbe rivoluzionare le ipotesi e le indagini del delitto. Il procedimento mira a esaminare tracce di Dna mai valutate prima e a chiarire chi si trovasse davvero in casa la mattina dell’omicidio. È comparso anche un nuovo indagato, Andrea Sempio, amico del fratello della vittima, a cui verrà prelevato il materiale genetico. Dietro questa riapertura c’è la necessità di fare luce su elementi mai approfonditi, con la cucina di casa Poggi al centro dei nuovi accertamenti.
L’incidente probatorio e il nuovo indagato
L’incidente probatorio ha preso avvio il 13 agosto 2025 nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio di Chiara Poggi. Esso rappresenta un passaggio fondamentale per acquisire prove scientifiche e ascoltare consulenti tecnici senza possibilità di replica. L’obiettivo principale è valutare tracce di Dna rinvenute nell’abitazione, che non erano state approfondite in passato. Parallelamente, la procura ha iscritto nel registro degli indagati Andrea Sempio, lui amico del fratello di Chiara, oggi coinvolto direttamente nelle verifiche. Si procederà al prelievo del suo materiale genetico per compararlo con quello trovato nei punti critici della scena del crimine.
La decisione di coinvolgere Sempio si basa sulle nuove piste investigative, ancora in corso di sviluppo, che sembrano attribuire un possibile ruolo nella vicenda. L’incidente probatorio funge da strumento per mettere ordine nei fatti emersi e per evitare che possibili contaminazioni o dimenticanze si fossilizzino nelle conclusioni precedenti. Gli esperti chiamati a esaminare Dna e reperti avranno quindi il compito di approfondire ciò che finora era rimasto in sospeso.
Tracce di dna e la centralità della cucina nelle indagini
Da sempre la cucina di casa Poggi è stata considerata un ambiente chiave della scena del delitto, ma finora risulta scarsamente esaminata nelle sue componenti biologiche. Secondo i carabinieri, proprio quell’ambiente è stato lasciato “abbandonato” nelle analisi, trascurando molte tracce genetiche depositate su superfici e oggetti. Queste impronte biologiche potrebbero invece rivelare quante persone fossero effettivamente presenti quella mattina in casa e contribuire a ricostruire la dinamica degli eventi.
Nuovi esami sono destinati a individuare la composizione dettagliata del materiale genetico rinvenuto nella cucina, valutando anche la presenza di più soggetti. Dalle prime ipotesi si parla di almeno due persone diverse oltre alla vittima. Questo potrebbe modificare la ricostruzione tradizionale degli avvenimenti, contestando alcune versioni finora accettate.
Gli accertamenti si concentrano su utensili, piani di lavoro e altri luoghi in cui si accumula materiale organico. Verificare queste tracce è fondamentale per riconoscere se vi siano state visite o presenze estranee, che potrebbero aprire nuovi scenari investigativi. La cucina diventa dunque il cuore di questa nuova fase, un concentrato di indizi da esaminare con tecniche aggiornate e più accurate, in modo da ottenere riscontri concreti.
Il dna delle persone coinvolte e le possibili acquisizioni future
Ad oggi, non sono stati ancora acquisiti i profili genetici di alcuni soggetti che risultano comparsi nel corso delle indagini o di testimonianze recenti. Tra questi si segnalano le cugine di Chiara Poggi, le gemelle Cappa, menzionate come parti interessate da un super testimone durante una puntata di “Le Iene”. Inizialmente, la procura ha deciso di prendere il Dna esclusivamente a chi fosse strettamente necessario per le comparazioni.
L’eventuale richiesta di prelievo del materiale genetico di questi soggetti dipenderà da come si svilupperanno i risultati dell’incidente probatorio. Se emergeranno tracce compatibili o sospette, potrebbero essere convocati per i controlli. Questo approccio mira a evitare forzature e ad agire esclusivamente su dati concreti, garantendo il rispetto delle procedure e dei diritti degli indagati o testimoni.
Parallelamente, per evitare qualunque rischio di contaminazione, verrà prelevato il Dna anche dei consulenti che partecipano all’incidente probatorio. Così si garantirà che ogni analisi riguardi solo il materiale originale, evitando errori che potrebbero compromettere il procedimento. La gestione delle prove biologiche diventa quindi di massima importanza in questa fase di riapertura.
Cosa si attende dall’esame delle nuove tracce
L’incidente probatorio è atteso come un passaggio cruciale per dare un’identità alle tracce mai analizzate fino a oggi. Le nuove analisi di laboratorio potrebbero chiarire il numero esatto di persone presenti in casa il giorno dell’omicidio. Questo punto è strategico per ricostruire l’orario preciso, le interazioni, e stabilire eventuali responsabilità diverse da quelle finora ipotizzate.
Le tracce genetiche scoprono volti e nomi assenti negli atti precedenti, consentendo alle forze dell’ordine di sondare nuove piste. Ogni singolo frammento biologico diviene un tassello del puzzle da risolvere. Il materiale recuperato nel cuore della cucina potrebbe svelare movimenti sconosciuti o presenze inattese. Chiara Poggi risulta quindi circondata da indizi inediti, che dovranno essere valutati con attenzione.
Nel corso dell’incidente probatorio saranno esaminati anche aspetti tecnici che riguardano la contaminazione, la qualità dei reperti e la loro compatibilità con profili noti. Questi dati devono fornire risposte precise e supportare eventuali nuove accuse. La parola finale spetterà al giudice che dovrà valutare la solidità delle prove scientifiche emerse in questa nuova fase.
L’esito di queste operazioni potrà cambiare il quadro dell’omicidio di Garlasco, portando novità che potrebbero incidere sul destino processuale dei coinvolti e sulla memoria pubblica di una vicenda rimasta senza colpevoli certi per anni.