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Napoli inaugura la prima sala di regia centralizzata per la sicurezza delle sedi giudiziarie in Italia

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Napoli ha appena fatto un passo avanti nella sicurezza: è nata la prima sala di regia centralizzata d’Italia che controlla 1600 videocamere per proteggere le sedi giudiziarie del distretto della Corte Di Appello.

A Napoli, il 27 aprile 2025, è stata inaugurata una sala di regia innovativa che monitora in tempo reale le sedi giudiziarie del distretto della Corte Di Appello. Il procuratore generale Aldo Policastro ha presentato il progetto durante una conferenza stampa, spiegando come questo sistema rappresenti un salto tecnologico e organizzativo senza precedenti nel nostro Paese.

La novità principale? Oltre 1600 videocamere distribuite tra fisse, mobili, a 360 gradi e con tecnologia per il riconoscimento targhe. Questi occhi elettronici sono posizionati ai varchi d’ingresso e nelle aree strategiche degli uffici giudiziari per garantire sicurezza continua.

Un occhio elettronico su tutta la giustizia napoletana

Il sistema è attivo 24 ore su 24, sette giorni su sette. Le telecamere non si limitano a riprendere: usano anche sensori di movimento che possono lanciare un allarme Sos in caso di situazioni sospette o emergenze. Inoltre, grazie alla tecnologia a infrarossi, riescono a registrare anche al buio totale.

Da circa una settimana, ai varchi delle sedi giudiziarie operano gli agenti dell’istituto di vigilanza Rangers del gruppo Battistolli. Questi professionisti lavorano fianco a fianco con le forze dell’ordine presenti sul territorio.

Un nuovo equilibrio tra polizia e vigilanza privata

Prima dell’arrivo dei Rangers, il controllo era affidato esclusivamente alle forze dell’ordine: polizia Penitenziaria, Carabinieri, polizia locale e Guardia Di Finanza. In totale erano impiegate 108 unità solo per la sorveglianza esterna.

Con l’ingresso della vigilanza privata al controllo dei varchi esterni, molte forze dell’ordine possono ora concentrarsi sulle attività interne ai palazzi di giustizia. Ad esempio i 48 agenti della Penitenziaria torneranno a svolgere compiti specifici all’interno degli istituti.

La copertura video si estende oltre Napoli città

Non solo nel nuovo Palazzo Di Giustizia Napoletano sono installate telecamere: ben 600 delle 1600 totali si trovano lì. Ma il sistema copre anche altre sedi importanti del distretto come gli uffici dei giudici di pace a Sant’Anastasia, San Giovanni-Barra e perfino sulle isole Ischia, Procida e Capri.

L’avvocato generale Simona Di Monte ha sottolineato come questa rete capillare permetta un monitoraggio efficace su tutto il territorio provinciale garantendo così maggiore sicurezza ovunque ci siano uffici giudiziari.

Privacy sotto controllo: dati protetti e criptati

Un tema delicato quando si parla di videosorveglianza è sempre quello della privacy. Gli organizzatori hanno assicurato che tutte le immagini raccolte sono protette da sistemi avanzati di criptaggio.

I dati vengono archiviati in server isolati e non collegati a internet per evitare rischi legati ad attacchi informatici o fughe d’informazioni sensibili. Solo personale autorizzato può accedere alle registrazioni secondo protocolli rigorosi.

Cosa Cambia Davvero per chi lavora nei palazzi di giustizia?

Con questo nuovo modello operativo cambia l’approccio alla sicurezza nelle sedi giudiziarie napoletane. Le forze dell’ordine possono dedicarsi meglio ai compiti investigativi interni mentre la vigilanza privata assicura un presidio costante agli ingressi esterni.

Il procuratore Policastro ha ringraziato pubblicamente tutte le forze coinvolte ricordando che “questa innovazione nasce proprio dalla necessità di rafforzare la protezione senza appesantire ulteriormente gli organici già impegnati dentro i tribunali.”

Napoli segna così un punto importante nella gestione moderna della sicurezza pubblica applicata alla giustizia italiana: tecnologia avanzata combinata con professionalità umana per creare ambienti più sicuri senza rinunciare al rispetto delle persone che vi lavorano o vi accedono ogni giorno.

Written by
Matteo Bernardi

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