Un vasto incendio, scoppiato tra Agnone e Capracotta in provincia di Isernia, ha interessato decine di ettari di vegetazione causando danni significativi. Le operazioni di spegnimento si sono concentrate su due fronti principali, mentre le autorità indagano sulle possibili origini dolose del rogo. Le attenzioni si sono orientate soprattutto sulla zona del monte Sant’Onofrio, colpita dall’avanzata delle fiamme.
Sviluppo dell’incendio su due fronti tra Macchie e Sant’Onofrio
L’incendio si è sviluppato in due aree distinte ma vicine: una in località Macchie e l’altra nei pressi di Sant’Onofrio. Le fiamme, spinte anche dal vento presente soprattutto nella zona di Sbracia, hanno rapidamente consumato grandi estensioni di bosco e macchia mediterranea. Le condizioni meteo hanno complicato l’intervento, rallentando le operazioni di contenimento sul campo.
I Vigili del Fuoco del Comando Provinciale di Isernia, insieme ai Carabinieri Forestali e alla Protezione Civile regionale, sono intervenuti dal primo momento con squadre a terra pronte a fronteggiare il focolaio. Nonostante gli sforzi di contenimento, il fuoco ha raggiunto ampie zone di vegetazione, causando danni visibili e compromettendo parte del territorio che riveste un valore ambientale e paesaggistico per l’intera area.
Uso Dei Canadair e sforzi per limitare i danni al Monte Castelbarone
Per contenere l’espansione dell’incendio, è stato necessario l’impiego di un canadair, che ha effettuato numerosi lanci d’acqua nelle zone più critiche. Questi interventi aerei hanno contribuito a ridurre la superficie raggiunta dalle fiamme, evitando che gli incendi si propagassero oltre il bosco di Montecastelbarone, area particolarmente vulnerabile.
Nonostante tali interventi, le condizioni atmosferiche, in particolare il vento, hanno mantenuto alta l’allerta nelle zone circostanti. La Protezione Civile del Molise ha continuato a seguire costantemente l’evolversi delle operazioni, considerando la situazione ancora delicata per alcune località, con particolare attenzione a possibili riprese dell’incendio qualora il vento si rafforzasse.
La reazione del sindaco di Agnone sulla gravità dei danni e l’ipotesi dolosa
Il sindaco di Agnone, Daniele Saia, ha espresso la sua preoccupazione dopo un sopralluogo sul territorio devastato dall’incendio. Ha sottolineato quanto la situazione avrebbe potuto essere molto peggiore, soprattutto se le fiamme avessero raggiunto il bosco di Montecastelbarone. In quel caso, ha spiegato, i danni sarebbero stati di enorme entità sia per l’ambiente sia per la comunità locale.
Il sindaco ha inoltre manifestato un senso di amarezza nel vedere estese aree di vegetazione ridotte a cenere. Il monte Sant’Onofrio mostra un paesaggio profondamente danneggiato, con vaste zone annerite e spoglie. La presenza di indizi che puntano a possibili cause dolose ha alimentato ulteriori preoccupazioni, definendo l’eventuale origine dolosa dell’incendio un gesto grave contro il territorio e chi lo abita.
Le forze dell’ordine e gli enti preposti mantengono l’impegno per accertare con esattezza le dinamiche che hanno portato all’innesco del fuoco. Le indagini in corso intendono chiarire la natura delle origini, valutando ogni ipotesi, comprese quelle di natura criminale, per rispondere in modo efficace alle conseguenze di questo grave incendio boschivo.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Rosanna Ricci