A Monza Brucia la questione degli Street Tutor, figure lanciate per supportare la Polizia Locale e controllare le zone più delicate della città. Il Comune ha dovuto correre ai ripari dopo aver scoperto che alcuni di questi tutor avevano profili social pieni di simboli legati all’estrema destra. La sostituzione è arrivata subito, su richiesta del sindaco e dell’amministrazione.
Gli Street Tutor si sono presentati come una novità nella gestione della sicurezza urbana a Monza. Il sindaco Paolo Pilotto, del Pd, ha voluto affidare questi operatori a una società esterna. Il loro compito era semplice: monitorare le aree più “calde” della città insieme alla Polizia Locale e segnalare eventuali problemi o situazioni di rischio. L’idea era di rafforzare la presenza sul territorio senza delegare tutto alle forze dell’ordine tradizionali.
Un monitoraggio condiviso , tra novità e prime avvisaglie di problemi
Pochissimo dopo l’avvio del progetto, però, si sono aperte le polemiche. La lista Lab Monza, di sinistra e presente anche nella maggioranza, ha subito chiesto di fermare l’iniziativa, denunciando il rischio che persone con idee fate a destra estrema potessero avere un ruolo nei controlli cittadini. Quelle accuse hanno preso corpo quando sui social di alcuni tutor sono saltati fuori simboli nazifascisti, un fatto che ha acceso la miccia della protesta pubblica.
Quando il Comune ha verificato i profili social degli otto tutor assegnati, è bastato poco per constatare quella presenza controversa. Simboli e contenuti che non potevano certo andare d’accordo con l’immagine che l’amministrazione vuole dare del progetto e della città. Così è scattato il giro di vite.
Il Comune ha chiesto immediatamente alla società che aveva reclutato gli Street Tutor di intervenire e sostituire tutti i nomi legati a quelle posizioni politiche estreme. La società ha accettato e ha provveduto a un rapido cambio, comunicato ufficialmente giusto ieri sera insieme all’inizio del servizio. I nuovi tutor, selezionati, dovrebbero rispecchiare i valori pubblici e rispettare gli obiettivi di moderazione e tutela delle persone.
La nota del Comune ha sottolineato che “le prime persone assegnate al progetto sono state rimpiazzate perché i loro profili personali non corrispondevano agli obiettivi del progetto stesso”. Sul piano pratico, questo significa che la soddisfazione delle richieste di trasparenza e rispetto è arrivata ma l’allarme resta acceso, visto l’impatto mediatico e sociale che il caso ha generato.
Il valore della trasparenza e cosa significa per Monza
La vicenda degli Street Tutor ha sollevato tanti temi delicati tra i cittadini di Monza. Il progetto doveva servire a garantire tranquillità ma si è ritrovato a puntare i riflettori sulle idee politiche degli operatori coinvolti. Le critiche e le richieste di controllo più stretto sugli incarichi pubblici si sono moltiplicate fra associazioni e parti politiche.
Parallelamente, questa vicenda ha aperto un dibattito sull’importanza di monitorare chi assume ruoli di presidio sociale. Non è la prima volta che in Italia emergono casi di infiltrazione di ideologie estremiste in figure che dovrebbero mantenere ordine e sicurezza. A Monza, il Comune, pur riparando, dovrà tenere alta l’attenzione nelle prossime selezioni.
Il progetto Street Tutor dunque resta vivo ma con una consapevolezza più forte sulla necessità di garantire che chi lavora per la comunità sia allineato a valori normali e condivisi. La politica locale si trova davanti alla sfida di mantenere fiducia e sicurezza, evitando che episodi come questo possano riportare tensioni o dubbi nei cittadini.
Un primo passaggio cruciale è stato compiuto sostituendo gli eccessi. Ora, la strada sarà nel garantire un controllo costante e trasparente su queste figure che camminano per le strade di Monza Ogni Giorno.