Morto a 59 anni per sedazione impropria in ambulanza, condannata la città della Salute di torino

Un tribunale di Torino condanna l’azienda sanitaria Città della Salute per malasanità, riconoscendo la responsabilità nella morte di un uomo di 59 anni durante il trasporto in ambulanza.
Il tribunale di Torino ha condannato l’azienda sanitaria Città della Salute a risarcire la famiglia di un uomo di 59 anni morto per malasanità durante un trasporto in ambulanza, a causa di sedazione inadeguata e posizionamento errato. - Unita.tv

Un caso drammatico di malasanità emerge dalla sentenza del tribunale di Torino che ha stabilito la responsabilità dell’azienda sanitaria Città della Salute per la morte di un uomo di 59 anni durante il trasporto in ambulanza. La vicenda racconta di un trattamento sanitario che si è rivelato non adeguato e che ha portato a un arresto cardiocircolatorio fatale. La decisione giudiziaria impone un risarcimento di circa un milione di euro ai familiari, evidenziando gravi errori nella gestione del soccorso.

La dinamica della vicenda e il trattamento in ambulanza

Il 25 ottobre 2019, un uomo di 59 anni, dipendente comunale a Collegno, si è sentito male a casa e la moglie ha chiamato un’ambulanza per una richiesta di soccorso d’urgenza. L’uomo soffriva da tempo di un disturbo della personalità ed era seguito da un altro ospedale, al quale chiedeva di essere trasportato. Durante il carico in ambulanza, la situazione si è complicata: il paziente è stato sedato con tranquillanti somministrati senza il suo consenso e contrariamente alla volontà espressa.

La sedazione, secondo quanto riportato, era motivata dallo stato di agitazione evidenziato dal 59enne. Tuttavia, il giudice incaricato della causa civile, Claudia Gemelli, ha evidenziato che i farmaci usati erano inadeguati e somministrati in dosi eccessive rispetto al quadro clinico presentato. Non solo: il paziente è stato posizionato supino sulla barella, anziché sul lato, che è la posizione più sicura in caso di rigurgito o vomito. Questo ha facilitato il soffocamento in seguito a rigurgito, causandone un arresto cardiocircolatorio durante il trasporto.

Criticità nella sedazione e posizionamento del paziente

Il posizionamento errato del paziente ha avuto un ruolo decisivo nella complicazione mortale. “La scelta di posizionarlo supino è stata una negligenza grave,” ha spiegato la magistratura.

Le criticità diagnostiche e le mancanze nella gestione del soccorso

Gli avvocati dello studio Ambrosio e Commodo, che hanno assistito i familiari, hanno sottolineato varie negligenze nella gestione del paziente. La mancanza di una corretta intubazione ha aggravato la situazione: il protocollo medico in casi simili prevede la protezione delle vie aeree, specie in presenza di sedazione e agitazione psichica. Nel caso specifico, questo passaggio cruciale non è stato effettuato, lasciando l’uomo vulnerabile a complicazioni respiratorie letali.

Durante il trasferimento verso il pronto soccorso dell’ospedale di Rivoli, l’uomo ha perso conoscenza e ha subito un arresto cardiaco da soffocamento. Nonostante il tempestivo intervento ospedaliero, le lesioni interne e la situazione critica sono risultate irreversibili. Il tribunale ha riconosciuto che la morte è stata causata da un trattamento con farmaci inadeguati e da una sistemazione errata durante il trasporto.

Responsabilità nella gestione emergenziale

La sentenza ha puntualizzato che l’assenza di adeguate procedure ha portato a un’esposizione inutile a rischi fatali.

La sentenza e la reazione dei familiari

La sentenza del tribunale di Torino, emessa dopo una lunga causa civile promossa dai parenti, ha condannato l’azienda Città della Salute a un risarcimento di circa un milione di euro. Questo importo riflette il danno subito dalla famiglia per la perdita improvvisa e evitabile di una persona cara.

I familiari hanno diffuso un messaggio tramite i loro rappresentanti legali, dove si legge che gli avvocati “sono stati la voce del nostro dolore”. Chiedono che la sentenza serva da avvertimento per evitare che eventi simili si ripetano in futuro. L’appello della famiglia sottolinea la necessità di una maggiore attenzione e rispetto delle linee guida mediche nel trasporto di pazienti che necessitano di assistenza sanitaria urgente.

L’episodio mette in luce fragilità nel sistema di soccorso di emergenza della città di Torino e evidenzia il rischio che trattamenti non appropriati possono causare conseguenze irreparabili, persino in contesti medici avanzati come quello odierno.