Un uomo è stato bloccato dai carabinieri nella provincia di Catania con l’accusa di aver ucciso un 63enne nella sua abitazione. La vicenda, avvenuta in contrada San Nicolò Le Canne, ha portato a un’indagine serrata che ha chiarito la dinamica del delitto.
Il ritrovamento del corpo e i primi rilievi dei carabinieri
La scoperta della vittima sono avvenuti nella casa di campagna a Caltagirone nel pomeriggio di ieri. I parenti della persona deceduta avevano pensato a un incidente domestico, vista la posizione del corpo e l’assenza visibile di segni evidenti. Ma la squadra di investigazioni scientifiche, giunta sul posto con il medico legale incaricato dalla Procura di Caltagirone, ha trovato evidenze che indicavano un omicidio. L’autopsia ha mostrato tre ferite da arma da fuoco, due al petto e una all’inguine, compatibili con colpi sparati a breve distanza con una pistola calibro 7,65. Le prime analisi hanno subito escluso cause naturali o accidentali. Il quadro investigativo è cambiato in poche ore, portando a un’immediata ricerca del responsabile.
L’arresto di corrado rametta e il ritrovamento della pistola
La notte seguente i carabinieri hanno individuato e fermato l’indagato, un uomo di 54 anni originario di Avola, in provincia di Siracusa. Rametta ha consegnato volontariamente una pistola calibro 7,65, con cinque colpi nel caricatore, arma illegalmente detenuta. Nel corso delle indagini l’uomo ha raccontato di essersi cambiato subito dopo il delitto e di aver nascosto gli abiti sporchi di sangue in un terreno vicino al campo sportivo del paese. Questi dettagli hanno confermato ai militari la sua responsabilità e la dinamica della vicenda. L’arresto è stato convalidato con l’accusa di omicidio aggravato.
Possibili motivi dietro il delitto e contesti familiari
Gli investigatori stanno ricostruendo i moventi alla base della tragedia: secondo le indagini preliminari, Rametta nutriva un risentimento verso il cognato della vittima. Il nodo della vicenda riguarda la vendita di un immobile all’asta, un’abitazione appartenuta alla famiglia e pignorata. Il cognato di Rametta si era aggiudicato quell’immobile, generando tensioni che potrebbero aver spinto all’azione violenta. Resta da chiarire se il delitto sia scaturito da una vendetta legata a questa situazione immobiliare o se si tratti di un caso di errore nel mirare la persona, ma al momento l’ipotesi più concreta è la prima. Le autorità continuano ad approfondire questi aspetti per definire con certezza le responsabilità.
Il contesto investigativo e le verifiche in corso
Le indagini dei carabinieri proseguono per chiarire ogni dettaglio della vicenda. Stanno esaminando testimonianze, movimenti dell’indagato e eventuali collegamenti con terze persone. Il ritrovamento dell’arma e degli abiti insanguinati rafforza le accuse ma sono in corso accertamenti balistici e forensi per confermare la dinamica esatta. La Procura di Caltagirone coordina il lavoro degli inquirenti per assicurare che tutti i riscontri siano raccolti e, qualora emergessero nuovi elementi, l’indagine potrà allargarsi. La vicenda accende nuovamente i riflettori sulla gestione delle aste immobiliari e sui contrasti familiari che, in situazioni di questo tipo, possono sfociare in atti criminali.
