L’Università del Molise ha realizzato un’iniziativa per la prevenzione delle malattie del fegato che ha coinvolto numerosi cittadini. Attraverso l’impiego di un test non invasivo, si è potuto individuare una buona parte di persone con fattori di rischio come sovrappeso, obesità o diabete. Questi elementi sono spesso associati a danni al fegato difficili da riconoscere senza esami specifici e aumentano il pericolo di problemi cardiovascolari.
L’iniziativa dell’università del molise per la salute del fegato
Il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute dell’Università del Molise ha promosso una campagna di screening epatico presso gli ambulatori del Polo didattico. Per quattro giorni il professor Luca Rinaldi, docente di Medicina interna, ha effettuato visite utilizzando il Fibroscan. Questo strumento rappresenta un metodo innovativo per valutare lo stato del fegato senza ricorrere a procedure invasive come le biopsie.
Come funziona il fibroscan
Il Fibroscan misura la rigidità epatica attraverso onde elastografiche che permettono di identificare eventuale fibrosi o steatosi anche in assenza di sintomi evidenti. L’utilizzo dello strumento in Molise è stata una novita assoluta ed è servito sia ad accertare condizioni già presenti sia a sensibilizzare chi non conosceva i propri rischi.
Risultati dei controlli: prevalenza dei fattori metabolici nei soggetti esaminati
Dalle visite effettuate emerge che molte persone sottoposte allo screening presentavano condizioni quali sovrappeso o obesità oltre al diabete. Tutti questi aspetti sono collegati a problematiche silenti ma gravi come danno epatico cronico e aumentata probabilità d’incidenti cardiovascolari.
Queste malattie spesso non provocano sintomi precoci e rimangono nascoste fino a quando il danno diventa importante. La diagnosi precoce attraverso strumenti come il Fibroscan consente invece interventi tempestivi mirati alla gestione della condizione metabolica complessiva, riducendo complicazioni future.
La campagna sanitaria quindi si è rivelata efficace nel portare alla luce situazioni critiche mai monitorate prima con strumenti adeguati sul territorio molisano.
Quali rischi comportano i fattori metabolici
Il sovrappeso, l’obesità e il diabete rappresentano cause principali di steatosi epatica non alcolica, che può portare a fibrosi e cirrosi se non trattata tempestivamente.
Progetti futuri: nuovi cicli programmati per garantire continuità ai controlli
Visto l’interesse suscitato dall’iniziativa e le numerose richieste giunte dopo i primi quattro giorni d’attività, l’Università ha annunciato un nuovo ciclo previsto per ottobre 2025. Questa programmazione mira ad assicurare continuità agli screening estendendo così la possibilità d’indagine anche ad altri soggetti potenzialmente vulnerabili.
La ripetizione regolare degli esami permette inoltre un monitoraggio costante delle condizioni epatiche nella popolazione locale favorendo interventi preventivi più efficaci nel tempo. Il progetto intende consolidarsi nel tempo come punto fermo nell’ambito della prevenzione medica regionale offrendo uno strumento concreto contro le complicanze legate alle patologie metaboliche associate al fegato.
Importanza della prevenzione nella regione molise
L’esperienza maturata con questo primo ciclo rappresenta dunque una base solida su cui costruire ulteriormente attività dedicate alla salute pubblica in Molise, concentrandosi su diagnosi precoce e cura tempestiva delle malattie silenti ma rilevanti dal punto di vista clinico ed epidemiologico.