L’ultimo trasferimento di migranti dal territorio italiano verso l’albania è avvenuto venerdì scorso. Ventotto persone sono state imbarcate su una nave partendo da brindisi con destinazione il centro di permanenza per i rimpatri di gjader. Questo spostamento fa seguito a una serie di operazioni simili e riflette l’attuale gestione dei flussi migratori tra i due Paesi.
Il trasferimento da brindisi al cpr di gjader e la situazione attuale nella struttura
La nave partita da brindisi ha condotto 28 migranti al cpr situato nel nord dell’albania. Ad oggi, nel centro risultano presenti 43 stranieri in totale. Il cpr di gjader continua a ospitare persone in attesa di rimpatrio o con situazioni legali in corso.
Tra coloro che hanno lasciato la struttura, 16 sono già stati rimpatriati nei loro Paesi d’origine. Altri 5, in condizioni di salute precarie, sono stati dimessi e riportati in italia per ricevere cure specifiche. 18 persone, che avevano presentato domanda di asilo, hanno ottenuto il rilascio dopo che i giudici non hanno confermato la loro permanenza nel centro di trattenimento.
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Queste decisioni sono state prese prima della sentenza della corte di cassazione che, di recente, ha equiparato i cpr albanesi a quelli italiani. Dopo questa sentenza, alcune richieste di trattenimento nel centro hanno ricevuto convalide, modificando così il quadro dei trasferimenti e delle permanenze.
La sentenza della cassazione e l’equiparazione dei cpr albanesi a quelli italiani
Il pronunciamento della cassazione ha rappresentato un punto di svolta nel trattamento dei migranti trasferiti dall’italia all’albania. Prima di questa sentenza, la giurisdizione italiana mostrava un approccio differente rispetto ai centri di permanenza albanesi, con un numero maggiore di rilasci e di dinieghi alle misure restrittive.
La corte ha stabilito che il centro di gjader debba essere considerato alla stregua di un cpr italiano, con tutte le conseguenze di legge che ne derivano. Questo ha comportato un aumento nelle convalide dei trattenimenti e una diversa valutazione delle domande di asilo presentate dai migranti all’interno del centro.
Questa decisione ha avuto un impatto concreto sul numero di migranti trattenuti in albania e sulle procedure legate ai rimpatri. La modifica nella gestione delle pratiche ha influenzato anche le strategie di trasferimento e di controllo delle frontiere marittime tra i due Stati.
Nuovi sbarchi a lampedusa: 191 migranti soccorsi in due diverse operazioni
Nelle prime ore del mattino un’altra emergenza migratoria si è svolta a lampedusa. La motovedetta cp312 della guardia costiera ha effettuato il soccorso di due imbarcazioni con un totale di 191 persone a bordo.
Sul primo gommone viaggiavano 115 persone tra cui 23 donne e 7 minori. Provenivano da diversi paesi: egitto, eritrea, etiopia, somalia e sudan. Sul secondo barcone erano 76 i migranti, con una donna e 5 minori, provenienti principalmente da afghanistan, bangladesh, marocchino e pakistano.
I migranti hanno raccontato di essere partiti dalla costa libica, precisamente dalle città di zouara e sabratta. Hanno dichiarato di aver pagato fino a 5mila dollari ciascuno per attraversare il mediterraneo e raggiungere l’italia.
La gestione dell’accoglienza a lampedusa tra hotspot pieni e trasferimenti
I nuovi arrivati sono stati condotti presso l’hotspot di lampedusa, dove attualmente sono presenti 495 ospiti, di cui 64 minori senza accompagnatore. Questa situazione evidenzia ancora una volta la pressione sulle strutture dell’isola, sempre sotto stress per la gestione dei flussi continui.
Per far fronte all’affollamento, nella mattinata è stato organizzato il trasferimento di 239 persone verso porto empedocle tramite il traghetto di linea. Questa operazione porterà a un alleggerimento temporaneo della struttura, che per serata accoglierà meno migranti.
Le operazioni in corso tuttavia confermano la necessità di un monitoraggio costante e di un coordinamento tra le diverse autorità per garantire spostamenti ordinati e rispetto delle normative previste.