Omicidio al parco nord di milano, marito di chamila: «attenzione a chi esce di prigione dopo omicidio»
La morte di Chamila Wijesuriya al Parco Nord di Milano riaccende il dibattito sulla sicurezza dei permessi per detenuti, dopo il suicidio del sospettato Emanuelle De Maria.

La tragedia di Milano vede la morte di Chamila Wijesuriya, uccisa da un detenuto con permesso di lavoro esterno, sollevando dubbi sulla sicurezza e la gestione di tali permessi. - Unita.tv
La tragedia che ha scosso Milano riguarda la morte violenta di chamila wijesuriya, donna italo-srilankese di 50 anni, trovata senza vita al parco nord. Il principale sospettato è emanuelle de maria, 35enne detenuto con permesso di lavoro esterno, che dopo aver accoltellato anche un collega si è tolto la vita lanciandosi dalle terrazze del duomo. Questa vicenda riporta al centro del dibattito la sicurezza legata ai permessi per chi ha commesso reati gravi. Il marito di chamila, himanshu, ha voluto esprimere pubblicamente il suo sfogo e la sua preoccupazione sulla gestione di questi casi.
Le dinamiche del femminicidio al parco nord di milano
I fatti si sono consumati in una giornata di fine settimana, in un luogo pubblico e frequentato come il parco nord. Chamila wijesuriya è stata trovata morta, probabilmente accoltellata, e da subito le indagini hanno puntato il dito su emanuelle de maria. Era un uomo già noto alle forze dell’ordine, ospite temporaneo dell’hotel berna vicino alla stazione centrale, dove lei e lui lavoravano insieme. De maria godeva di permessi per uscire dal carcere per lavorare, compreso l’orario in cui è avvenuta la tragedia.
La scintilla della tragedia
L’elemento scatenante sembra essere stata la volontà di chamila di interrompere ogni rapporto con de maria, cosa che non lui non avrebbe accettato. A conferma di questo, un collega di chamila era stato accoltellato da de maria in un tentativo di difesa della donna. L’uomo si è poi tolto la vita gettandosi da una delle terrazze del duomo. Questi eventi fanno riflettere sulla gestione dei permessi di lavoro all’esterno concessi a detenuti per crimini gravi.
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Il ruolo del permesso di lavoro e l’allarme del marito himanshu
Himanshu, marito di chamila, ha voluto mettere in luce un problema che spesso passa in secondo piano: il modo in cui la giustizia italiana lascia uscire persone con precedenti per gravi reati. Nella sua intervista al corriere della sera ha insistito affinché vengano svolte maggiori verifiche e controlli prima di concedere la libertà.
Lui stesso racconta di aver sentito la moglie venerdì pomeriggio alle 15.20. Chamila gli disse di essere appena uscita dalla palestra a cinisello balsamo, ma i filmati di videosorveglianza indicano che in quel momento era insieme a de maria, lungo il percorso verso il parco nord. Himanshu non ha dubbi sul fatto che la moglie volesse chiudere ogni legame con quell’uomo, cosa che pare essere la scintilla del tragico episodio.
Riflessioni sulla pericolosità di de maria
Il marito si chiede perché non siano state fatte delle perizie psichiatriche più approfondite su de maria, in particolare riguardo la sua pericolosità, e perché fosse ancora in giro nonostante il grave delitto di cui era già autore. Il suo appello mette in risalto la paura che altre vittime possano esserci se queste situazioni non sono meglio gestite.
Il ricordo di chamila e l’impatto sulla famiglia
Himanshu ricorda chamila come una moglie e madre presente, dedita alla famiglia e alla vita quotidiana. Racconta di come lei gli ripetesse spesso «non ti lascerò mai», un’affermazione che oggi assume un peso profondo e doloroso. La perdita improvvisa ha stravolto ogni certezza delle persone a lei più vicine.
Il marito non si limita a esprimere dolore personale, ma mette in luce un problema più ampio, legato alla sicurezza e alla gestione di chi torna in libertà dopo aver commesso un omicidio volontario. Il suo messaggio vuole spingere le istituzioni a riflettere su come limitare i rischi e impedire che situazioni del genere si ripetano.
Momenti di vita e dolore
Nel ricordo di chamila ci sono gesti quotidiani e momenti di vita familiare che ora hanno il valore di tutto ciò che è andato perso. Himanshu esprime la sua impossibilità di tornare indietro, un grido di dolore che si sovrappone a questa vicenda drammatica che ha segnato profondamente la città di Milano.