
L'articolo descrive l'uso di tecnologie avanzate, come il laser scanner 3D e l'analisi delle tracce di sangue, per ricostruire con precisione la scena del crimine nell'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, supportando le indagini con dati scientifici e prove di DNA e impronte. - Unita.tv
L’uso di tecnologie avanzate nella ricostruzione delle scene del crimine offre nuovi strumenti per comprendere dettagli importanti di casi aperti e complessi. A Garlasco, luogo dell’omicidio di Chiara Poggi il 13 agosto 2007, si adottano oggi sistemi moderni di rilievo tridimensionale. Questo consente di analizzare con precisione le tracce sanguigne e le posizioni dei segni lasciati durante la tragedia.
Il laser scanner per la ricostruzione in 3d della scena del crimine
Tra le tecniche in campo forense, il laser scanner rappresenta ormai uno standard consolidato per rilevare ambienti con accuratezza. Si tratta di uno strumento che costa diverse migliaia di euro e viene installato su un treppiede per ruotare completamente sul proprio asse. In pochi minuti, riesce a catturare ogni dettaglio della stanza, trasformandolo in una mappatura digitale tridimensionale.
Nella villetta di Garlasco, il laser scanner registra misure precise di ogni oggetto presente. Include elementi evidenti come mobili, porte e pareti, ma anche elementi più piccoli come schizzi di sangue. Questo permette di avere dati sul posizionamento e sulla distanza tra le tracce ematiche, punto fondamentale per ricostruire i movimenti e le azioni che si sono svolte durante l’omicidio.
Un modello virtuale per l’analisi della scena
Il risultato è un modello virtuale della scena, che può essere osservato da diverse angolazioni e usato per combinare prove scientifiche con testimonianze o ricostruzioni investigative. In casi complessi, questo tipo di approccio aiuta a evitare errori legati alla tradizionale misurazione manuale e a individuare particolari sfuggiti con rilievi meno precisi.
L’analisi delle tracce di sangue: bloodstain pattern analysis
La tecnica forense chiamata bloodstain pattern analysis si occupa dello studio delle macchie di sangue per delineare eventi e dinamiche. A Garlasco, questo tipo di analisi assume una valenza particolare, vista l’abbondanza e la varietà delle tracce ematiche raccolte. Le macchie erano presenti su pavimento, pareti, telefono, divano, porte e altre superfici.
Le nuove riletture scientifiche, supportate dal modello 3d creato dal laser scanner, potrebbero aiutare a chiarire la posizione degli individui presenti durante l’accaduto. In particolare, la ricostruzione si concentra sull’area delle scale che portano alla cantina, dove è stato trovato il corpo di Chiara. Viene infatti analizzata la traiettoria e la distribuzione delle gocce per verificare la presunta posizione dell’aggressore, suggerita dall’ipotesi della procura.
Movimenti e dinamiche possibili
Queste interpretazioni, basate su misurazioni precise e dati digitali, complessano la scena e forniscono spunti concreti su come si sono mossi i presenti, la direzione di alcuni movimenti e persino la possibile dinamica dell’aggressione.
Il ruolo delle impronte e del dna nell’accusa a sempion
Nel fascicolo della procura di Pavia, uno degli elementi fondamentali resta il dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi. Questo reperto ora è tornato a giocare un ruolo chiave grazie a una nuova consulenza che lo attribuisce a Sempion, accusato dell’omicidio. La figura dell’impronta lasciata sul muro vicino alle scale completa il quadro probatorio.
La cosiddetta “impronta papillare 33” è un’impronta palmare identificata sulla parete destra della scala e, secondo la procura, potrebbe appartenere a Sempion. Le immagini di questa impronta risalgono al periodo delle indagini originarie. Il suo posizionamento indica che chi l’ha lasciata non era sceso lungo le scale ma si è appoggiato al muro all’inizio della rampa.
Assenza di impronte insanguinate sulle scale
Questa ipotesi si basa anche sul fatto che, durante gli accertamenti, non sono state trovate impronte insanguinate di scarpe sulle scale in discesa. Ciò suggerisce una presenza limitata di spostamenti sugli scalini, almeno per quanto riguarda chi ha lasciato l’impronta, che potrebbe corrispondere all’aggressore.
Il ritrovamento del dna e delle impronte palmari diventa così un supporto fondamentale per direzione delle indagini. Il rilievo tridimensionale delle tracce e la loro analisi pongono nuovamente sotto la luce giudiziaria punti su cui la procura si concentra per sostenere l’accusa e la ricostruzione del caso.