La 96esima adunata nazionale degli alpini si è chiusa oggi a Biella con una imponente sfilata guidata da oltre 300 militari delle truppe alpine dell’esercito. L’evento ha richiamato l’attenzione per il valore storico e simbolico del corpo, oltre che per la partecipazione massiccia di giovani soldati in addestramento. I dettagli della parata confermano l’importanza di questa tradizione che unisce passato e presente attraverso medaglie, storie e volti nuovi.
La guida della parata: il terzo reggimento alpini della brigata taurinense
La sfilata ha visto in testa il terzo reggimento alpini della brigata taurinense, riconosciuto per la sua bandiera di guerra tra le più decorate dell’esercito italiano. Questo vessillo porta segni distintivi legati a battaglie fondamentali, come la medaglia d’argento ottenuta nella prima guerra mondiale da battaglioni come il Susa e l’Exilles. In particolare, il 16 giugno 1915, i soldati dell’Exilles conquistarono il Monte Nero con un’azione audace, una cima da sempre considerata inespugnabile. Ancora oggi, il battaglione Susa continua la sua attività, mantenendo vivo il legame con quella storica conquista.
Durante la parata, è stato evidente il rispetto per queste imprese che hanno segnato il destino del corpo alpino. Si sono potute vedere le uniformi, i gradi e gli emblemi che raccontano storie di coraggio e sacrificio. La brigata taurinense, con la sua lunga tradizione, rappresenta uno dei fulcri dell’impegno alpino dentro e fuori il territorio nazionale.
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I riconoscimenti simbolici e il patrimonio onorifico degli alpini pinerolesi
Il tricolore degli alpini pinerolesi ha sfilato con onore, portando addosso diverse medaglie che riflettono la storia e l’impegno di questo gruppo nel corso degli ultimi oltre cento anni. Tra i riconoscimenti spiccano una medaglia di bronzo, ottenuta durante la guerra di liberazione tra il 1943 e 1944, periodo in cui gli alpini combatterono contro le truppe naziste sugli Appennini. Questo impegno è stato fondamentale per la liberazione del paese e testimonia il ruolo cruciale che queste truppe hanno avuto anche in circostanze interne di conflitto.
Alcune onorificenze risalgono anche a sforzi civili come la croce di benemerenza assegnata per gli interventi di soccorso alle popolazioni coinvolte dal terremoto che, nel 1908, devastò Messina e Reggio Calabria. Questo episodio mostra un volto meno conosciuto degli alpini: quello di soccorritori in condizioni di estrema emergenza, capaci di portare aiuto non solo nella guerra, ma anche nelle catastrofi naturali più gravi.
La partecipazione dei giovani alpini e la formazione in corso ad aosta
Tra i gruppi che hanno preso parte alla sfilata, una particolare attenzione è stata riservata alla compagnia del corso “Solarolo III” del Centro addestramento alpino di Aosta. Si tratta di 144 giovani aspiranti, con un’età media intorno ai 20 anni, che in questi giorni stanno completando la loro formazione base. L’addestramento rappresenta l’ingresso ufficiale nella vita di soldato alpino e si concluderà con la cerimonia della consegna del famoso cappello con la penna nera, simbolo di appartenenza a questo corpo.
Questi giovani hanno avuto modo di confrontarsi con una tradizione che ha radici profonde, attraverso eventi come la parata, e di mostrare alle migliaia di visitatori il percorso che li porta a diventare alpini. La loro presenza segna un passaggio generazionale, che rinnova il corpo dell’esercito mantenendo vive le strutture formative e il legame con la storia.
La batteria a tamburi della scuola militare teulié e le uniformi storiche
Un altro elemento che ha arricchito la manifestazione è stata la partecipazione della batteria a tamburi della Scuola Militare Teulié di Milano. Questa formazione è composta dagli allievi dell’ultimo anno, che hanno sfilato indossando uniformi d’epoca, un richiamo diretto alle tradizioni militari italiane. Il suono dei tamburi ha scandito il passo della sfilata, conferendo un’atmosfera solenne e coinvolgente.
Queste divise storiche ricordano i momenti significativi della storia militare, e la presenza degli allievi in questo ruolo mostra come il sistema formativo mantenga costante attenzione alla memoria. Questi dettagli contribuiscono a tenere vivo il ricordo di un corpo che ha segnato pagine importanti della storia nazionale, attraverso i propri simboli visivi e il suono dei bandi.
La cittadella degli alpini e la partecipazione degli appassionati
Nei giorni prima della sfilata, le truppe alpine hanno allestito la “cittadella degli alpini”, uno spazio espositivo che ha accolto più di 200mila visitatori. L’area comprendeva 25 stand nei quali sono stati mostrati aspetti concreti come tecnologia, addestramento e valori che animano i militari. La presenza di oltre 150 militari ha permesso di far conoscere al pubblico l’attività quotidiana e i compiti assegnati a chi fa parte di questo corpo.
La cittadella ha rappresentato un’occasione per un contatto diretto tra cittadini e militari, senza filtri, mostrando l’impegno in attività espositive e dimostrazioni. La partecipazione numerosa conferma il legame profondo che gli alpini hanno con la popolazione e come questa manifestazione sia molto più di un momento folcloristico: è una vera e propria testimonianza tangibile di un corpo che resta parte attiva della società italiana contemporanea.