Nuove indagini sulla strage del Mottarone: cinque indagati rischiano il processo

La Procura di Verbania chiude le indagini sulla tragedia della Funivia del Mottarone, coinvolgendo cinque persone, tra cui Luigi Nerini e Gabriele Tadini, in attesa di un possibile processo.
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Nuove indagini sulla strage del Mottarone: cinque indagati rischiano il processo - unita.tv

La tragedia della Funivia del Mottarone, avvenuta quasi quattro anni fa, continua a far discutere. Dopo un lungo periodo di incertezze e indagini, la Procura di Verbania ha chiuso nuovamente il fascicolo, notificando un secondo avviso di conclusione delle indagini a cinque persone coinvolte nell’incidente che ha causato la morte di 14 persone, tra cui due bambini. Questo sviluppo segna un passo significativo verso la possibile celebrazione di un processo, gettando nuova luce su una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica.

La chiusura delle indagini: i dettagli

A distanza di oltre tre anni dalla tragedia, la Procura di Verbania ha comunicato la chiusura delle indagini, dopo aver ricevuto il fascicolo dal gup di Verbania. Questo secondo avviso di conclusione delle indagini coinvolge cinque indagati, tra cui spiccano nomi noti nel settore dei trasporti. La Procura ha richiesto l’archiviazione per Anton Seeber, presidente del Cda della società di manutenzione Leitner, già prosciolto in precedenza per mancanza di prove.

Leitner, che ha raggiunto un accordo per risarcire i familiari delle vittime con una somma compresa tra 25 e 30 milioni di euro, non è più sotto accusa. Tuttavia, il titolare di Ferrovie del Mottarone, Luigi Nerini, il direttore di esercizio Enrico Perrocchio e il caposervizio Gabriele Tadini, che ha ammesso di aver manomesso i freni di emergenza, sono ora nel mirino della giustizia.

Le accuse e i reati contestati

Le accuse formulate dalla Procura riguardano reati gravi, tra cui attentato alla sicurezza dei trasporti, disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. In particolare, Tadini e Perrocchio si trovano ad affrontare anche l’accusa di falso. Queste contestazioni si riferiscono a comportamenti che hanno messo in pericolo la vita dei passeggeri, culminando in una tragedia che ha segnato profondamente le famiglie delle vittime.

È importante sottolineare che l’ipotesi di reato di rimozione od omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro, presente nella prima conclusione delle indagini nel 2023, è stata esclusa. Questo cambiamento evidenzia l’evoluzione delle indagini e la ricerca di responsabilità più chiare in merito a quanto accaduto.

La tragedia e le sue conseguenze

Il disastro della Funivia del Mottarone ha avuto un impatto devastante, portando alla morte di 14 persone, tra cui due bambini di 5 e 2 anni. La vicenda ha scosso l’opinione pubblica e ha sollevato interrogativi sulla sicurezza dei trasporti in Italia. Tra i pochi sopravvissuti, il piccolo Eitan ha vissuto un dramma personale, perdendo entrambi i genitori nell’incidente e rimanendo ricoverato a lungo in ospedale.

La strage ha messo in luce le problematiche legate alla manutenzione e alla gestione delle funivie, spingendo le autorità a rivedere le normative e le procedure di sicurezza nel settore. La vicenda continua a essere seguita con attenzione, e il possibile processo potrebbe portare a nuove rivelazioni e responsabilità, contribuendo a fare chiarezza su una delle tragedie più gravi della storia recente italiana.

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