La ricostruzione del Molise, colpito dal terremoto del 2018, torna al centro dell’agenda politica con un incontro decisivo a Roma tra il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, e il presidente della Regione, Francesco Roberti. La discussione si è focalizzata sullo stato attuale dei lavori, sulle risorse disponibili e sulla tabella di marcia da rispettare per completare gli interventi entro il prossimo 2028.
Il confronto tra governo e regione sulla ricostruzione molisana
A Roma, il confronto tra il ministro Musumeci e il presidente Roberti ha evidenziato un clima di collaborazione, con l’obiettivo di accelerare la ricostruzione dell’area molisana danneggiata dal sisma di sette anni fa. Roberti ha illustrato le attività portate avanti finora dalle squadre sul territorio, sottolineando l’importanza di rispettare la scadenza fissata al 2028 per completare gli interventi. Attraverso una strategia mirata, la Regione mira a ripristinare sia gli edifici pubblici che le infrastrutture essenziali, fondamentali per garantire sicurezza e funzionalità anche in futuro.
Dall’altro lato, Musumeci ha preso atto delle richieste della Regione e ha ribadito la volontà del ministero di fornire tutto il supporto necessario. Sono previsti controlli approfonditi da parte degli uffici ministeriali per valutare con precisione le esigenze finanziarie e tecniche, che dovranno tradursi in risorse concrete da destinare al Molise. Questa fase di verifica è fondamentale per garantire una gestione trasparente e puntuale dei fondi.
La stima finanziaria e l’impegno per messa in sicurezza e ricostruzione
I primi rilievi sul fabbisogno economico vengono indicati intorno a quaranta milioni di euro. Questa cifra, in base a una valutazione sommaria, servirà in larga parte a sostenere la sistemazione delle infrastrutture compromesse dal sisma e la riqualificazione degli immobili pubblici e privati. La ricostruzione coinvolge centinaia di edifici e strade, molti dei quali richiedono interventi di consolidamento strutturale per evitare nuovi rischi sismici.
Nei prossimi giorni il ministero attiverà un lavoro accurato per confermare o rivedere questa somma. È un passaggio cruciale per pianificare gli stanziamenti e le priorità d’intervento. Le risorse, una volta confermate, saranno integrate nella programmazione economica nazionale che accompagna l’azione della Protezione civile. A questo si aggiunge la necessità di aggiornare i piani di emergenza e prevenzione, tenendo conto dei danni causati e delle vulnerabilità emerse a seguito del terremoto nel 2018.
Il cronoprogramma e la necessità di completare le opere entro il 2028
Il termine del 2028 è la scadenza fissata per portare a termine gli interventi sul territorio molisano. Questo arco temporale lascia spazio a un lavoro di recupero corposo, che implica il completamento sia della ricostruzione materiale degli edifici che della riqualificazione delle infrastrutture pubbliche danneggiate. Il rispetto dei tempi è anche importante per garantire la sicurezza dei cittadini e l’efficienza dei servizi.
Il governatore Roberti ha enfatizzato questa necessità durante l’incontro, sottolineando che senza una conclusione puntuale, resterebbero esposte a rischi aree e costruzioni ancora fragili. La programmazione dovrà tenere conto delle eventuali difficoltà incontrate sul campo, sia in termini di approvvigionamenti sia di capacità operative. Per questo la Regione punta a un uso accorto delle risorse, concentrando gli sforzi sulle zone più colpite.
Dal ministero, Musumeci ha confermato la disponibilità a seguire passo passo l’evolversi della situazione, pronti a intervenire con misure di sostegno al bisogno. Il dialogo aperto tra Roma e Campobasso si propone di tenere alta l’attenzione, mantenendo viva la collaborazione per evitare rallentamenti e garantire un recupero completo del territorio.
Messa in sicurezza delle aree e rilancio del territorio molisano dopo il sisma
L’obiettivo della ricostruzione non riguarda solo il ripristino delle superfici danneggiate, ma anche la messa in sicurezza delle popolazioni locali. Dopo il terremoto del 2018 il problema principale resta l’incolumità di chi vive nelle zone terremotate, specialmente nei piccoli comuni e nelle aree rurali. Interventi di consolidamento strutturale e l’adeguamento degli standard antisismici sono al centro delle potenziali risorse messe a disposizione.
Il recupero interessa infrastrutture come strade e ponti, fondamentali per le comunicazioni e l’economia locale. Senza un’attenzione mirata, molte aree rischiano di restare isolate o con servizi parziali, con conseguenze negative sul tessuto sociale ed economico. Per questo il lavoro coinvolge vari settori, con il coordinamento tra enti statali e locali.
Il lavoro non conclude una lunga fase di emergenza, ma apre a una fase di recupero duraturo, durante la quale si chiede a tutti gli attori coinvolti di mantenere alta la guardia e di rispettare le scadenze. Solo così si potrà proiettare il Molise verso un futuro stabile, sotto il profilo della sicurezza e dell’accessibilità, a distanza di sette anni da quel terremoto che segnò profondamente la regione.
Ultimo aggiornamento il 17 Luglio 2025 da Luca Moretti