Sfida alla riorganizzazione della rete ictus in Molise con polemiche sulla gestione sanitaria e privatizzazione

Riorganizzazione rete ictus in Molise sotto accusa tra polemiche e timori di privatizzazione. - Unita.tv

Andrea Ricci

28 Agosto 2025

La riorganizzazione della rete ictus in Molise provocata dal decreto commissariale n. 100/2025 ha acceso un acceso dibattito tra associazioni civiche, politica e cittadini. La decisione di trasferire la gestione delle malattie tempo-dipendenti dall’ospedale Cardarelli a strutture private accreditate ha causato un ricorso al Tar da parte di Cittadinanzattiva Molise, Cantiere Civico e altri soggetti, preoccupati per l’impatto sull’accessibilità e la qualità delle cure. Nelle ultime settimane si è fatta strada anche una dura critica sul quadro politico locale e sulla crescente privatizzazione del sistema sanitario regionale.

Contestazioni al decreto commissariale sulla rete ictus del molise

Il decreto commissariale n. 100/2025 ha previsto una profonda revisione della rete per il trattamento dell’ictus nella regione Molise. Quel cambiamento ha previsto lo smantellamento delle cure per le malattie tempo-dipendenti presso l’ospedale Cardarelli di Campobasso, trasferendo servizi essenziali a strutture private accreditate. Questa scelta ha generato un forte malcontento, visto che i nuovi centri spesso si trovano lontano dal capoluogo, complicando l’accesso per i pazienti che necessitano di interventi rapidi.

Cittadinanzattiva Molise, insieme ad altre associazioni e cittadini, ha presentato un ricorso al Tar contro questa riorganizzazione, contestandone la legittimità e denunciandone le conseguenze negative per la salute pubblica. Le malattie acute che devono essere trattate tempestivamente rischiano di non trovare le cure adeguate in tempi stretti, aumentando il pericolo per i pazienti. Tra le richieste anche la valutazione di modifiche per garantire un’assistenza più vicina ai pazienti, senza creare esclusioni geografiche o strutturali.

Le reazioni sul territorio sottolineano il deterioramento percepito nell’efficacia della sanità pubblica molisana a causa di questa redistribuzione, alimentando una tensione sociale su un tema cruciale come quello della salute. Il dibattito coinvolge non solo le istituzioni ma anche la popolazione, con proposte che chiedono una revisione completa di scelte che hanno impatti immediati nei centri di cura.

Politiche locali sotto accusa per la gestione della sanità molisana

Il segretario di Sinistra Italia per il Molise, Vincenzo Notarangelo, ha espresso critiche severe nei confronti della classe politica regionale in merito alla gestione della sanità. Ha denunciato che la politica locale non affronta con la necessaria determinazione i problemi reali che riguardano la popolazione. A suo avviso, la destra presenta storici conflitti di interesse, mentre il centrosinistra è stato definito timido, distratto e in alcune situazioni persino complice nel permettere lo smantellamento della rete pubblica sanitaria.

Queste affermazioni si inseriscono in un contesto dove la sanità molisana ha registrato difficoltà crescenti, amplificate in tempi recenti dalla pandemia. La percezione è che la classe politica non abbia tutelato il sistema pubblico come richiedeva la realtà emergente di bisogno di cure rapide e adeguate, specialmente per patologie che richiedono interventi immediati come l’ictus.

Il richiamo è forte anche verso il modello sanitario in cui la sanità pubblica viene progressivamente indebolita a favore di soggetti privati. Notarangelo ha evidenziato che questo modello ha mostrato tutte le sue criticità durante l’emergenza Covid-19. Il problema sanitario, secondo lui, non è solo una questione organizzativa, ma anche di scelte politiche di fondo, nella mescolanza di interessi economici e mancanza di visione chiara per il diritto alla salute della comunità molisana.

Privatizzazione e impatto sulla sicurezza delle cure nel Molise

Il modello sanitario attuale in Molise ha spostato una parte significativa della gestione verso strutture private accreditate. Questo fenomeno viene visto come una causa di debolezza del sistema pubblico, che ha mostrato falle e carenze in giorni critici. Durante il periodo più acuto della pandemia Covid-19, molte strutture pubbliche si sono trovate in difficoltà, mettendo a rischio la sicurezza dei pazienti e rallentando l’erogazione di cure urgenti.

La crescente presenza di operatori privati nel panorama sanitario molisano è considerata da molti un fattore che impedisce una risposta efficace alle emergenze sanitarie. La gestione frammentata e la distanza tra strutture, in particolare per malattie tempo-dipendenti come l’ictus, possono compromettere la tempestività delle cure, fondamentale per la sopravvivenza e la riduzione delle disabilità conseguenti.

La discussione pubblica si concentra sul bisogno di un sistema che garantisca cure universali, accessibili e rapide, senza scelte che togliessero servizi dal controllo diretto del pubblico. Sono emersi timori sull’ulteriore deterioramento dei servizi sanitari, compromettendo così la tutela del diritto alla salute di tutta la popolazione molisana. Le vicende legali in corso e il confronto politico riflettono questo malessere profondo, che resta centrale nella vita sociale della regione.

Il dibattito intorno alla rete ictus, alla politica regionale e alla struttura del sistema sanitario continua ad occupare spazio pubblico, segno della complessità e dell’urgenza delle questioni coinvolte.

Ultimo aggiornamento il 28 Agosto 2025 da Andrea Ricci