
A Torino una bimba di 18 mesi è stata ricoverata per astinenza da cocaina trasmessa tramite latte materno; il caso riaccende l’allarme su bambini esposti a sostanze stupefacenti in Piemonte e sollecita interventi urgenti di tutela. - Unita.tv
Una bimba di diciotto mesi è stata portata d’urgenza in ospedale a torino per crisi legate all’astinenza da sostanze stupefacenti. La piccola è risultata positiva alla cocaina, assunta attraverso il latte materno della madre. Questo episodio riaccende l’attenzione su un problema che sta interessando i bambini in piemonte, dopo altri casi simili emersi negli ultimi giorni.
L’intervento della polizia e i primi soccorsi nell’appartamento a torino
Il fatto è emerso a seguito di una chiamata al 112 da un’abitazione torinese frequentata da una famiglia di origine marocchina. Gli operatori hanno segnalato urla provenienti dall’appartamento, che hanno allarmato i vicini e indotto a ipotizzare situazioni di grave pericolo. Sul posto è arrivata la polizia che ha trovato la madre, visibilmente agitata e in conflitto con un uomo adulto, forse il padre o un parente.
Situazione in casa e condizioni dei presenti
Entrambi mostravano segni di alterazione dovuta probabilmente a sostanze stupefacenti. La donna e la bimba sono state immediatamente affidate ai soccorritori del 118. In ospedale la neonata è stata sottoposta a esami clinici che hanno confermato la presenza di cocaina nel suo organismo. La madre è stata allontanata dalla piccola e tenuta sotto osservazione medica.
L’indagine e la ricerca dei familiari dispersi
Gli agenti hanno avviato le ricerche per rintracciare le due sorelle maggiori della bambina e il padre. Al momento non si conosce la loro ubicazione. Le autorità vogliono accertare l’ambiente familiare e valutare le condizioni in cui vivono gli altri figli. La priorità resta la tutela dei minori e il loro eventuale affido a persone o strutture idonee.
Il quadro familiare appare complesso, con problemi legati alla dipendenza e alla gestione dei minori che richiedono un intervento immediato da parte dei servizi sociali e sanitari.
I precedenti recenti di bambini trovati con tracce di stupefacenti in piemonte
Il caso della bimba di torino è il terzo in poche settimane. Il 16 maggio scorso le forze dell’ordine avevano recuperato una bambina di poco più di un anno che risultava positiva alla cocaina. Secondo i medici quella volta la sostanza era stata inalata attraverso il fumo ambientale, a causa delle condizioni precarie dell’abitazione.
Pochi giorni dopo, a fine maggio, due bambini di due e quattro anni sono stati trovati soli in un appartamento nel capoluogo piemontese, in condizioni igieniche degradate, circondati da strumenti utilizzati per consumare droga. Uno dei due piccoli è risultato positivo al crack.
Questi episodi mostrano una situazione di emergenza legata alla salute dei minori esposti a tossicodipendenze attraverso l’ambiente familiare. È un problema che in queste settimane vede la partecipazione di diverse istituzioni per mettere in sicurezza i bambini e avviare percorsi di assistenza.
Intervento delle istituzioni
“È fondamentale che tutti gli enti coinvolti coordinino le attività per la tutela dei minori,” commentano fonti locali.
Le implicazioni sanitarie e sociali della trasmissione di sostanze tramite il latte materno
La trasmissione di cocaina attraverso il latte materno rappresenta un rischio grave per la salute dei neonati. Le sostanze stupefacenti ingerite dalla madre entrano nel flusso sanguigno e raggiungono il neonato durante l’allattamento, provocando crisi di astinenza nei bambini.
I sintomi possono variare da agitazione intensa a convulsioni e problemi respiratori. La diagnosi precoce è fondamentale per intervenire prontamente con terapie mediche che allevino la sofferenza e tutelino lo sviluppo psicofisico del bambino.
Dal punto di vista sociale questa situazione impone di agire non solo con misure sanitarie ma anche con il supporto alle famiglie, attraverso progetti di recupero per i genitori e interventi mirati a prevenire il coinvolgimento dei minori in ambienti a rischio. Gli enti locali di torino stanno lavorando a stretto contatto con ospedali e forze dell’ordine, per coordinare le attività di prevenzione e protezione.
“Questi bambini soffrono non per loro scelta, ma per situazioni familiari difficili e spesso nascoste,” sottolineano operatori sociali.
L’episodio in questione rivela quanto sia delicata la condizione dei bambini esposti a sostanze illegali, che soffrono non per loro scelta ma per situazioni familiari difficili e spesso nascoste. La risposta delle autorità dovrà essere altrettanto determinata e articolata.