Morte di Andrea Prospero: indagini su istigazione al suicidio e vendita di psicofarmaci

La morte di Andrea Prospero, 19 anni di Perugia, ha avviato un’inchiesta su istigazione al suicidio e vendita illegale di psicofarmaci, coinvolgendo due giovani: uno a Roma e l’altro ad Afragola.
Morte di Andrea Prospero: indagini su istigazione al suicidio e vendita di psicofarmaci Morte di Andrea Prospero: indagini su istigazione al suicidio e vendita di psicofarmaci
Morte di Andrea Prospero: indagini su istigazione al suicidio e vendita di psicofarmaci - unita.tv

La tragica morte di Andrea Prospero, un giovane studente di 19 anni originario di Perugia, ha scosso l’opinione pubblica e ha avviato un’indagine che coinvolge due ragazzi, uno dei quali è accusato di istigazione al suicidio. Secondo le informazioni emerse, Andrea avrebbe assunto psicofarmaci per settimane, acquistandoli da un coetaneo di Afragola. Le indagini si concentrano ora su una rete di vendita di farmaci senza prescrizione e sul ruolo di un giovane romano che avrebbe incoraggiato il ragazzo a compiere l’estremo gesto.

La scoperta della morte di Andrea Prospero

Andrea Prospero è stato trovato privo di vita in un appartamento che aveva affittato senza informare la sua famiglia. La sua morte ha sollevato interrogativi e preoccupazioni, portando le autorità ad avviare un’inchiesta per comprendere le circostanze che hanno portato a questo tragico evento. Un giovane di 18 anni, attualmente agli arresti domiciliari, è accusato di aver istigato Andrea a togliersi la vita, incoraggiandolo a utilizzare benzodiazepine. Questo giovane, che ha conosciuto Andrea tramite Telegram, avrebbe avuto un ruolo cruciale nel condurlo verso una spirale di depressione e disperazione.

Il secondo indagato e la rete di vendita di psicofarmaci

Il secondo indagato, un coetaneo di Afragola, non è attualmente in arresto, ma è al centro delle indagini per la vendita di psicofarmaci a Andrea. Nella sua abitazione sono stati rinvenuti circa 10mila euro, suggerendo che potesse gestire un’attività di vendita di farmaci senza ricetta medica. Le autorità stanno esaminando se questo giovane fosse consapevole dell’uso che Andrea intendeva fare dei farmaci e se avesse un ruolo più ampio in una rete di distribuzione di benzodiazepine. Andrea avrebbe acquistato questi farmaci per mesi, probabilmente come risposta a un malessere profondo legato alla sua vita universitaria e alla mancanza di supporto familiare.

Le dinamiche tra Andrea e i suoi interlocutori

L’avvocato di famiglia, Francesco Mangano, ha sottolineato come Andrea avesse condiviso le sue ansie e preoccupazioni con il giovane romano, il quale invece di offrire supporto, lo ha spinto verso una decisione fatale. Le chat tra i due, ora in possesso degli investigatori, rivelano un quadro inquietante: Andrea esprimeva dubbi e paure riguardo al suo futuro accademico e alla sua capacità di integrarsi con i compagni, ma non riceveva alcun conforto. Al contrario, il giovane romano lo incoraggiava a compiere l’atto estremo, promettendo che non avrebbe sentito dolore.

Le indagini in corso e i prossimi passi

Le indagini sono ancora in fase di sviluppo e si concentrano su vari aspetti, tra cui il contenuto delle chat di Telegram e il significato delle interazioni tra Andrea e i due indagati. Gli investigatori stanno cercando di chiarire se ci fosse un legame diretto tra il giovane romano e il coetaneo di Afragola, nonché il ruolo di altre persone coinvolte nella rete di distribuzione di farmaci. La scoperta di 60 SIM card e cinque cellulari tra gli effetti di Andrea suggerisce che ci sia molto di più da scoprire riguardo alle sue interazioni online e alle dinamiche che hanno portato alla sua morte.

L’attenzione ora si rivolge a come questi eventi si siano intrecciati e quali misure possano essere adottate per prevenire simili tragedie in futuro.

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