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Morte in isolamento al carcere della Dogaia a Prato: disposta l’autopsia per capire cosa è successo

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Morte in cella alla Dogaia, avviata l’autopsia per chiarire le cause. - Unita.tv
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Un nuovo dramma si è consumato stamattina nel carcere della Dogaia a Prato. Un detenuto rumeno di 58 anni è stato trovato morto nella sezione di isolamento, dove si trovava per una sanzione disciplinare. La Procura locale è subito intervenuta, avviando accertamenti approfonditi per fare chiarezza sulle cause del decesso.

Il passato del detenuto e il motivo dell’isolamento

L’uomo doveva scontare la pena fino al 24 febbraio 2026 e aveva alle spalle diversi reati gravi, tra cui violenza sessuale, maltrattamenti, calunnia, minacce e lesioni personali. Per questi motivi, la sua permanenza in carcere era stata particolarmente difficile e aveva portato all’applicazione del regime di isolamento, riservato a chi si rende responsabile di comportamenti pericolosi o violazioni interne.

Inoltre, il detenuto era coinvolto nei disordini scoppiati nella struttura lo scorso 5 luglio, quando alcuni prigionieri hanno inscenato una rivolta. In quell’occasione era stato trovato con armi rudimentali, elemento che aveva peggiorato la sua posizione e aumentato la tensione nel carcere.

La Procura prende in mano le indagini

La Procura di Prato ha preso in mano il caso con la massima attenzione. In un comunicato firmato dal procuratore Luca Tescaroli si legge che è stata aperta un’indagine per chiarire la morte del detenuto. Fin da subito gli inquirenti hanno escluso il suicidio, sottolineando che nella cella non c’erano oggetti come lacci o corde che potrebbero far pensare a un gesto volontario.

I magistrati hanno eseguito un sopralluogo accurato, cercando ogni elemento utile a ricostruire le ultime ore di vita dell’uomo. Hanno anche avviato la visione delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza interne, per controllare eventuali movimenti o presenze sospette nella zona isolamento. Queste immagini potrebbero rivelare dettagli decisivi e aiutare a confermare o scartare diverse ipotesi.

L’autopsia: l’analisi chiave per fare luce sulla morte

La Procura ha disposto l’autopsia, passaggio fondamentale per accertare come sia morto il detenuto. L’esame medico-legale dovrà chiarire se ci sono ferite, segni di colluttazione, cause naturali o altri fattori che hanno portato al decesso improvviso.

Tutti sono in attesa di questo esame, che potrà indirizzare l’indagine in una direzione precisa. Nel frattempo, la direzione del carcere della Dogaia ha confermato i fatti senza aggiungere altro, aspettando i risultati ufficiali.

La morte di questo detenuto riapre il dibattito sulle condizioni nelle carceri italiane e sulle difficoltà di gestire l’isolamento e le misure disciplinari. Le autorità di Prato stanno usando ogni strumento a disposizione per non lasciare nulla al caso e fare piena luce su quanto accaduto. “Stiamo indagando con la massima trasparenza e rigore,” si legge nelle dichiarazioni ufficiali.

Ultimo aggiornamento il 18 Luglio 2025 da Giulia Rinaldi

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Giulia Rinaldi

Giulia Rinaldi osserva il mondo con occhio critico e mente curiosa. Blogger fuori dagli schemi, scrive di cronaca, politica, spettacolo, attualità, cultura e salute con uno stile personale e tagliente, mescolando analisi e sensibilità in ogni articolo. Il suo obiettivo? Dare voce a ciò che spesso passa inosservato.

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