Nuove indagini sull’omicidio di chiara poggi tra dubbi giudiziari e riscontri forensi a pavia
Nuove indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco riaccendono il dibattito su Alberto Stasi e Andrea Sempio, con analisi forensi e dichiarazioni del ministro Carlo Nordio che sollevano interrogativi sul processo.

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco viene riaperto grazie a nuove analisi forensi e discussioni giudiziarie, mentre emergono dubbi sull’arma del delitto e sulle responsabilità di Alberto Stasi e Andrea Sempio. - Unita.tv
L’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco torna sotto i riflettori a distanza di anni, mentre emergono nuove analisi e discussioni sul caso giudiziario che ha coinvolto Alberto Stasi e Andrea Sempio. Le dichiarazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio e le mosse investigative aprono uno scenario di approfondimenti, critiche e tentativi di chiarire punti oscuri del delitto. Il contesto resta complesso, tra sentenze contrastanti, ipotesi di coinvolgimento di più persone e reperti ancora da analizzare con tecniche aggiornate.
Le parole del ministro nordio e la posizione dei legali di stasi e sempio
Carlo Nordio ha sollevato un tema delicato durante un intervento a Zona Bianca su Retequattro a febbraio 2025, parlando di “irragionevolezza” nel passaggio da assoluzioni a una condanna senza rifare completamente il processo. Il riferimento è chiaro: Alberto Stasi è stato assolto in appello ma poi condannato in un secondo grado a 16 anni per l’omicidio di Chiara Poggi. Nordio ha sottolineato come la responsabilità dei magistrati sia esclusa se non hanno ignorato la legge o le carte processuali, evidenziando la funzione di più gradi di giudizio nei paesi democratici. Ha aggiunto che la sfiducia popolare verso la giustizia dipende in parte dalle leggi imperfette, che consentono processi lunghissimi senza chiudere mai i casi.
Le posizioni dei difensori
L’avvocato Massimo Lovati, uno dei difensori di Andrea Sempio, ha condiviso le osservazioni del ministro, ribadendo la convinzione dell’innocenza di Stasi e avanzando l’ipotesi della presenza di “un’organizzazione criminale” legata anche a reati sessuali di natura grave. Parallelamente, l’avvocata Giada Bocellari, fra i legali di Stasi, ha definito “assolutamente condivisibili” le parole di Nordio sul principio del ragionevole dubbio e su come debba essere applicato correttamente nei processi.
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Le indagini tecniche al centro delle nuove attività investigative a garlasco
Le nuove indagini si basano soprattutto su esami scientifici approfonditi di tracce mai esplorate con le tecnologie attuali. Al centro c’è il tentativo di recuperare materiali preziosi conservati o custoditi negli archivi giudiziari. Fra questi, il reperto più significativo è l’involucro con intonaco asportato 18 anni fa dal muro delle scale nella villetta di via Pascoli. Quel frammento è collegato all’impronta denominata “33”, attribuita a Andrea Sempio. Si sta cercando di recuperarne anche eventuale DNA o tracce biologiche, fondamentali per confermare o smentire le ipotesi di colpevolezza.
Analisi delle tracce di sangue
L’attenzione si concentra anche sull’analisi delle tracce di sangue raccolte in diverse parti della scena del crimine. Le immagini dell’epoca mostrano macchie maculate su muri, pavimenti e mobili, conservate e riesaminate per ricostruire l’esatta dinamica dell’aggressione. Attraverso la Bloodstain Pattern Analysis, gli investigatori vogliono capire come sono stati prodotti quei pattern, per capire se hanno partecipato più persone all’omicidio.
L’arma del delitto: tra ipotesi e testimonianze contrastanti
Uno dei punti ancora irrisolti riguarda lo strumento con cui Chiara Poggi è stata colpita. Per anni si è pensato a un martello da muratore, adatto a infliggere colpi ripetuti in modo concentrato. Di recente però sono emerse nuove testimonianze che hanno indicato possibili armi diverse, come un attizzatoio o una pinza da camino. Questi “corpi contundenti” non sono mai stati trovati né identificati, eppure rappresentano un tassello chiave per capire l’esatta modalità dell’aggressione.
L’incertezza sull’arma si riflette nelle indagini, che cercano di analizzare ogni ferita sul volto e sulla testa di Chiara con esami forensi moderni. Questi permettono di confrontare la forma e la forza dei colpi con gli oggetti trovati o ipotizzati. La mancanza del corpo contundente rende difficile chiudere il cerchio sull’accaduto, lasciando spazio a più interpretazioni.
La ricerca di nuove prove attraverso analisi forensi e impronte
Oltre all’intonaco e alle tracce di sangue, gli inquirenti stanno valutando altre prove presenti all’epoca. Tra queste ci sono impronte digitali e di piedi trovate all’interno della casa. Alcune sono state definite inutilizzabili o poco significative negli anni passati ma ora, con tecnologie aggiornate, si punta a rielaborare quei dati.
In particolare, si osservano le impronte parziali dei piedi, alcune attribuite alla vittima o a persone sconosciute. Lo studio del materiale biologico collegato a queste tracce può fornire elementi per ricostruire movimenti e presenze nella casa al momento del delitto. L’avvocato Antonio De Rensis, legale di Andrea Sempio, ha annunciato una consulenza scientifica da depositare per richiedere una revisione dettagliata delle prove e fare emergere possibili nuovi protagonisti della vicenda.
Difficoltà nelle analisi forensi
Nonostante l’interesse, la complessità delle prove e la loro conservazione rappresentano un ostacolo importante nelle analisi forensi. La tecnologia moderna può offrire nuove opportunità ma deve fare i conti con dati invecchiati e condizioni di conservazione variegate.
Le difficoltà giudiziarie nel riaprire o modificare il quadro processuale
Nonostante i nuovi esami e i risultati attesi, esistono ostacoli di natura processuale. La sentenza passata in giudicato che ha condannato Stasi a 16 anni presenta un limite importante: il reperto di intonaco potrebbe essere stato distrutto o deteriorato, riducendo la possibilità di estrarre materiale biologico utile. Gli esperti e i legali devono lavorare entro vincoli rigidi senza compromettere lo stato attuale delle prove.
Il procuratore Mario Venditti, che si è occupato in passato del fascicolo a carico di Sempio, ha ottenuto due archiviazioni motivando la scelta con l’inutilità della prova scientifica esistente. Questo aggrava la difficoltà di trovare nuovi elementi sul caso e mantenere aperte ipotesi alternative.
Le indagini proseguono quindi in un quadro delicato, dove ogni novità deve superare i filtri della legge e della giustizia. Il lavoro di polizia scientifica e inquirenti, insieme all’azione degli avvocati, resta intenso per cercare risposte rimaste finora lontane da un verdetto definitivo.