Le forze dell’ordine hanno fermato a Campomarino un pescatore sorpreso a raccogliere ricci di mare ben oltre il limite consentito dalla legge. L’operazione, svolta durante controlli serali sulla spiaggia, ha portato al sequestro di una quantità rilevante di prodotto ittico e alla sanzione amministrativa nei confronti dell’individuo.
Controllo notturno sulla costa di Campomarino: scoperto pescatore irregolare
Nel corso di un pattugliamento del Reparto Operativo Aeronavale di Termoli, svolto nella notte lungo la spiaggia di Campomarino, le Fiamme Gialle hanno individuato un uomo intento a raccogliere ricci di mare in modo illecito. La normativa vigente fissa un tetto massimo di 50 esemplari prelevabili per singola persona. Questo soggetto era invece in possesso di circa 1.300 ricci, ben oltre il limite stabilito. Alla luce del superamento notevole, la quantità è stata immediatamente sequestrata. Il pescatore è stato inoltre sottoposto a una multa superiore ai 12.000 euro, in linea con le sanzioni previste per questa infrazione.
Sequestro e rilascio del pescato: procedure per la tutela dell’ecosistema marino
Dopo aver confiscato l’ingente quantità di ricci di mare, le autorità hanno proceduto a rigettare in mare l’intero pescato. Questa operazione punta a restituire, per quanto possibile, il materiale all’ambiente di origine, limitando eventuali impatti negativi derivanti da raccolte indiscriminate. Inoltre, è stata posta sotto sequestro anche l’attrezzatura utilizzata dal trasgressore per la pesca. La normativa relativa alla protezione dell’ecosistema marino e alla regolamentazione della pesca mira a mantenere un equilibrio tra attività di raccolta e conservazione dei fondali costieri, garantendo la sopravvivenza delle specie e la sostenibilità per i futuri raccolti.
Impatto economico e concorrenziale del bracconaggio sui ricci di mare
I ricci di mare raccolti illegalmente avrebbero generato un guadagno illecito stimato superiore a 2.500 euro, somma che avrebbe intaccato i canali commerciali regolari di approvvigionamento. La pesca abusiva disturba i mercati consentiti, creando condizioni di concorrenza sleale dannose per gli operatori che rispettano le norme. Le autorità si impegnano a vigilare sul rispetto dei limiti fissati per proteggere sia l’ambiente sia il commercio legale, evitando così fenomeni di sfruttamento eccessivo che possono compromettere l’equilibrio economico e ambientale costiero. La sanzione inflitta rappresenta un monito contro tali pratiche illegali.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2025 da Andrea Ricci