Occupazione simbolica nella sede Rai di Milano per denunciare il silenzio sui referendum sul lavoro e cittadinanza
Militanti del centro sociale Il Cantiere e collettivi studenteschi occupano simbolicamente la sede Rai di Milano per denunciare l’oscuramento mediatico sui referendum sul lavoro e sulla cittadinanza.

A Milano, militanti del centro sociale Il Cantiere e collettivi studenteschi hanno occupato simbolicamente la sede Rai per denunciare la scarsa copertura mediatica dei referendum sul lavoro e sulla cittadinanza, chiedendo maggiore attenzione su questi temi nei programmi pubblici. - Unita.tv
Una protesta si è svolta ieri pomeriggio nell’atrio della sede Rai di Milano in corso Sempione. Militanti del centro sociale Il Cantiere e del coordinamento dei collettivi studenteschi hanno occupato simbolicamente gli spazi comuni intorno alle 14 per richiamare l’attenzione su un tema delicato: la mancata copertura mediatica dei referendum sul lavoro, in particolare quello riguardante la cittadinanza. L’azione nasce da una richiesta precisa di maggiore visibilità su queste tematiche all’interno dei programmi Rai.
Come si è svolta l’azione e le modalità dell’occupazione
L’occupazione è stata organizzata come una presenza simbolica, senza impedire l’accesso alla sede né interrompere le attività della tv pubblica. All’ingresso nessun blocco all’entrata è stato imposto, quindi i dipendenti e i giornalisti hanno potuto proseguire il proprio lavoro senza rallentamenti. Durante l’iniziativa è stato improvvisato un finto telegiornale all’ingresso della sede per attirare lo sguardo dei passanti. Inoltre, sono stati esposti diversi striscioni con slogan che denunciavano ciò che i manifestanti definiscono uno “oscuramento” mediatico, specialmente rispetto al referendum sulla cittadinanza.
Atmosfera e strategia scelta
L’atmosfera è rimasta tranquilla, senza scontri o tensioni evidenti. La scelta di mantenere operativo il palazzo, senza azioni invasive, è stata probabilmente pensata per voler portare un messaggio chiaro senza provocare disagi diretti all’emittente.
Motivazioni e richieste dei manifestanti
Una delle militanti ha spiegato che la protesta intende portare al centro del dibattito pubblico la questione dei referendums, segnalando una copertura mediatica che secondo loro “rappresenta meno dell’1% della programmazione”. La cittadinanza, in particolare, resta un tema complesso e spesso poco affrontato dai grandi mezzi di comunicazione, nonostante le ripercussioni sociali rilevanti.
Il gruppo ha fatto riferimento a quella che definisce “reimmigration”, cioè all’atteggiamento di respingimento e alle politiche migratorie che per i manifestanti si traducono in episodi di razzismo “di Stato”. Sono stati citati i respingimenti, i centri di permanenza per i rimpatri , definiti “nuovi lager”, e gli accordi con governi stranieri – Libia e Turchia in primis – criticati per le condizioni dei migranti. Per loro, porre questioni come quelle dell’inclusione e della cittadinanza significa metterle a fuoco anche nelle azioni e nei commenti della Rai.
Ruolo dei media e implicazioni della protesta
La Rai rappresenta ancora uno degli spazi principali per il dibattito pubblico in Italia. Quando temi importanti come i referendum sul lavoro o sulla cittadinanza vengono percepiti come trascurati o marginalizzati, alcune realtà sociali scelgono azioni dirette per rivendicare una voce. L’occupazione simbolica di corso Sempione mette in evidenza il ruolo che i grandi media giocano nel costruire o escludere certe narrazioni.
Oscuramento mediatico e riflessione
La denuncia di un “oscuramento” implica l’idea che proprio nei luoghi dove dovrebbe esserci informazione libera e completa, alcune voci restano inascoltate. La scelta di manifestare senza bloccare le attività sembra mirata a suggerire che la protesta non vuole distruggere o sabotare, ma solo offrirsi come spunto per una riflessione più ampia.
Il tema della cittadinanza, in particolare, resta centrale nel dibattito italiano. Le norme e le pratiche che determinano chi è o non è riconosciuto come cittadino producono effetti quotidiani su molte vite. La Rai, come media pubblica, viene chiamata a raccontare queste dinamiche come parte del proprio mandato. La protesta a Milano ne è un segnale visibile.