La Procura di Pavia ha avviato una nuova fase investigativa sull’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto 18 anni fa a Garlasco. Al centro dell’attenzione c’è Andrea Sempio, già indagato in passato. Oggi si è svolta la prima tappa del ritiro dei reperti da analizzare, un passaggio fondamentale per capire se nuove tecniche potranno fare luce su uno dei casi più discussi degli ultimi decenni.
Il ritiro dei reperti: un passo chiave per la nuova indagine
Questa mattina alla caserma dei Carabinieri Di Milano si è svolta la consegna del materiale da esaminare. I periti nominati dal gip Daniela Garlaschelli, la genetista Denise Albani e Domenico Marchigiani della Polizia scientifica, hanno preso in carico le buste contenenti fascette paradesive con 58 impronte digitali.
Tra queste c’è anche l’impronta numero 10, trovata sulla parte interna della porta d’ingresso della villa di via Pascoli a Garlasco subito dopo il delitto. All’epoca era stata definita “una manata lasciata dall’assassino durante la fuga”. Però nel 2007 erano stati individuati solo otto punti da comparare e quindi non era stato possibile attribuirla con certezza.
Nel pomeriggio gli esperti si sono spostati all’Istituto di medicina legale di Pavia per ritirare altro materiale importante: tamponi salivari di Chiara Poggi, un lembo del tappetino del Bagno Al Piano Terra e alcuni rifiuti sequestrati durante le prime indagini.
Prima di iniziare gli esami veri e propri, i periti dovranno controllare lo stato di conservazione dei reperti. Questo passaggio è fondamentale perché molti materiali sono stati conservati per quasi due decenni e potrebbero essersi deteriorati.
Al ritiro hanno partecipato anche i consulenti delle parti coinvolte nel processo. Tra loro Luciano Garofano, ex comandante dei Ris Di Parma che nel 2007 aveva seguito i rilievi nella villetta e ora nominato dai legali di Andrea Sempio. Con lui anche Marzio Capra, genetista incaricato dalla famiglia Poggi fin dall’inizio.
Garofano: “la procura vuole rivedere tutto quello che è stato fatto”
Luciano Garofano ha commentato così l’avvio della nuova fase: “Credo che nella strategia della Procura ci sia una rivisitazione e una verifica completa delle attività svolte allora. Ben venga!”.
Ha poi sottolineato il valore del lavoro fatto dai suoi collaboratori durante la prima inchiesta: “Sono convinto dell’eccellenza degli accertamenti fatti all’epoca”.
L’impronta numero 10 è quella su cui i pm puntano maggiormente per estrapolare un Dna utile a identificare l’assassino. Ma Marzio Capra non sembra ottimista: “Siamo veramente al limite del limite del limite”, ha detto senza mezzi termini.
Questo vuol dire che probabilmente non si riuscirà a ottenere risultati certi da quell’impronta perché troppo deteriorata o incompleta.
Dopo quasi vent’anni dalla tragedia che sconvolse Garlasco questa nuova fase apre spiragli importanti ma anche molte incognite.
Il lavoro meticoloso sui reperti potrebbe confermare o smentire ipotesi passate grazie alle tecnologie più avanzate oggi disponibili. Ma resta difficile immaginare scoperte clamorose visto lo stato dei materiali raccolti tanto tempo fa.
Andrea Sempio torna così sotto i riflettori della giustizia dopo anni in cui sembrava lontano dalle indagini attive. Il suo ruolo sarà valutato alla luce degli esiti delle analisi scientifiche appena iniziate.
Il caso Chiara Poggi continua a tenere alta l’attenzione mediatica e giudiziaria grazie a questa nuova inchiesta partita dalla Procura Pavese. Nei prossimi mesi sapremo se le nuove prove potranno finalmente fare chiarezza su uno degli omicidi più misteriosi d’Italia recente.