Home Nuova svolta nelle indagini sull’omicidio di vittorio boiocchi a milano: confessione decisiva nel quartiere figino

Nuova svolta nelle indagini sull’omicidio di vittorio boiocchi a milano: confessione decisiva nel quartiere figino

Le recenti confessioni di Pietro Andrea Simoncini e Andrea Beretta rivelano i mandanti e gli esecutori dell’omicidio di Vittorio Boiocchi, svelando una faida interna tra gli ultrà dell’Inter a Milano.

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L’omicidio di Vittorio Boiocchi, legato a una faida interna alla curva nord degli ultrà dell’Inter, è stato chiarito grazie a nuove confessioni che hanno svelato mandanti, esecutori e interessi illeciti legati al controllo dei guadagni nella tifoseria milanese. - Unita.tv

L’omicidio di vittorio boiocchi, figura di spicco nel mondo degli ultrà dell’inter, ha assunto un nuovo significato dopo le recenti confessioni che hanno fatto chiarezza su mandanti ed esecutori. Il delitto, avvenuto nell’ottobre del 2022 nel quartiere Figino a Milano, riguarda una faida interna alla curva nord interista, con un intreccio di interessi legati al merchandising e altre attività sotto osservazione degli inquirenti. Le dichiarazioni raccolte nelle ultime settimane hanno consegnato agli investigatori elementi chiave per ricostruire la dinamica e i protagonisti di una vicenda che aveva trovato inizialmente il silenzio come unica risposta.

Le confessioni che hanno svelato il piano dietro l’omicidio di boiocchi

Pietro Andrea Simoncini, padre della compagna di marco ferdico, ex vice capo della curva nord, ha scelto di parlare davanti al pm paolo storari, confermando quanto già emerso dalle ammissioni di Andrea Beretta, ex leader della curva nord e ora collaboratore di giustizia. Beretta ha ammesso di aver progettato l’omicidio di boiocchi per eliminare un rivale nel controllo dei guadagni legati alle curve interiste.

Il motivo principale puntava al mantenimento di un ruolo di rilievo nelle attività legate all’ambiente ultrà, che Boiocchi avrebbe voluto riprendere dopo una lunga detenzione. Il piano prevedeva di affidare l’esecuzione a marco ferdico e a suo padre gianfranco, dietro un compenso di 50mila euro. La confessione di simoncini, che ha dichiarato di essere stato alla guida dello scooter durante l’agguato, ha fornito un dettaglio fondamentale, collegando i pezzi di un puzzle che era rimasto in gran parte oscurato per anni.

Ruoli e complicità nella curva nord: il coinvolgimento degli ultrà interisti

La catena di responsabilità si è estesa ai principali protagonisti della curva nord interista. Mauro Nepi, anch’egli già arrestato nel maxi blitz del 2024, avrebbe suggerito a beretta di affidarsi ai ferdico per portare avanti il progetto. Marco e gianfranco ferdico, protagonisti nella gestione della curva nord, si sarebbero quindi rivolti agli esecutori materiali dell’agguato.

Tra questi c’è daniel d’alessandro, soprannominato ‘bellebuono’, noto alle forze dell’ordine per un tatuaggio sotto l’occhio a forma di lacrima, simbolo legato agli omicidi da lui compiuti. È stato identificato come l’autore materiale degli spari, arrestato all’estero in bulgaria e poi estradato in italia. Simoncini, invece, ha ammesso di aver raggiunto milano espressamente per partecipare all’azione. In questo contesto, l’ultrà cristian ferrario risulta aver intestato la moto usata nell’agguato, aggiungendo un altro elemento alla rete di coinvolgimenti.

Le reazioni nelle indagini e le prospettive per i processi a milano

Dopo le confessioni di simoncini e ferdico, gli inquirenti si aspettano aperture anche dagli altri arrestati. Le difese stanno probabilmente adottando questa strategia per contenere le pene, evitando il ricorso all’ergastolo nel processo in corte d’assise atteso a breve. Questa svolta arriva dopo mesi in cui l’omicidio di boiocchi era rimasto privo di riscontri concreti, complice anche un muro di omertà che ha frenato le indagini.

Durante il primo interrogatorio del 12 maggio, gli indagati avevano scelto il silenzio, ma adesso la linea è cambiata. “La confessione di Simoncini modifica gli equilibri delle difese e potrebbe spingere anche altri a collaborare con la giustizia.” La pista legata ai guadagni illeciti nelle curve ultrà ha trovato conferme importanti, mentre la città di Milano resta al centro di un’inchiesta che ha acceso i riflettori sui rapporti interni a un mondo spesso poco visibile.

Le prossime settimane saranno decisive per capire se le ammissioni riusciranno a dipanare del tutto la matassa e a assicurare i responsabili davanti ai giudici. Le confessioni entrano ora nel vaglio delle autorità, con la prospettiva di smantellare un sistema e fare luce sul ruolo di ogni singolo protagonista in questo episodio di cronaca che ha segnato milano.