
Monica Fugaro, dirigente dell’istituto comprensivo di Viale Legnano, promuove lo sviluppo delle competenze non cognitive negli studenti attraverso progetti innovativi e un approccio educativo integrato, valorizzando abilità socio-emotive essenziali per la crescita personale e scolastica. - Unita.tv
La professoressa Monica Fugaro guida l’istituto comprensivo statale di viale legnano con una visione che supera l’insegnamento tradizionale. Al centro del suo lavoro c’è la promozione delle competenze non cognitive, abilità socio-emotive ritenute essenziali per il percorso educativo degli studenti. Fugaro fa parte del comitato scientifico del prossimo festival dell’innovazione scolastica, previsto a valdobbiadene il 5, 6 e 7 settembre 2025, dove si discuterà proprio di queste capacità che integrano sapere, emozioni e relazioni.
Cosa sono le competenze non cognitive secondo monica fugaro
Monica Fugaro definisce le competenze non cognitive come capacità che superano la conoscenza accademica tradizionale. Si tratta di abilità come la gestione delle emozioni, la resilienza, la collaborazione e il problem solving in contesti reali. Sono elementi che contribuiscono moltissimo al successo scolastico e, più in generale, alla realizzazione personale degli studenti.
Queste competenze non nascono solo dall’ambiente familiare o sociale, ma possono essere sviluppate attivamente attraverso percorsi educativi pensati per allenarle. Fugaro sottolinea come rappresentino il link tra la teoria appresa in classe e la capacità di applicarla nella vita quotidiana. I programmi che coinvolgono mente, corpo e relazioni costruiscono un’esperienza più completa e significativa per l’alunno.
Scuola e soft skills: un nuovo ruolo
In questo contesto, il ruolo della scuola si arricchisce: non deve limitarsi a trasferire nozioni, ma favorire un ambiente dove si coltivano soft skills fondamentali nei contesti futuri personali e lavorativi. Fugaro evidenzia il valore delle competenze socio-emotive come parte integrante della formazione, imprescindibile per preparare cittadini consapevoli e adattabili.
I fattori che influenzano lo sviluppo delle competenze socio-emotive a scuola
Secondo la dirigente scolastica, tanti aspetti possono favorire o frenare lo sviluppo di competenze non cognitive. Un ambiente scolastico che mette al centro il benessere dei ragazzi rappresenta un terreno fertile. Metodi didattici che coinvolgono attivamente studenti, come il problem solving e il lavoro di gruppo, stimolano quei processi di riflessione necessari per interiorizzare le abilità sociali ed emotive.
Cruciale è anche la disponibilità di spazi e momenti dedicati alla metacognizione, pensati affinché gli studenti possano riflettere sulle proprie emozioni e apprendimenti. Fugaro spiega che la collaborazione con il territorio valorizza esperienze concrete, lontane dalla semplice lezione frontale, e aiuta a contestualizzare le abilità in situazioni reali.
Ruolo del dirigente e formazione degli insegnanti
La figura del dirigente gioca un ruolo decisivo nel proporre e sostenere una visione condivisa all’interno della scuola. La formazione continua degli insegnanti sulle strategie per far emergere queste competenze si rivela indispensabile. Al contrario, ambienti che presentano difficoltà di tipo socio-economico o metodi prevalentemente basati sulla trasmissione puntuale di nozioni rappresentano ostacoli.
In più, Fugaro segnala la distanza tra scuola e realtà locale come un fattore che mina la possibilità di proporre esperienze di apprendimento autentiche e coinvolgenti. La mancanza di consapevolezza sull’importanza di queste competenze specie nei livelli formali più tradizionali limita ulteriormente la loro diffusione.
I progetti dell’istituto comprensivo viale legnano per l’educazione emotiva e sociale
L’istituto guidato da Fugaro ha introdotto iniziative che coinvolgono tutti i livelli scolastici con un approccio coerente e progressivo. Nella scuola dell’infanzia si lavora con il progetto e-twinning chiamato “Emozioni in musica”. Questo progetto internazionale coinvolge una scuola greca e punta a far scoprire ai bambini le emozioni attraverso la musica, stimolando intelligenza emotiva e capacità relazionali sin dalla prima infanzia.
Inoltre, l’istituto ha adottato il metodo snoezelen, che prevede la creazione di uno spazio multisensoriale. Qui i bambini imparano a riconoscere e gestire le emozioni e lo stress attraverso stimoli diversi, migliorando consapevolezza e relax. Questa pratica si inserisce nel quadro di esperienze dirette e immersive.
Progetti per la primaria: rompere stereotipi
Alla scuola primaria, il progetto Inspiring girls mette in contatto alunne e alunni con professioniste provenienti da vari ambiti. La finalità è rompere stereotipi di genere e offrire modelli positivi ai più giovani per ampliare le loro prospettive su futuro e carriera. Le testimonianze delle professioniste diventano un’occasione per riflettere sul proprio percorso e sui preconcetti presenti nella società.
Questi programmi testimoniano quanto l’istituto mira a far emergere e consolidare competenze non cognitive attraverso attività pratiche e coinvolgenti. La scuola si configura come un luogo che cresce insieme al territorio, per promuovere una formazione integrata, che unisce sapere e capacità relazionali fondamentali.