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Nuove analisi sui reperti della villetta di Garlasco a 18 anni dall’omicidio di Chiara Poggi

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Le analisi sui reperti raccolti nella casa di Garlasco, luogo dell’omicidio di Chiara Poggi nel 2007, hanno ripreso una nuova fase nel 2025. Tra sequestri, esami e tamponamenti, la procura di Pavia sta rinnovando le indagini su uno dei casi più discussi degli ultimi due decenni. La riapertura di uno scatolone contenente oggetti e materiale raccolto durante le prime indagini ha fornito nuovi elementi da approfondire. Le operazioni si svolgono alla questura di Milano con la supervisione degli esperti e alla presenza di consulenti sia della difesa che delle parti civili.

Ritrovamento e stato dei reperti dopo 18 anni

Lo scatolone contenente oggetti e rifiuti della casa Poggi, prelevato otto mesi dopo il delitto, è stato aperto in questura di Milano ed è apparso in condizioni conservate, sebbene siano passati quasi due decenni. Luciano Garofano, ex comandante dei RIS, ha dichiarato che il contenuto era “tutto secco” e non marcio, il che permette di procedere con le analisi. Tra i reperti si trovano frammenti di un tappetino da bagno macchiato di sangue, scatole di cartone di cereali, vasetti di Fruttolo, un brick di tè freddo, un piattino e altri resti di spazzatura.

Tutti questi oggetti potrebbero contenere tracce biologiche utili per le nuove indagini. Garofano ha spiegato che il materiale è stato sottoposto a un primo tamponamento per raccogliere campioni utili a individuare eventuali tracce DNA o altro, operazione che non è ancora stata conclusa. Il lavoro procede anche sugli acetati con impronte digitali raccolti all’epoca del delitto: su trenta fogli analizzati non è emersa presenza di sangue, ma quattro non hanno potuto essere controllati a causa di un blackout negli uffici.

La conservazione dei materiali dopo tanto tempo è un dato importante. Nonostante la stagione passata e i cambiamenti di ambienti, la polizia scientifica ha potuto avviare nuove procedure di analisi. Questo fa sperare in qualche nuova traccia che possa riaprire ulteriormente il caso, considerando che l’omertà iniziale e la complessità della vicenda avevano complicato molto l’indagine.

La posizione delle difese e i dubbi sulle procedure

L’avvocato di Andrea Sempio, amico del fratello della vittima e indagato nella nuova inchiesta, ha espresso tranquillità riguardo ai risultati delle analisi. Sempio ha ribadito di non essere stato presente nella casa quel giorno, quindi contesta la possibile rilevanza del materiale trovato nella spazzatura. La sua legale, Angela Taccia, ha sollevato una questione formale, ponendo attenzione al fatto che il verbale di sequestro risulta firmato da agenti di polizia giudiziaria e non da un pubblico ministero, pratica che potrebbe mettere a rischio la validità dell’uso delle prove.

Questo aspetto sarà discusso davanti al GIP Daniela Garlaschelli, titolare del procedimento. La difesa punta a escludere che i reperti raccolti senza una corretta autorizzazione possano incidere sulle indagini. Nel frattempo, gli avvocati di Alberto Stasi, condannato a 16 anni per il delitto e allora fidanzato di Chiara, hanno chiesto ulteriori approfondimenti su una particolare traccia, la numero 10, che risulta negativa al sangue ma potrebbe offrire dati nuovi se esaminata di nuovo.

L’iter delle analisi, almeno per ora, sembra destinato a durare fino ad agosto, con un nuovo ciclo di campionamenti sui materiali che hanno dato risposte incomplete o contrastanti. Lo stesso Garofano ha anticipato che i rinforzi arriveranno a luglio per la seconda fase, in cui gli elementi raccolti verranno trasferiti all’ospedale Fatebenefratelli per studi più specifici, compresi quelli sul DNA trovato sotto le unghie della vittima attribuito ad Andrea Sempio.

Analisi e ruolo della polizia scientifica nel caso

Il lavoro della polizia scientifica ha assunto un ruolo centrale in questa nuova apertura delle indagini. L’attenzione è focalizzata sugli approfondimenti analitici degli oggetti e delle tracce biologiche che già in passato avevano giocato un ruolo chiave nelle condanne e nelle interpretazioni del caso. La sfida è confrontarsi con reperti deteriorati dal tempo e da una lunga fase d’immagazzinamento.

La presenza in contraddittorio di consulenti e legali durante le analisi rappresenta un elemento di trasparenza e tutela processuale, che complica ma rende più legittime le operazioni. Gian Luigi Tizzoni, rappresentante legale della famiglia Poggi, ha sottolineato la serietà con cui si stanno conducendo le prove. Il legale ha ricordato come le operazioni facciano riferimento a materiali raccolti più di 18 anni fa, perciò occorre valutare con attenzione cosa potrà emergere da esami così datati.

Approfondimenti tecnici e futuri sviluppi

Il trasferimento delle analisi al Fatebenefratelli apre un capitolo più tecnico e delicato, dove si valuteranno per esempio i profili DNA e altre tracce biologiche che potrebbero definire meglio ruoli e responsabilità nelle dinamiche che portarono all’omicidio della giovane. La certezza resta la complessità del procedimento e l’importanza di ogni singolo passo, in un procedimento divenuto simbolo di un crimine ancora oggetto di dubbi e contestazioni.

Il processo di verifica e approfondimento dei reperti di Garlasco prosegue tra attese e risposte parziali, mentre la procura di Pavia gestisce una nuova fase di un’indagine ancora aperta, a diciotto anni dai fatti di agosto 2007. Gli sviluppi tecnici determineranno se i materiali avranno contenuti utili per fare luce definitiva sul delitto di Chiara Poggi.

Written by
Rosanna Ricci

Rosanna Ricci racconta il presente come se stesse scrivendo una pagina di diario collettivo. La sua voce è intima, ma mai distante: attraversa con delicatezza temi complessi come cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute, cercando sempre il lato umano delle notizie. Ogni suo post è uno sguardo personale sul mondo, tra empatia e consapevolezza.

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