Le recenti inchieste che coinvolgono i carabinieri della Compagnia di Prato stanno sollevando un polverone, rivelando pratiche illecite che sembrano essere più diffuse di quanto inizialmente accertato. Dopo la condanna per corruzione dell’ex comandante Sergio Turini, avvenuta nel maggio 2024, la Procura di Prato ha avviato ulteriori indagini, portando alla luce comportamenti scorretti da parte di alcuni militari. Questi eventi mettono in discussione l’integrità delle forze dell’ordine nella seconda città della Toscana.
Le accuse contro i carabinieri di Prato
L’ex comandante Sergio Turini, già arrestato e condannato, è nuovamente al centro dell’attenzione. Le nuove indagini hanno rivelato che alcuni carabinieri avrebbero abusato della loro posizione, utilizzando l’auto di servizio per scopi personali, come il prelievo di vini e regali da aziende italiane e cinesi. Le accuse si estendono a pratiche di falso ideologico, con alcuni militari che avrebbero dichiarato falsamente di partecipare a riunioni sindacali inesistenti, ma retribuite. La Procura ha aperto due nuovi fascicoli, evidenziando un sistema di corruzione più ampio all’interno della Compagnia di Prato.
Dettagli delle indagini e dei reati contestati
Le indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia di Firenze hanno portato alla luce accuse gravi contro i carabinieri coinvolti. Oltre a Turini, sono sotto inchiesta due luogotenenti attualmente in servizio. Le accuse comprendono peculato, truffa aggravata, falso ideologico e rivelazione di segreto d’ufficio. Il procuratore Luca Tescaroli ha descritto in dettaglio le modalità operative di Turini, che avrebbe utilizzato l’auto di servizio per incontri privati con imprenditori cinesi e per raccogliere regali da aziende vinicole, oltre a predisporre atti falsi.
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Un luogotenente è accusato di aver creato documentazione falsa per giustificare la sua partecipazione a finte riunioni sindacali in almeno undici occasioni, un comportamento che mina la fiducia nelle istituzioni. Queste pratiche illecite non solo danneggiano l’immagine dei carabinieri, ma sollevano interrogativi sulla supervisione e il controllo all’interno delle forze dell’ordine.
Il coinvolgimento di un avvocato e il tentato omicidio
Un altro fascicolo ha portato alla luce la figura di un avvocato del foro di Prato, coinvolto in un caso di rivelazione di segreto d’ufficio. Un luogotenente dei carabinieri è accusato di aver fornito all’avvocato informazioni riservate riguardanti un tentato omicidio avvenuto il 26 gennaio. L’episodio ha visto un operaio orientale tentare di uccidere un collega all’interno della stamperia cinese Arte Stampa. Nonostante l’autore del delitto sia noto, non è stato ancora rintracciato.
L’avvocato, pur non difendendo il presunto aggressore, avrebbe cercato di ottenere dettagli sulle indagini, sollevando ulteriori preoccupazioni riguardo alla condotta dei carabinieri e alla loro capacità di mantenere la riservatezza su casi delicati. La stamperia era già stata oggetto di un sequestro da parte della Procura di Prato per sfruttamento dei lavoratori, rendendo il contesto ancora più complesso.
Queste nuove indagini evidenziano un quadro preoccupante all’interno delle forze dell’ordine, con la necessità di una revisione approfondita delle pratiche e della cultura organizzativa che regola il comportamento dei militari. La Procura di Prato continua a monitorare la situazione, mentre la comunità attende risposte e azioni concrete per ripristinare la fiducia nelle istituzioni.
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