Home Nuova ispezione sulle tracce e impronte nel caso chiara poggi, i punti chiave da chiarire

Nuova ispezione sulle tracce e impronte nel caso chiara poggi, i punti chiave da chiarire

Riprendono le indagini sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, con focus su impronte, tracce ematiche e l’arma del delitto, mentre si cerca un reperto fondamentale scomparso.

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L'indagine sull'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco riprende dopo 18 anni con nuovi esami su impronte, tracce ematiche e l'arma del delitto, puntando a chiarire dettagli ancora oscuri. - Unita.tv

L’indagine sull’omicidio di chiara poggi, avvenuto a garlasco nel 2007, riprende con nuovi approfondimenti a distanza di oltre diciotto anni. Le autorità stanno concentrando l’attenzione su impronte, tracce ematiche e l’arma del delitto, per chiarire i dettagli della vicenda ancora parzialmente oscuri. Il lavoro si sviluppa tra analisi scientifiche, esami delle tracce sul muro e nuova interpretazione delle ferite sulla vittima.

La ricerca dell’intonaco grattato: un reperto scomparso da recuperare

Le indagini sono tornate a focalizzarsi sul reperto fondamentale prelevato dalla villetta di garlasco dove è avvenuto il delitto. Si tratta dell’intonaco grattato diciotto anni fa da un muro delle scale, un pezzo che potrebbe conservare tracce decisive. Su quell’intonaco è infatti attribuita l’impronta numero 33, collegata ad andrea sempietro, uno dei principali sospettati.

Tuttavia, negli archivi e nei laboratori non si trova il contenitore originale dove doveva essere conservato questo materiale così importante. L’assenza del reperto pone nuovi dubbi e rallenta l’esame approfondito previsto dalla giustizia. Da più parti emerge l’ipotesi che l’intonaco sia stato distrutto o disperso nel corso degli anni, una conseguenza delle dinamiche proprie del processo e delle indagini svolte con i vincoli temporali e tecnici del passato.

Se il pezzo dovesse emergere, ovviamente sarà decisivo valutare le condizioni di conservazione perché solo così sarà possibile tentare di estrarre materiale biologico ancora valido per gli esami del dna. La difesa di alberto stasi ha già annunciato che domani presenterà una perizia per provare la presenza di materiale biologico nell’impronta 33, sostenendo così possibili nuovi sviluppi nel caso.

Le analisi del dna e la porta di casa poggi: nuove verifiche in corso

La gip di pavia daniela garlaschelli ha disposto nuovi accertamenti attraverso l’incidente probatorio con l’obiettivo di fare luce soprattutto sulle tracce di dna maschile rinvenute nelle mani di chiara poggi. Fra due profili presenti sotto le unghie della vittima, uno è stato già accostato ad andrea sempietro.

Non è tutto. Vanno presi in esame anche i rilievi raccolti sull’impronta rinvenuta sulla porta di casa della ragazza. L’accertamento su questi tasselli può aiutare a ricostruire la sequenza dei fatti e confermare o confutare le responsabilità. Le analisi genetiche del materiale prelevato portano avanti un capitolo fondamentale sulle prove scientifiche, indispensabile per eventuali passi successivi nel procedimento penale.

Le verifiche del dna rappresentano un filone cruciale, perché potrebbero chiarire presenze o movimenti attraverso una lettura più precisa dei campioni ematici e biologici raccolti dal 2007 in poi. La tecnologia oggi a disposizione, rispetto a quella di allora, permette infatti di ottenere riscontri più dettagliati e affidabili.

Come è accaduto il delitto? l’arma e le tracce di sangue al centro delle investigazioni

Un altro nodo ancora da sciogliere riguarda l’arma utilizzata per colpire chiara poggi. Attualmente questo oggetto non è stato individuato e rappresenta un punto chiave per comprendere cosa sia successo la sera del delitto. Gli investigatori stanno riesaminando le ferite multiple riportate dalla vittima alla testa e al volto per capire quale oggetto abbia causato quei danni.

Parallelamente, la scena del crimine viene sottoposta all’analisi pba, cioè l’esame delle numerose tracce ematiche lasciate durante l’aggressione. La lettura del sangue presente sul luogo può ricostruire movimenti, posizioni e dinamiche dei fatti di quel momento.

Questo linguaggio ematico aiuta a esplorare dettagli come la direzione dei colpi, lo spostamento delle persone coinvolte, e la sequenza delle azioni prima e dopo l’omicidio. Quelle tracce sono fondamentali per collegare o escludere versioni differenti di quanto accaduto e mettono a confronto i dati scientifici con la ricostruzione testimoniale.

Il lavoro sulla scena del crimine non si limita alle evidenze fisiche già raccolte, ma include un’attenta rilettura di ogni segno lasciato la sera dell’omicidio. Ogni nuova scoperta può portare a nuove piste o a confermare ipotesi già formulate molti anni fa.

Queste attività, benché lunghe e complesse, mantengono viva una vicenda che continua a suscitare interesse pubblico e giustizia. I prossimi sviluppi saranno seguiti con attenzione da chi si occupa della cronaca e da chi ha seguito fin dall’inizio il caso chiara poggi.