Note di faccetta nera suonate durante l’adunata degli alpini a biella scatenano polemiche

Durante l’adunata degli alpini a Biella, il canto di “Faccetta nera” ha suscitato forti reazioni politiche e sociali, evidenziando tensioni tra memoria storica e provocazioni nostalgiche.
Durante l’adunata degli alpini a Biella è stato cantato «Faccetta nera», suscitando forti critiche politiche per il suo legame con il colonialismo fascista e richiedendo una netta condanna da parte delle istituzioni. - Unita.tv

Durante l’adunata degli alpini a Biella, un episodio ha suscitato reazioni forti nella comunità e in ambito politico. In via Gramsci, nella serata di ieri, alcuni presenti hanno intonato la canzone «Faccetta nera», accompagnata dalla diffusione del brano tramite altoparlanti. Il video dell’evento ha cominciato a circolare rapidamente sui social, attirando l’attenzione di diversi esponenti politici locali e nazionali.

La scena in via gramsci durante l’adunata degli alpini a biella

La strada intorno a piazza a Biella si è animata, ieri sera, con decine di persone, molte delle quali indossavano il tradizionale cappello con la penna nera legata agli alpini. Tra di loro si sono sentite le note di «Faccetta nera», il brano simbolo del regime fascista italiano durante l’epoca coloniale in Africa. La canzone, diffusa dagli altoparlanti, è stata cantata a gran voce dal gruppo, immortalata in un video che ha avuto una rapida diffusione soprattutto sulla piattaforma social dei residenti e turisti. Il contesto era l’adunata annuale dell’Ana , un momento di ritrovo per le Penne nere in città.

Sorpresa tra i presenti e significato della celebrazione

Chi ha assistito alla scena ha espresso sorpresa, considerando che questo evento è tradizionalmente segnato da momenti di celebrazione dell’impegno degli alpini nelle guerre di liberazione e nelle operazioni di pace. Non a caso questa adunata a Biella si tiene in una città medaglia d’oro per la Resistenza, un dato che accentua il contrasto tra il clima di festa e la controversia di alcune manifestazioni come questa.

Le reazioni politiche all’episodio: critiche e richieste di condanna

L’episodio ha scatenato risposte immediate da parte della politica locale. Elisa Francese, della segreteria provinciale del pd, ha stigmatizzato l’evento, definendo il canto «una celebrazione degli orrori del colonialismo fascista», aggiungendo che questa manifestazione non rappresenta in alcun modo lo spirito dell’adunata né della città. La segretaria e il collega Andrea Basso hanno sottolineato come quel gesto costituisca un insulto alla memoria storica di Biella e hanno richiesto una netta presa di posizione senza permettere distinguo o giustificazioni politiche.

Anche i rappresentanti del Movimento 5 stelle Biella, con una nota congiunta di Giuseppe Paschetto e Karim El Motarajji, hanno espresso ferma condanna per i canti fascisti risuonati nella notte. Hanno definito «vergognoso» l’omaggio al colonialismo italiano eseguito con «Faccetta nera», in una città che onora la Resistenza e il sacrificio degli alpini nella liberazione dal nazifascismo. Il messaggio si conclude con un appello rivolto a tutte le forze politiche locali e alle istituzioni come il Comune e l’Ana: serve una posizione chiara e unanime contro simili manifestazioni.

Richieste di intervento da parte delle istituzioni

Il richiamo politico ha sollecitato una risposta anche da parte delle autorità locali, impegnate a mantenere la memoria storica e la coesione sociale nel contesto dell’adunata annuale.

Il significato storico di faccetta nera e la sua controversia oggi

«Faccetta nera» è un canto legato al periodo coloniale italiano in Africa orientale, adottato come simbolo propagandistico dal regime mussoliniano. Nel testo si racconta l’immagine di una giovane etiope che si «converte» alla civiltà italiana, coniugando un messaggio razzista e di sottomissione che ha segnato la storia con violenze e soprusi. Nel presente, questa canzone è riferita spesso a movimenti nostalgici o nostalgie neofasciste e appare incompatibile con eventi che celebrano valori antifascisti e di memoria civile come l’adunata degli alpini.

Il richiamo musicale al brano durante una manifestazione pubblica in una città simbolo della Resistenza accende dibattiti e richieste di interventi da parte delle autorità competenti. Proprio per il peso simbolico e storico del canto, molte realtà politiche e sociali lo considerano un atto provocatorio e offensivo, oltre che fuori luogo rispetto ai momenti celebrativi delle Penne nere.

Il ruolo degli alpini nella storia di biella e l’importanza della memoria antifascista

Gli alpini hanno rappresentato per lungo tempo una componente chiave delle forze armate italiane, con ruoli definiti nelle guerre mondiali e nei conflitti successivi. Non sono mancati contributi significativi anche nella guerra di Liberazione, che ha coinvolto molti volontari locali. La memoria di questo impegno resta radicata in città, che ha ricevuto una medaglia d’oro per meriti legati alla Resistenza.

Simboli e testimonianze presenti a biella

Il trauma del fascismo e del colonialismo è un tema sensibile a Biella, dove si trovano monumenti e commemorazioni fortemente legate a quel periodo storico. Qualsiasi gesto che richiami nostalgie o simboleggi ideali del regime viene visto con estrema preoccupazione, per questo l’episodio di ieri sera viene giudicato con severità dai rappresentanti delle forze politiche e dai cittadini.

La richiesta di un intervento forte da parte dell’Ana vuole preservare l’immagine storica della manifestazione e difendere i principi antifascisti che per molti rappresentano un patrimonio civile irrinunciabile. Il dibattito resta aperto anche per garantire che in futuro simili scene non si ripetano durante eventi pubblici di grande risonanza come l’adunata.